domenica, 22 Dicembre, 2024
Esteri

Israele notifica all’Onu la fine della collaborazione con Unrwa

L'agenzia: "La decisione potrebbe causare il crollo del sistema di aiuti nella Striscia"

In seguito all’approvazione la scorsa settimana di due progetti di legge che vietano all’Unrwa di operare in Israele, finalmente ieri il ministero degli Esteri israeliano ha ufficialmente comunicato alle Nazioni Unite la cessazione delle proprie relazioni con l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa).I gruppi umanitari hanno avvertito che le leggi approvate dalla Knesset potrebbero ostacolare gravemente il lavoro dell’agenzia, creando ulteriori ostacoli per affrontare una grave crisi umanitaria a Gaza. Israele afferma che altre agenzie Onu e gruppi umanitari possono colmare il vuoto, ma queste organizzazioni affermano a loro volta che l’Unrwa è essenziale. L’Unrwa ha dichiarato che il suo divieto in Israele potrebbe causare il “crollo” del sistema di aiuti nella Striscia di Gaza, devastata da più di un anno di guerra. “Se questa legge verrà applicata, rischierà di causare il collasso dell’operazione umanitaria internazionale nella Striscia di Gaza, un’operazione di cui l’Unrwa costituisce la spina dorsale”, ha detto Jonathan Fowler, portavoce dell’organizzazione.

L’agenzia fornisce istruzione, sanità e altri servizi di base ai rifugiati palestinesi della guerra del 1948 che ha portato alla creazione dello Stato di Israele e ai loro discendenti, che oggi sono quasi 6 milioni. Le famiglie dei rifugiati costituiscono la maggioranza della popolazione di Gaza. Israele sostiene invece che nell’Unrwa ci siano infiltrati di Hamas e che l’Agenzia “è parte del problema nella Striscia di Gaza e non della soluzione”, accuse che l’agenzia Onu nega affermando che adotta misure per garantire la propria neutralità.

Fuga di notizie, arrestato un portavoce di Netanyahu

La polizia israeliana insieme a Shin Bet e forze armate stanno conducendo un’indagine congiunta su una sospetta “violazione della sicurezza nazionale causata dalla fornitura illegale di informazioni riservate”, e ieri i giudici di Rishion Le Zion hanno esteso la detenzione di un portavoce dell’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, sospettato di aver fatto trapelare documenti riservati.

Quattro questioni sotto inchiesta: la fuga di documenti top secret, l’accesso a un consigliere senza autorizzazione di sicurezza a riunioni e uffici off-limits, la negligenza nella gestione di documenti riservati e l’utilizzo di documenti per influenzare l’opinione pubblica riguardo ai negoziati per una tregua a Gaza in cambio della liberazione degli ostaggi.

Capo Mossad: possibilità di accordo con Hamas sono “basse”

“Non abbiamo ricevuto risposta da Hamas né alle proposte del Qatar né a quelle dell’Egitto, quindi dovremmo aspettare. Al momento le possibilità di un piccolo accordo sono basse. Hamas insiste nel porre fine alla guerra”. Così il direttore del Mossad, David Barnea, ieri a Channel 12, dopo aver incontrato i parenti di alcuni degli ostaggi. L’emittente ha riferito che uno dei parenti aveva chiesto a Barnea se un cessate il fuoco completo fosse una possibilità nella Striscia di Gaza. Il capo del Mossad ha risposto che i negoziatori israeliani non avevano il mandato di autorizzare un cessate il fuoco completo o la fine della guerra.

Barnea è il capo negoziatore di Israele nei colloqui mediati in Qatar, ripresi solo la scorsa settimana dopo un blocco di diversi mesi. Questi ultimi colloqui hanno fatto seguito all’eliminazione del capo di Hamas Yahya Sinwar, che molti in Israele e nel mondo hanno visto come una finestra di opportunità per negoziare un accordo che avrebbe riportato indietro gli ostaggi rimasti da Gaza. Secondo le stime di Israele, 51 ostaggi sono ancora in vita e continuano a essere trattenuti da Hamas mentre altri 154, compresi i corpi dei deceduti, sono stati restituiti.

Telefonata fra ministri di Egitto e Iran, ‘evitare guerra’

Contemporaneamente perà il ministro degli Affari esteri egiziano, Badr Abdelatty, ha riferito su Facebook di aver”confermato” in una telefonata con il collega iraniano Abbas Araghchi “che non bisogna trascinare la regione in una guerra”, e che Il Cairo “respinge tutte le misure unilaterali e provocatorie”. I capi delle diplomazie di Egitto e Iran due hanno anche discusso della situazione in Libano e degli sforzi per porre fine all'”aggressione israeliana”, con Abdeatty che ha ribadito il sostegno dell’Egitto a “rafforzare le istituzioni dello Stato libanese”.

Una guerra regionale “non servirebbe gli interessi di nessuna parte e avrebbe gravi ripercussioni sui popoli della regione”, ha detto Abdelatty. Il ministro ha condannato “tutte le misure unilaterali e provocatorie che minacciano la sicurezza e la stabilità” e ha avvertito che queste potrebbero portare a “conseguenze disastrose”. Abdelatty ha quindi chiesto di “rafforzare le istituzioni libanesi” senza interferenze straniere e ha “sottolineato la necessità di evitare escalation” nonché di “instaurare la calma”.

Israele bombarda gli ospedali di Gaza

Fonti mediche dell’ospedale Kamal Adwan affermano che sono stati attaccati con colpi di artiglieria il dormitorio, l’asilo nido, il cortile e i serbatoi d’acqua della struttura. Colpi di artiglieria anche vicino all’ospedale al-Awda nel campo profughi di Jabalia, mentre un drone ha aperto il fuoco contro il cancello e le mura dell’Ospedale Indonesiano nella città di Beit Lahia. Un bambino è stato gravemente ferito ieri sera nel nord della Striscia da attacchi israeliani sugli ospedali.

Secondo l’ultimo bilancio aggiornato diffuso dal ministero della Sanità del governo di Hamas a Gaza, nel territorio palestinese le vittime del conflitto sono 43.374 dall’inizio della guerra con Israele più di un anno fa. Almeno 33 persone sono state uccise nelle ultime 24 ore, ha affermato la nota, aggiungendo che 102.261 persone sono state ferite nella Striscia di Gaza durante lo stesso periodo, ovvero dal 7 ottobre 2023.

Kamala Harris: “L’uccisione di civili a Gaza è inconcepibile, stop alla guerra”

Bisogna “porre fine alla guerra e liberare gli ostaggi. Come presidente degli Stati Uniti, farò ogni cosa in mio potere per raggiungere questo scopo e la soluzione dei due Stati”. Lo ha detto a Detroit la candidata democratica alla Casa Bianca Kamala Harris, spiegando che “l’uccisione di civili palestinesi innocenti a Gaza è inconcepibile”.

Beirut, 10 persone uccise in raid israeliani

Il ministero della sanità libanese ha reso noto il bilancio di raid aerei israeliani in Libano di almeno 10 persone uccise nella giornata di lunedi. Sei persone sono state uccise in attacchi nel sud del Libano, nei distretti di Sidone e Nabatiye, e altre quattro nella valle della Bekaa, nella zona di Mashgara. Le sei persone uccise nel sud erano maschi adulti ma non è chiaro se fossero combattenti di Hezbollah o di altri gruppi armati affiliati al partito libanese o se fossero civili.

Iran: “Useremo tutti i tipi di armi per rispondere a Israele”

il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano, Esmail Baghaeiha ribadito “La posizione ufficiale dell’Iran sul rifiuto dell’uso di armi di distruzione di massa e anche sulla natura pacifica del programma nucleare del Paese sono chiare. Nel frattempo, come ha detto il leader Ali Khamenei, saremo equipaggiati con tutti i tipi di armi necessarie per difendere il Paese”.

Nel 2003, Khamenei ha emesso una fatwa che proibisce la produzione e l’uso di armi di distruzione di massa, inclusa la bomba atomica, mentre nelle scorse settimane alcuni politici e militari iraniani avevano lanciato appelli che alludevano a possibili cambiamenti rispetto alla dottrina nucleare della Repubblica islamica. Infatti, ha spiegato Baghaei, “Teheran ha stabilito degli schemi chiari per rispondere agli attacchi israeliani all’Iran e userà naturalmente tutti i mezzi materiali e morali per vendicarsidelle aggressioni del regime”.

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