Ance, per supportare soprattutto le piccole e medie imprese, ha realizzato una piattaforma digitale per il calcolo della propria impronta carbonica e per la pianificazione di una strategia Net Zero. La piattaforma sarà presentata durante “Ecomondo”, la fiera di Rimini dal 5 all’8 novembre, alla quale parteciperanno anche aziende costruttrici venete, con un convegno dedicato alla decarbonizzazione del settore delle costruzioni: tema sempre più rilevante per le politiche ambientali del Paese e che ci vede impegnati da diversi anni con iniziative e progetti. Ance organizza, proprio sul tema degli impatti del cambiamento climatico, in collaborazione con l’Oice e con il supporto del Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e l’Agenzia ICE, anche un evento a Baku il prossimo 20 novembre, a margine della COP 29.
Comuni con troppo consumo di suolo
“Il tema della decarbonizzazione, della rigenerazione e della tutela del territorio – spiega Alessandro Gerotto, presidente di Ance Veneto – sta impegnando molto le aziende costruttrici perché è evidente che le prospettive ambientali sono al di sopra di qualunque altro progetto di sostenibilità. Ance chiede da tempo interventi per la messa in sicurezza del Paese. Vanno bene interventi per le post-calamità, ma sembra che non si voglia capire – a vari livelli – che gli interventi per la riqualificazione del territorio sono veri e propri investimenti. Padova (5°), Vicenza (14°) e Verona (18°) sono tra i primi trenta comuni italiani con il suolo consumato in percentuale superiore al 20% sulla superficie comunale. Questo non solo fa crescere in modo incontrollato i valori immobiliari, ma da geologo posso dire che l’avanzare di fenomeni quali la diffusione, la dispersione, la decentralizzazione urbana da un lato e, dall’altro, la densificazione di aree urbane, causano la perdita di superfici naturali all’interno delle nostre città, superfici preziose per assicurare l’adattamento ai cambiamenti climatici in atto. Senza una pianificazione nazionale e regionale non andremo da nessuna parte.”
Abusivismo e densità del costruito
Nell’ultimo Rapporto Ance sul “Rischio del Territorio” il Veneto ha un indice di abusivismo 10 volte inferiore alla Campania (4,7 contro 48,8), ma con una variazione dell’incremento netto del consumo di suolo, in un anno, più che doppio (122,6 Veneto e 53,4 Campania). Sempre dal Rapporto ANCE, “il consumo di suolo è più elevato nelle zone periurbane e urbane, in cui si rileva un continuo e significativo incremento delle superfici artificiali, con un aumento della densità del costruito a scapito delle aree agricole e naturali, unitamente alla criticità delle aree nell’intorno del sistema infrastrutturale, più frammentate e oggetto di interventi di artificializzazione a causa della loro maggiore accessibilità e anche per la crescente pressione dovuta alla richiesta di spazi sempre più ampi per la logistica. I cambiamenti rilevati nell’ultimo anno si concentrano in alcune aree del Paese, rimanendo particolarmente elevati in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Puglia.”
Un altro segnale del presente-futuro possibile disagio per l’economia veneta è anche nel fatto che nei prossimi 5 anni saranno necessari tra i 2-300mila nuovi lavoratori green, con il 65% delle competenze richieste a livello intermedio e il 41% a livello elevato dell’intero fabbisogno occupazionale previsto. Ma non ci sono percorsi scolastici adeguati.
Curare l’esistente
“Insistiamo – conclude Gerotto – perché riteniamo che il Veneto debba essere in prima fila su questi temi. In Veneto ci sono interventi di tutela del territorio, ma va anche detto che molte opere e infrastrutture cominciano a essere datate. Per esempio il rapporto del Centro Studi per il Cambiamento Climatico – promosso da Greenway group – ci dice che la gran parte della superficie occupata dalla rete autostradale in Veneto è classificata come area potenzialmente soggetta a inondazioni, secondo i diversi scenari di pericolosità classificati nell’art. 6 della Direttiva Alluvioni. Questo per dire che quando parliamo di tutela del territorio deve intendersi anche delle infrastrutture e dell’esistente.” Il Centro studi di Ance Veneto ricorda che circa il 55% del territorio regionale è a rischio di inondazioni. Il 10% del territorio regionale rientra in uno scenario di pericolosità elevata, con un’area potenzialmente allagabile di 1.835 chilometri quadrati. Uno scenario di pericolosità media copre invece il 13,3% del territorio regionale, con un’area allagabile di 2.435,5 chilometri quadrati.