Un camion si è schiantato ieri su una fermata dell’autobus vicino a Glilot, a nord di Tel Aviv. Lo rende noto la polizia locale parlando di almeno 30 di feriti, tra cui dieci in condizioni gravi, un morto, e di alcune persone rimaste intrappolate sul luogo dell’impatto. L’area di Glilot vicino a Herzliya ospita il quartier generale del Mossad insieme a diverse unita’ di intelligence dell’Idf. La polizia israeliana ha subito considerato un attentato terroristico quanto avvenuto, e ha esploso colpi di arma da fuoco contro il conducente, subito ‘neutralizzato’.
Attentato o malore, si indaga. Hamas elogia “azione eroica” La polizia ha annunciato comunque che imponenti forze sono state dispiegate nell’area. Ma i familiari dell’autista, Rami Nathur di Kalanswa, hanno detto che l’uomo soffriva di problemi cardiaci: “Questo non è un attacco, Rami soffre di malattie e ha perso il controllo a causa di un malore”, hanno dichiarato. L’incidente è quindi ancora oggetto di indagine. Subito il movimento palestinese Hamas ha elogiato in un comunicato stampa quella che ha definito una “operazione eroica” effettuata “vicino al quartier generale del Mossad”. Si tratta, prosegue il gruppo armato, di “una risposta naturale ai crimini dell’occupazione (israeliana) contro il nostro popolo palestinese a Gaza, in Cisgiordania e a Gerusalemme”.
Usa e Ue e alleati chiedono a Israele non far crollare economia palestinese.
La segretaria al Tesoro Usa, Janet Yellen, insieme ai responsabili dell’economia di Unione Europea, Giappone, Canada, Regno Unito, Olanda, Australia e Francia, hanno chiesto ufficialmente a Israele di non sospendere le operazioni con le banche palestinesi. Secondo quanto rivela Axios, la richiesta è contenuta in una lettera inviata al governo israeliano in cui si chiedono garanzie che il ministro delle Finanze, l’esponente di estrema destra Bezalel Smotrich, che prolunghi di almeno un anno gli accordi tra le banche israeliane e della Cisgiordania.
La lettera precede la scadenza del 31 ottobre, termine entro il quale Israele deve approvare un’estensione per la comunicazione finanziaria fra le banche di Israele e quelle della Cisgiordania, senza la quale il sistema bancario e la fragile economia palestinese imploderebbe.
Yellen e gli alleati temono che il ministro delle finanze israeliano non approvi l’estensione, innescando una serie di conseguenze a catena. “Scriviamo per mettere in evidenza il nostro timore che le azioni intraprese da alcuni membri del vostro governo per negare l’accesso alla Cisgiordani alle risorse finanziarie potrebbe mettere a rischio la sicurezza di Israele e minacciare di destabilizzare l’intera regione in un momento pericoloso”, si legge nella lettera.
Guterres: ‘Scioccato dal livello di morte nel nord di Gaza’
Il capo delle Nazioni Unite Antonio Guterres si è detto “scioccato dagli strazianti livelli di morte e distruzione” nel nord di Gaza, dove le forze israeliane stanno portando avanti attacchi che, a loro dire, mirano a impedire ad Hamas di riorganizzarsi. “La difficile situazione dei civili palestinesi intrappolati nel nord di Gaza è insopportabile”, ha riferito il portavoce di Guterres. “Il Segretario generale è scioccato dagli strazianti livelli di morte, feriti e distruzione nel nord, con civili intrappolati sotto le macerie, malati e feriti senza assistenza sanitaria salvavita e famiglie senza cibo e riparo”.
Israele colpisce una scuola di Gaza. Idf: “Ospitava un centro di comando di Hamas”
L’Aeronautica israeliana ha sferrato ieri un “attacco mirato” a Gaza, contro presunti “terroristi che operavano in un centro di comando e controllo installato nel complesso che in precedenza ospitava la scuola Salah al-Din”. L’Idf, su Telegram, ha affermato che si trattava di una base “usata da terroristi di Hamas per pianificare e mettere in atto attacchi contro le forze Idf e lo Stato di Israele”. “Prima dell’attacco – prosegue l’Idf –sono stati effettuati vari passaggi per ridurre il rischio di coinvolgere civili” e parla di “un ulteriore esempio di come Hamas abusi sistematicamente delle strutture civili, violando il diritto internazionale” e conferma che continuerà “a operare contro Hamas in difesa degli israeliani”.
Parenti vittime di Hamas interrompono discorso Netanyahu
I parenti delle vittime dell’attacco di Hamas hanno interrotto il discorso del premier israeliano Benyamin Netanyahu ieri durante le commemorazioni del 7 ottobre. Pochi minuti dopo aver cominciato a parlare, diverse persone lo hanno interrotto, una delle quali ha gridato più volte: “Mio padre è stato ucciso”. Netanyahu è rimasto immobile davanti a un leggio durante la cerimonia a Gerusalemme mentre i membri del pubblico tra la folla urlavano, interrompendolo per più di un minuto, secondo una trasmissione in diretta del discorso.
Iran, “Evidente” la complicità degli Usa nelle azioni israeliane
“Israele non ha potere nella regione senza l’aiuto degli Stati Uniti, e gli americani sono certamente coinvolti in tutte le aggressioni del regime a Gaza, in Libano e in altri paesi,”ha dichiarato domenica il Ministro degli Esteri Abbas Araghchi. “anche tramite il suo supporto politico, gli Stati Uniti non hanno permesso che alcuna dichiarazione venisse emessa contro Israele in nessun organismo internazionale.” ha aggiunto Araghchi, che conclude: “Gli Stati Uniti hanno collaborato con il regime sionista nei recenti attacchi contro l’Iran, fornendo al regime un corridoio spaziale e dotandolo di sistemi di difesa. Pertanto, l’Iran ritiene che la complicità degli Stati Uniti nelle mosse israeliane nella regione sia del tutto evidente”
Khamenei: “Non ingigantire né sminuire attacco israeliano”
“Il male del regime sionista nel suo attacco di sabato contro l’Iran non dovrebbe essere né ingigantito né sminuito”, ha dichiarato domenica l’ayatollah Ali Khamenei, leader supremo iraniano, aggiungendo: “Questo errore di calcolo dei sionisti deve essere ridimensionato, affinché comprendano il potere e la determinazione dell’Iran”. Nella sua prima reazione ai raid israeliani in Iran, il leader ha sottolineato che le autorità iraniane decideranno la reazione appropriata, basandosi sull’interesse del Paese.