mercoledì, 25 Dicembre, 2024
Esteri

Nuove stragi nella Striscia, bombe dal mare sui campi profughi di Nuseirat e Jabalia. L’Onu: “È apocalisse”

Khamenei minaccia Stati Uniti e Israele. Gli Usa schierano truppe in Medioriente

Il bilancio delle vittime in Libano causate dagli attacchi lanciati dall’esercito israeliano nell’ultimo anno è arrivato a 2.897 morti, riferisce il ministero della Sanità libanese. Le autorità libanesi hanno inoltre stimato in 13.150 il numero dei feriti. Venerdì almeno 52 persone sono state uccise nel governatorato di Baalbek, città del Libano orientale sede di uno dei siti archeologici più importanti del Medio Oriente, dal 1984 dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco. E sabato Israele ha condotto un altro raid su Baalbek, nel quartiere storico di Zahraa. Inoltre un nuovo raid aereo israeliano ha colpito un palazzo nella zona ‘Galerie Semaan’ alla periferia sud di Beirut. Almeno 11 persone sono rimaste ferite, secondo un bilancio provvisorio del ministero della Salute.

Il primo ministro ad interim del Libano, Nayib Mikati, ha sottolineato che l’aumento dei bombardamenti israeliani nelle ultime ore dimostra “il rifiuto di tutti gli sforzi per raggiungere un cessate il fuoco”.

Fallita l’iniziativa USA per una tregua, Netanyahu ha detto no

Il presidente del parlamento libanese, Nabih Berry, ha in effetti dichiarato in un’intervista a Asharqal-Awsat ieri che l’iniziativa americana per un cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah è fallita perché il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha respinto la road map del Libano che era stata concordata con l’inviato Usa Amos Hochstein. Berry ha aggiunto che la trattativa riprenderà dopo le elezioni americane. “Hochstein non ci ha comunicato nulla dopo che è partito da Israele” nei giorni scorsi, al contrario di quanto aveva promesso nell’ultima visita a Beirut nel caso avesse visto elementi positivi a Tel Aviv.

Gaza: raid sui campi profughi, Onu: “è apocalisse”

Secondo quanto riporta Al Jazeera, almeno 84 palestinesi sono stati confermati uccisi negli attacchi che nella notte hanno colpito il campo profughi di Jabalia. Alcune di queste sono ancora bloccate sotto le macerie, scrive al Jazeera, perché gli operatori della protezione civile non sono in grado di prestare i soccorsi nella zona. Inoltre almeno cinque palestinesi sono rimasti uccisi e diversi altri feriti dopo che le forze israeliane hanno bombardato una casa nel campo profughi di Nuseirat. Dal 7 ottobre dello scorso anno, afferma il ministero, nell’enclave palestinese si contano 43.314 morti e 102.019 feriti. La situazione, specialmente nel nord di Gaza, dove da alcune settimane l’esercito israeliano ha lanciato una nuova offensiva di terra e raid aerei, “è apocalittica” e l’insieme dei suoi abitanti corre il “rischio imminente di morire di malattia, fame e violenza”. Lo denunciano le agenzie umanitarie dell’ Onu chiedendo a Israele “di cessare il suo assalto contro Gaza e contro gli operatori umanitari”.

Droni e razzi dal Libano su Israele

Nelle ultime ore diversi droni sono stati lanciati dal Libano verso il nord di Israele, facendo suonare le sirene nella zona di Haifa. Lo riferisce l’Idf, secondo cui uno dei velivoli è stato abbattuto. Un altro, invece, avrebbe colpito una fabbrica in una zona industriale vicino a Nahariya. Non si hanno notizie di feriti nell’attacco. Il movimento armato libanese Hezbollah ha dichiarato inoltre di aver lanciato razzi contro una base dell’intelligence militare vicino a Tel Aviv un paio di ore prima dell’alba. Alle 02:30, i combattenti di Hezbollah “hanno sparato una salva di razzi contro la base Glilot dell’Unità di intelligence militare 8200 alla periferia di Tel Aviv”.

Khamenei minaccia Israele e Usa di una ‘risposta schiacciante’

“I nemici, che siano il regime sionista o gli Stati Uniti d’America, riceveranno sicuramente una risposta schiacciante a ciò che stanno facendo all’Iran, alla nazione iraniana e al fronte della resistenza”, ha dichiarato Khamenei in un video diffuso dai media di Stato iraniani.

Khamenei ha quindi cambiato approccio, dopo che nei mesi scorsi si era mostrato più cauto, affermando che i funzionari avrebbero valutato la risposta dell’Iran e che l’attacco di Israele “non dovrebbe essere esagerato né minimizzato”.

L’ottantacinquenne leader supremo ha incontrato ieri gli studenti universitari in occasione della Giornata degli Studenti, che commemora un incidente avvenuto il 4 novembre 1978, quando i soldati iraniani aprirono il fuoco contro gli studenti che protestavano contro il governo dello scià all’Università di Teheran, portando in seguito alla Rivoluzione islamica del 1979.La folla ha accolto Khamenei cantando: “Il sangue nelle nostre vene è un dono al nostro leader!”. Alcuni hanno anche fatto il gesto della mano fatto dal leader di Hezbollah Hassan Nasrallah, ucciso nel 2020 in un discorso in cui aveva minacciato che le truppe americane sarebbero “tornate nelle bare”.

Usa invieranno ulteriori schieramenti militari

Secondo una dichiarazione del il generale maggiore Pat Ryder,portavoce del Pentagono, gli Stati Uniti hanno annunciato nuovi schieramenti militari in Medio Oriente, tra cui un “cacciatorpediniere con missili balistici, squadroni di caccia e aerei cisterna e diversi bombardieri d’attacco a lungo raggio B-52 dell’aeronautica militare statunitense”.

Questi schieramenti, spiega Ryder, “si basano sulla recente decisione di schierare il sistema di difesa missilistico Terminal High Altitude Area Defense (Thaad) in Israele, nonché sulla posizione sostenuta dell’Amphibious Ready Group Marine Expeditionary Unit (Arg/Meu) del Dipartimento della Difesa nel Mediterraneo orientale”.

L’invio delle truppe, ordinato dal Segretario alla Difesa Lloyd Austin, inizierà nei prossimi mesi e verrà effettuato in linea con gli “impegni degli Stati Uniti per la protezione dei cittadini e delle forze armate statunitensi in Medio Oriente, la difesa di Israele e la de-escalation attraverso la deterrenza e la diplomazia”. Il Segretario Austin, si legge nella dichiarazione, “continua a chiarire che se l’Iran, i suoi partner o i suoi delegati dovessero sfruttare questo momento per colpire il personale o gli interessi americani nella regione, gli Stati Uniti adotteranno tutte le misure necessarie per difendere il nostro popolo”.

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