Sindacati sul piede di guerra per il lavoro, il calo della produzione e le scelte del Governo per il bilancio. “Il Governo ci dica dopo quanti mesi consecutivi di calo intende convocare un tavolo di confronto con imprese e sindacati a palazzo Chigi sull’inarrestabile diminuzione della produzione industriale italiana, perché siamo al 19° mese di calo tendenziale”. È quanto dichiara il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo. “Esattamente a due anni dalla nascita del governo, i provvedimenti sfornati sul lavoro, sulla sua qualità, stabilità e sicurezza, lasciano molta amarezza in bocca. Siamo di fronte a un lungo elenco di misure e interventi volti a far ridere i datori di lavoro e a far piangere lavoratrici e lavoratori”, aggiunge la segretaria confederale della Uil, Ivana Veronese. Luigi Sbarra, segretario della Cisl, ha ricordato che il 18 ottobre in Piazza del Popolo, a Roma, ci sarà la manifestazione nazionale unitaria dei metalmeccanici in occasione dello sciopero nel settore auto e chiede l’intervento del Governo.
Le manifestazioni annunciate
Per la Cgil, l’“Istat certifica ancora una volta una grave contrazione degli indici di produzione industriale che, su Agosto 2023 segna un 3,2% in meno, segno negativo che aumenta se si prende a riferimento il periodo Gennaio/Agosto 2024 sullo stesso periodo 2023”, sottolinea Gesmundo. “A parte la fornitura di energia, la chimica e altri piccoli settori, il resto dei settori industriali continua a mostrare indici di produzione che ormai definire solo negativi è fuorviante: da quello della produzione dell’auto (-14,2 %) alla metallurgia (-10%), fino al manufatturiero (-5,4%) l’insieme delle attività produttive italiane conferma ormai i segnali di una profonda e inarrestabile crisi sulla quale l’unico a non preoccuparsi affatto continua ad essere il Governo”. “Oltretutto – aggiunge Gesmundo – i dati di oggi dell’Istat confermano che accanto alla crisi dell’industria italiana si manifesta sempre più e sempre meglio la crisi dei consumi, che concorrono a trascinare verso il baratro la produzione industriale”. E dopo la manifestazione dei metalmeccanici è annunciata anche la protesta dei chimici il 25 e quello dei tpl l’8 novembre.
Penalizzati i lavoratori
Per la Uil: “Si regalano alle aziende esoneri dalle ispezioni, rateizzazioni degli omessi versamenti contributivi da lavoro nero, ampliamento nell’utilizzo dei voucher, libertà nello stabilire causali a contratti a tempo determinato superando la contrattazione collettiva, una patente a crediti poco credibile. Ieri – ha sottolineato Ivana Veronese – con l’approvazione in aula del collegato lavoro, si è allungata la carrellata degli interventi ‘pro azienda’ e si sono fatti gli ennesimi regali ai datori di lavoro, assicurando loro un ampliamento smisurato di occupazione temporanea esternalizzata, eliminando limiti alla somministrazione che riguarda soprattutto giovani, sdoganando senza freni la stagionalità, anche questa relativa soprattutto ai giovani, riducendo tutele (Naspi) e diritti (diritto di difesa ex art. 7 Statuto lavoratori) per lavoratrici e lavoratori in caso di assenze dal lavoro ingiustificate, determinando un potenziale sconfinamento del lavoro subordinato nel lavoro autonomo, favorito dall’introduzione di una flat tax in deroga alla normativa vigente”.
Il Governo sia impegnato
Mentre la Cisl, con Sbarra, dichiara che “dall’audizione in Parlamento dell’amministratore delegato, Carlos Tavares ci aspettiamo coerenza e rispetto. Coerenza verso gli impegni che Stellantis ha preso col Governo e con le organizzazioni sindacali e rispetto per decine di migliaia di lavoratori, verso i quali si deve esercitare la massima responsabilità sociale della multinazionale”. “Il Governo deve essere attento e impegnato”, ha concluso il leader della Cisl: “Dobbiamo ritornare ad un modello di relazioni sindacali rispettoso, dobbiamo rilanciare il settore dell’automotive nel nostro paese e il governo deve essere attento ad accompagnare questa nuova prospettiva di politica industriale”.