Le difese aeree russe avrebbero abbattuto per errore un loro stesso caccia, che si trovava sul territorio occupato della regione orientale del Donbass, secondo quanto hanno affermato ieri i vertici dell’aeronautica militare di Kiev. Il Su-25 colpito dai missili russi doveva sganciare bombe teleguidate sulle posizioni ucraine. Secondo un elenco in cui l’esercito ucraino pubblica le presunte perdite delle truppe russe, Mosca ha perso 368 aerei dall’inizio della guerra.
Dieci droni ucraini sono stati distrutti nella notte tra venerdì e sabato sulle regioni russe di Belgorod, Kursk e Voronezh: lo rende noto il Ministero della Difesa di Mosca. Una persona è rimasta ferita nel Voronezh quando un gruppo di droni ha attaccato alcune “aziende civili”, secondo il governatore Alexander Gusev. Il ministero della Difesa ha accusato Kiev di “aver tentato di sferrare un attacco terroristico utilizzando droni contro obiettivi nel territorio della Federazione Russa”.
Raid russi su un villaggio in Zaporizhzhia, 2 morti
Almeno due persone sono morte nel villaggio ucraino di Mala Tokmachka, nella regione di Zaporizhzhia, in seguito a un bombardamento da parte delle forze russe. Le vittime sono due uomini sulla quarantina, riferisce sul suo canale Telegram il capo dell’amministrazione dell’oblast, Ivan Fedorov.
Frammenti di un drone russo in Romania al confine con l’Ucraina
L’agenzia romena Agerpres citando i ministeri della Difesa e dell’Interno di Bucarest e il servizio di intelligence romeno ha reso noto ieri che frammenti di un drone russo sono stati trovati nell’area del canale di Litcov, nel delta del Danubio in Romania, non lontano dal confine con l’Ucraina. Non si segnalano feriti. Il ministero della Difesa ha ribadito “la ferma condanna” degli attacchi condotti dalla Russia contro le infrastrutture civili ucraine definendoli “ingiustificati” e in violazione del diritto internazionale.
6 ufficiali nordcoreani morti in raid in Donetsk
Fonti dell’intelligence militare di Kiev a Interfax-Ucraina hanno riferito che più di 20 militari, tra cui sei ufficiali della Corea del Nord, sono stati uccisi in un attacco missilistico nel Donetsk occupato dalla Russia che sarebbe avvenuto il 3 ottobre scorso. Altri tre militari nordcoreani sono rimasti feriti, secondo le stesse fonti. Il Gur aveva riferito in precedenza dell’arrivo di un piccolo contingente di personale militare da Pyongyang, in particolare unità di ingegneria, ricorda l’agenzia, sottolineando “la cooperazione attiva tra Russia e Corea del Nord” nella guerra all’Ucraina.
Times: metà proiettili russi viene dalla Nordcorea
Dei circa tre milioni di proiettili di artiglieria utilizzati dalla Russia ogni anno, circa la metà proviene dalla Corea del Nord. Lo scrive il quotidiano britannico ‘The Times’ riferendosi a dati dell’intelligence occidentale. Secondo una fonte del Times, la Russia è diventata dipendente dalle forniture della Corea del Nord in seguito alla visit a Pyongyang di Vladimir Putin all’inizio di quest’anno. Inoltre la Corea del Sud stima che la Russia potrebbe aver ricevuto cinque milioni di proiettili di artiglieria dalla Crea del Nord solo nell’estate del 2024. Recentemente sono emerse prove anche di consegne di missili balistici nordcoreani a Mosca. L’intelligence occidentale stima comunque che molti dei proiettili nordcoreani potrebbero essere difettosi, ma rimane il fatto che l’enorme quantità fornita ha permesso alla Russia di ottenere un successo duraturo sul campo di battaglia.
Russia: campione di scacchi Kasparov multato per spionaggio
Il campione mondiale di scacchi Garry Kasparov è accusato, perla quarta volta, di non aver fornito rapporti sulle attività di un agente straniero ed è stato punito con una sanzione amministrativa di 40 mila rubli. Nel maggio dello scorso anno, il ministero della Giustizia russo aveva inserito Kasparov, che ha chiuso la sua carriera sportiva per entrare in politica, nel registro degli agenti stranieri. Nel marzo di quest’anno Rosfinmonitoring lo ha incluso nell’elenco dei terroristi ed estremisti.
In Ucraina infrastrutture a rischio, “prepararsi al freddo”
L’inverno si preannuncia ad alto rischio per la popolazione ucraina, in particolare nella regione di Sumi, dove la distruzione delle infrastrutture energetiche da parte delle forze russe aggraverà le temperature rigide, in media tra -4,8 e 2 gradi. Il ministro per le Comunità e i Territori, Oleksii Kuleba, ha sottolineato in un post su X che “le comunità devono essere preparate per qualsiasi scenario” nella “stagione fredda”. Il messaggio è giunto dopo una sua visita nella regione di Sumi, una zona nel nord del Paese nel mirino di numerosi bombardamenti russi.
Si valuta l’ipotesi Kiev nella Nato se cede territori
L’ipotesi di cedere territori occupati dalla Russia per guadagnare l’accesso alla Nato “potrebbe essere l’unica possibilità” per Kievche, secondo quanto riporta il Financial Times, sta valutando un possibile compromesso diplomatico in questo senso. Ma l’argomento rimane un tabù per il governo, almeno in pubblico. Dietro le quinte, invece, secondo quanto si legge sul giornale britannico: “Kiev ha ridimensionato i suoi obiettivi di guerra. La nuova strategia, presentata dal Presidente Volodymyr Zelensky ai leader statunitensi la scorsa settimana, consiste nel chiedere ai suoi alleati di rafforzare l’Ucraina, militarmente e diplomaticamente, per portare la Russia al tavolo dei negoziati. I diplomatici occidentali e un numero crescente di funzionari ucraini sono giunti alla conclusione che garanzie di sicurezza significative potrebbero costituire la base di un accordo negoziale in cui la Russia mantenga il controllo de facto, ma non de jure, di tutto o parte del territorio ucraino che attualmente occupa”.
Quando c’è la volontà ci sono modi
Il Financial Times sottolinea come i diplomatici europei ritengano che ci dovrebbero essere significative garanzie di sicurezza in un’eventuale soluzione negoziata in cui la Russia abbia il controllo “de facto ma non de jure” dei territori ucraini attualmente occupati. Questi, in seguito, dovrebbero essere recuperati per vie diplomatiche. Un’intesa tuttavia non è facile neanche fra gli alleati: gli Stati Uniti appaiono irremovibili sulle vaghe dichiarazioni ufficiali riguardo l’ingresso ucraino nell’Alleanza, nel timore che offrire garanzie di difesa collettiva sulla base dell’articolo 5 prima che la guerra sia finita rischi di trascinare nel conflitto tutto l’occidente. Questa la linea ufficiale anche della NATO.
Ma iniziano a sentirsi voci discordanti: “Quando c’è la volontà, ci sono modi per trovare una soluzione. Ma è necessaria una linea che definisca il punto in cui viene invocato l’articolo 5, e l’Ucraina deve controllare tutto il territorio fino a quel confine”, ha detto l’ex segretario generale Stoltenberg, citando come esempio le garanzie di sicurezza che gli Stati Uniti forniscono al Giappone e che non coprono le isole Curili, quattro delle quali il Giappone rivendica come proprie ma che sono controllate dalla Russia, o anche la Germania, che è entrata a far parte della Nato nel 1955, nonostante fosse divisa.
Zelensky parteciperà a vertice di Ramstein la prossima settimana
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato sulle reti sociali che “Ci stiamo preparando” al vertice internazionale sulla difesa dell’Ucraina, “che sarà il primo a svolgersi a livello di leadership” e dove Zelensky presenterà “misure chiare e concrete per una giusta fine alla guerra”, assicurando che la Russia potrà essere fermata “con la determinazione dei partner e il rafforzamento dell’Ucraina”. Il cosiddetto Gruppo di contatto per la difesa dell’Ucraina si terrà sabato prossimo, 12 ottobre, nella base militare americana di Ramstein, nel sud-ovest della Germania, e riunirà i leader di 57 paesi, compreso il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e tutti i membri della NATO., ha scritto Zelensky, per il 25/mo incontro di Ramstein del 12 ottobre, dei circa 50 Paesi che sostengono l’Ucraina.