domenica, 20 Ottobre, 2024
Società

Ancora scontro sui migranti. Nordio: “Sentenza abnorme”. Le opposizioni: “Si dimetta”

Domani il Consiglio dei Ministri

La questione migranti continua a tenere alta la tensione all’interno della politica italiana, con maggioranza e opposizione che continuano a ‘duellare’ a colpi di comunicati stampa e dichiarazioni, con il Papa che scende in campo a difesa degli immigrati. E dunque anche la giornata di ieri è stata interamente contrassegnata da quanto deciso dai giudici del Tribunale di Roma che venerdì non ha convalidato il trattenimento all’interno del Centro di permanenza per il rimpatrio di Gjader, in Albania, di 12 migranti (invalidando così l’accordo di trasferimento dei migranti per il loro rimpatrio tra i due Paesi a causa di normative non conformi).

L’attracco a Bari

E difatti è attraccata ieri al porto di Bari la motovedetta della Guardia costiera. I migranti, 7 cittadini bengalesi e 5 egiziani, sono stati presi in carico dalle autorità italiane e sono stati trasferiti al Centro di accoglienza per richiedenti asilo del capoluogo pugliese, dove potranno avviare le procedure per la richiesta di protezione internazionale o attendere altre disposizioni legali.

Cosa succederà ora? L’esecutivo ha fatto sapere che non starà con le mani in mano e difatti sta studiando un nuovo provvedimento per consentire il trasferimento dei migranti nei centri allestiti in Albania. L’ipotesi più accreditata è quella di un decreto legge che potrebbe essere approvato nel Consiglio dei ministri convocato per domani alle 18 a Palazzo Chigi. Il provvedimento, che avrebbe efficacia immediata, andrebbe a elevare a norma primaria l’elenco dei Paesi considerati sicuri per il rimpatrio dei migranti. Attualmente, questa lista è definita tramite un decreto interministeriale, ma il governo sembra intenzionato a rafforzare la base giuridica di queste decisioni per evitare nuovi ostacoli legali, come accaduto con la sentenza del Tribunale di Roma.

Parla Nordio

Ieri è sceso in campo direttamente il Ministro della Giustizia Carlo Nordio che ha difeso la posizione del governo: ha detto che la critica espressa dalla politica non è diretta alla magistratura in generale, bensì al merito specifico di una sentenza che considera “abnorme”.

Nordio ha voluto rimarcare che la definizione di quali Paesi siano considerati sicuri per il rimpatrio dei migranti non può essere affidata ai tribunali, ma è una questione di alta politica, riservata al governo, facendo presente il rischio di creare tensioni diplomatiche. In particolare, ha fatto riferimento alla possibile implicazione di considerare Paesi amici come il Marocco non sicuri, cosa che potrebbe portare a incidenti diplomatici. Il Ministro ha citato anche l’esempio degli Stati Uniti, un Paese che, pur mantenendo la pena di morte, è considerato un alleato storico e membro delle Nazioni Unite: “Se ritenessimo non sicuri i Paesi dove vigono regole che noi abbiamo ripudiato, come la pena di morte, nemmeno gli Stati Uniti sarebbero un Paese sicuro e dovrebbero essere espulsi dalle Nazioni Unite”. Per superare la situazione attuale, Nordio ha anticipato l’intenzione dell’esecutivo di adottare provvedimenti legislativi.

Opposizioni all’attacco

Di tutt’altro avviso sono le opposizioni, che hanno reagito duramente alle parole del ministro Nordio e degli esponenti della maggioranza. Il Movimento 5 Stelle ha chiesto le dimissioni immediate del ministro della Giustizia, accusandolo di aver superato “ogni limite”. Anche il Partito democratico ha richiesto l’uscita di scena di Nordio. Tra i tanti commenti di ieri, da segnalare quello della Segretaria dem Elly Schlein che è tornata a criticare duramente l’operato dell’esecutivo per quello che ha definito come “uno scontro istituzionale gravissimo”, accusandolo di alimentare tensioni per mascherare la propria incapacità gestionale: “Non è mica colpa dei giudici o delle opposizioni se il governo non sa capire le leggi e le sentenze”. Italia Viva ha invece annuncia che denuncerà Meloni alla Corte dei Conti per i costi dei Cpr in Albania.

Parla il Papa

Il tema degli ultimi giorni non è sfuggito neanche al Papa che ieri, in un videomessaggio in spagnolo rivolto ai partecipanti al Convegno nazionale dei presidenti e assistenti diocesani dell’Azione Cattolica Italiana, in corso a Sacrofano, vicino Roma, ha ribadito con forza l’importanza dell’accoglienza dei migranti: “Non possiamo chiudere la porta al migrante. Il migrante deve essere accolto, accompagnato, promosso e integrato. Nelle sue mani farà crescere tutti”. Le parole di Bergoglio si sono basate su un richiamo al Vangelo, ricordando che l’insegnamento di Gesù è universale e rivolto a tutti, senza eccezioni. “‘Dare loro da mangiare’ è il comando di Gesù che coinvolge tutti. Dare loro la mano per accompagnarli. Dare loro la mano perché non vengano sommersi, in particolare i migranti”.

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