lunedì, 7 Ottobre, 2024
Sanità

Salute mentale, l’allarme dei Dipartimenti: “In Italia ci sono due milioni di persone senza cure, servono più fondi”

Da ‘Cenerentola’ della sanità pubblica a vero e proprio ‘fantasma’ nei dibattiti del G7 Salute, la salute mentale in Italia è sempre più in difficoltà. Stretta tra risorse economiche insufficienti, carenza di personale e una crescente emergenza psicologica, la situazione è allarmante. A farne le spese sono soprattutto due milioni di italiani che, pur soffrendo di gravi disturbi mentali, non ricevono l’assistenza necessaria dai servizi sanitari. L’allarme viene lanciato dai Dipartimenti di Salute Mentale, che, in vista della Giornata Mondiale della Salute Mentale, si preparano a organizzare oltre 150 incontri in tutto il Paese per sensibilizzare l’opinione pubblica e chiedere un rinnovamento del sistema. Secondo Giuseppe Ducci, Vicepresidente del Collegio Nazionale dei Direttori dei Dipartimenti di salute mentale, le stime epidemiologiche indicano che circa il 5% della popolazione, ovvero circa 3 milioni di persone, soffre di disturbi psichici, cifra che sale al 10% se si considerano anche disturbi più lievi, come gli attacchi di panico. Ma solo 770mila pazienti sono attualmente seguiti dai servizi pubblici, lasciando un enorme vuoto di assistenza. “La paura dello stigma e la difficoltà delle strutture a prendere in carico i pazienti creano un pericoloso sommerso”, spiega Ducci, con le fasce più fragili, come donne, anziani, bambini e adolescenti, che pagano il prezzo più alto. La Legge Basaglia, che quest’anno celebra i 100 anni dalla nascita del suo ideatore, ha senza dubbio rappresentato un passo fondamentale verso un approccio comunitario e rispettoso dei diritti umani. Fabrizio Starace, Presidente del Collegio Nazionale dei Direttori dei Dsm, sottolinea che i cambiamenti sociali ed epidemiologici richiedono una riforma urgente. L’aumento delle dipendenze, dei disturbi dello spettro autistico e dei problemi psicologici legati all’infanzia richiedono un potenziamento dei Dsm, con risorse aggiuntive e un adeguamento degli organici.

Pochi fondi

Uno dei principali problemi denunciati dai Dsm è la scarsità di fondi. Attualmente, solo il 2,5% del Fondo Sanitario Nazionale viene destinato alla salute mentale, una cifra ben al di sotto delle necessità. Per rispondere ai bisogni crescenti, il Collegio Nazionale dei Dsm chiede che almeno il 5% del fondo sia dedicato alla salute mentale, con percentuali specifiche per l’infanzia e le dipendenze. “Servono almeno 2 miliardi in più per garantire l’adeguamento degli organici”, osserva Ducci, facendo notare che l’Italia è uno degli ultimi Paesi in Europa per investimenti in salute mentale. Ad oggi, nei Dsm lavorano circa 25mila operatori tra psichiatri, psicologi e infermieri, un numero insufficiente rispetto agli standard ministeriali, che prevedono 83 operatori ogni 100mila abitanti. Attualmente, l’Italia ne conta solo 55, con un deficit che supera il 30%. Per discutere di questi temi, il prossimo 10 ottobre i Dsm si apriranno al pubblico con eventi in tutta Italia, coinvolgendo operatori, pazienti, familiari e associazioni in un dialogo aperto sui problemi della salute mentale. Un appello forte e chiaro, che chiede di affrontare con urgenza una crisi sempre più evidente, prima che sia troppo tardi.

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