domenica, 22 Dicembre, 2024
Società

Migranti, via libera del Cdm al Dl sulla lista dei Paesi sicuri

Il provvedimento era stato annunciato nei giorni scorsi dal Premier Meloni: “Difenderemo i confini”

Già di buona mattina, ieri, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva ribadito la linea dura del governo sull’immigrazione: “Difenderemo i confini, in Italia si entra solo legalmente”. Parole che hanno anticipato il via libera del Consiglio dei Ministri al nuovo decreto legge in materia di migranti, che introduce cambiamenti rilevanti sulla gestione dei flussi e la definizione dei Paesi considerati “sicuri” o “non sicuri”per i rimpatri.

E dunque nel tardo pomeriggio di ieri il Cdm ha approvato un decreto legge per affrontare e risolvere l’impasse creato dalla decisione di venerdì scorso del Tribunale di Roma, che aveva negato la convalida del trattenimento di alcuni migranti nel centro di Gjader, in Albania. La motivazione del Tribunale risiedeva nel fatto che i migranti provenissero da Paesi ritenuti non sicuri, mettendo in discussione l’accordo sui rimpatri tra l’Italia e l’Albania. Il nuovo decreto mira invece a consolidare e rafforzare la normativa sui ‘Paesi sicuri’, modificando la procedura attraverso la quale questi vengono identificati e aggiornati.

Norma primaria

Obiettivo del provvedimento, trasformare in norma primaria l’elenco dei Paesi considerati sicuri per il rimpatrio dei migranti, superando così il carattere di norma secondaria che attualmente regola la questione. L’elenco viene infatti stilato annualmente dal Ministero degli Esteri, di concerto con i Ministeri dell’Interno e della Giustizia, ma con il nuovo decreto questo aggiornamento assumerebbe forza di legge, garantendo maggiore certezza giuridica e stabilità.

Il decreto coinvolge 19 Paesi, selezionati dai 22 originariamente previsti, dopo che il governo ha tenuto conto delle indicazioni della Corte di Giustizia europea. “Abbiamo escluso il Camerun, la Colombia e la Nigeria”, ha precisato il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, spiegando che, per questi tre Paesi, esistono situazioni particolari che non permettono di considerarli sicuri ai fini del rimpatrio. Per i restanti 19 Paesi, il governo ha ritenuto che “non c’erano eccezioni” e ha quindi consolidato la loro inclusione nell’elenco dei Paesi sicuri. Per la cronaca, le 19 nazioni sono Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia-Erzegovina, Capo Verde, Costa d’Avorio, Egitto, Gambia, Georgia, Ghana, Kosovo, Macedonia del Nord, Marocco, Montenegro, Perù, Senegal, Serbia, Sri Lanka e Tunisia.

Nessuna interpretazione

Una delle novità principali del decreto, come anticipato e come ha voluto sottolineare Piantedosi è la sua trasformazione dell’elenco dei Paesi sicuri da norma secondaria a norma primaria. In altre parole, l’elenco diventa legge, offrendo così alle autorità giudiziarie un parametro unico e uniforme da applicare nei casi relativi ai migranti provenienti da tali Paesi: “Questo ci consente di immaginare che offriamo ai giudici di tutta Italia un parametro che è l’applicazione di una legge rispetto a qualche ondivaga interpretazione”, ha detto Piantedosi che ha anche voluto ribadire il suo “profondo rispetto per la magistratura”, spiegando che l’obiettivo non è interferire con l’operato dei giudici, ma fornire loro strumenti più certi e coerenti per l’applicazione della legge, in un contesto spesso complesso come quello della protezione internazionale.

Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio ha chiarito le motivazioni alla base del nuovo decreto sui Paesi sicuri, spiegando che il provvedimento è frutto di una sentenza della Corte di Giustizia europea, descritta come “molto complessa e articolata”. Durante la conferenza stampa al termine del Cdm, Nordio ha espresso il suo punto di vista, affermando che la sentenza non è stata “ben compresa o bene letta dai giudici” italiani, dando vita a interpretazioni non completamente in linea con quanto previsto dalla Corte.

Codice degli Incentivi

Da segnalare che sempre ieri il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha approvato lo schema di decreto legislativo sul ‘Codice degli Incentivi’, in attuazione della Legge n. 160 del 27 ottobre 2023, che ha delegato al governo la revisione del sistema delle agevolazioni alle imprese. La riforma – fa sapere il Mimit – è volta a riordinare l’offerta degli incentivi statali, rafforzando il coordinamento tra amministrazioni centrali ed enti locali e a risolvere la complessità e l’inadeguatezza delle attuali procedure e della relativa strumentazione tecnica. “È la prima volta che l’ordinamento italiano si dota di un testo in grado armonizzare al suo interno tutte le principali norme che governano i procedimenti di incentivazione: è una riforma storica per il sistema Italia con la partecipazione di tutti gli attori, uniti nel facilitare l’attività delle imprese”, ha dichiarato Urso.

Codice dei Contratti Pubblici

Il Cdm ha dato anche il via libera al correttivo del Codice dei Contratti Pubblici, un provvedimento frutto di un’ampia consultazione che ha coinvolto 94 stakeholders tra soggetti pubblici e privati, raccogliendo circa 630 contributi. Il testo, promosso dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, introduce significative modifiche mirate a sostenere gli investimenti pubblici e migliorare la competitività del settore. Tra i principali promotori del provvedimento, figura il Vicepremier e Ministro Matteo Salvini, che ha seguito il dossier con particolare interesse.

Il decreto correttivo si concentra su dieci macro-temi chiave, con particolare attenzione a equo compenso, tutele lavoristiche, digitalizzazione e revisione dei prezzi. Le modifiche mirano a rafforzare l’efficienza del sistema dei contratti pubblici, garantire una maggiore equità per i lavoratori e sostenere la competitività delle Piccole e medie imprese.

Il correttivo approvato dal governo mira a snellire e rendere più efficace il sistema degli appalti pubblici, con un impatto positivo sia per i lavoratori che per le imprese. L’introduzione di meccanismi di equo compenso e la semplificazione delle procedure di revisione prezzi, unite alle misure specifiche per facilitare la partecipazione delle Pmi, rappresentano passi significativi verso una maggiore trasparenza e competitività del settore.

Altre misure

Inoltre governo ha deliberato la proroga dello stato di emergenza in Emilia Romagna e Toscana per ulteriori dodici mesi e, contestualmente, ha esteso di sei mesi lo stato di emergenza per il ‘deficit idrico’ in Basilicata e ha approvato un nuovo decreto nell’ambito del Pnrr, che introduce una serie di misure per accelerare l’attuazione degli interventi previsti dal Piano. Tra le novità di maggior rilievo, si segnala una norma che semplifica le procedure per destinare i beni sequestrati alla criminalità organizzata alla realizzazione di alloggi per studenti universitari.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Green Jobs: le nuove professioni “verdi”

Tiziana Filippini

Priorità per l’Italia: fondi Ue, flessibilità sul Pnrr, difesa comune

Giampiero Catone

Mattarella: Bologna. Fu strage di matrice neofascista con ignobili depistaggi

Stefano Ghionni

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.