Negli ultimi giorni la situazione in medio-oriente nelle diverse regioni coinvolte, in particolare riguardo al gruppo di miliziani di Hezbollah, è diventata sempre più tesa. Diversi missili sono stati lanciati dal Libano verso il nord di Israele. Circa la metà di questi missili è stata intercettata dalle difese israeliane, mentre gli altri sono caduti in aree dove non ci sono stati danni, poiché erano disabitate. Uno degli attacchi più gravi è avvenuto con un drone, un piccolo velivolo senza pilota, lanciato da Hezbollah dal Libano, che ha colpito una base militare israeliana a Binyamina, uccidendo quattro soldati e ferendone 58, otto dei quali in modo grave. Hezbollah ha rivendicato l’attacco, affermando che si tratta della prova che possono ancora colpire Israele: “È la prova che siamo ancora in grado di colpire”, hanno dichiarato i miliziani sciiti. Nel frattempo, l’esercito israeliano ha intensificato i bombardamenti nella Striscia di Gaza, ancora sotto il controllo di Hamas,. A Jabaliya, una zona nel nord di Gaza, un attacco aereo israeliano ha colpito un centro di distribuzione di aiuti, provocando la morte di 10 persone e ferendo 30, tra cui donne e bambini, secondo fonti locali. La Mezzaluna Rossa palestinese, che si occupa di soccorso sanitario, ha dichiarato di non riuscire a raggiungere il sito dell’attacco per prestare aiuto. Un altro attacco israeliano ha colpito un ospedale a Gaza, uccidendo 15 persone. Israele ha affermato che la struttura era utilizzata da Hamas, accusando il gruppo di usare edifici civili per scopi militari. Oltre a Gaza, anche il Libano è stato coinvolto nei raid israeliani. La Croce Rossa ha confermato che in un attacco aereo israeliano in Libano sono rimaste uccise 18 persone. Inoltre, uno dei comandanti delle unità anticarro di Hezbollah è stato ucciso, un fatto che potrebbe avere ripercussioni sulla capacità di azione del gruppo militante in futuro.
Nuove sanzioni
Sul fronte internazionale, il Regno Unito ha annunciato nuove sanzioni contro i vertici delle forze armate iraniane e l’intelligence della Guardia Rivoluzionaria, un’unità militare d’élite iraniana. Queste misure sono una risposta all’escalation di violenze nella regione. Il ministro degli Esteri britannico, David Lammy, ha affermato: “Nonostante i ripetuti avvertimenti, le azioni pericolose dell’Iran e dei suoi alleati stanno determinando un’ulteriore escalation in Medio Oriente”. Finora, insieme agli alleati occidentali, il Regno Unito ha sanzionato circa 400 tra individui e istituzioni legati all’Iran. Sul fronte diplomatico, Israele ha manifestato l’intenzione di rispondere con forza agli attacchi di Hezbollah. Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha informato il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, della gravità dell’attacco subito nella base militare e ha sottolineato che Israele è pronto a reagire con decisione. In una dichiarazione, Gallant ha affermato di aver sottolineato “la gravità dell’attacco e la forte risposta che sarebbe stata data a Hezbollah”. In parallelo, il Ministro degli Esteri israeliano, Eli Cohen, ha duramente criticato le forze di pace dell’Unifil, la missione delle Nazioni Unite nel Libano meridionale, definendole “inutili”. Cohen ha affermato che l’Unifil non è stata in grado di prevenire gli attacchi di Hezbollah contro Israele e ha chiesto al segretario generale dell’Onu, António Guterres, di ritirare queste forze dalla regione. Secondo Cohen, l’Unifil non ha garantito la sicurezza e la stabilità e ha persino “fatto il gioco di Hamas”, il gruppo militante che opera nella Striscia di Gaza.