Entrata da ieri in vigore la “patente a crediti” per le imprese e i lavoratori autonomi che operano all’interno dei cantieri. Un inizio contestato dalla Cna che esprime “profondo rammarico e delusione”, perché il decreto attuativo non ha previsto un “necessario e adeguato periodo transitorio”.
Aggravio burocratico
“Una scelta”, osserva la Confederazione nazionale degli artigiani, “che non tiene conto della realtà delle imprese. Inoltre la circolare dell’ispettorato del lavoro comporta un ulteriore aggravio burocratico a carico delle imprese”.
Assistenza alle imprese
Per la Cna, prevedere un periodo transitorio non era solo auspicabile, ma necessario. “Ignorare tale aspetto dimostra una scarsa attenzione nei confronti dei bisogni concreti delle aziende del settore. Cna”, evidenzia la Confederazione, “pur manifestando forti riserve sull’efficacia della patente a crediti, si è già attivata da tempo per assistere le migliaia di piccole e medie imprese coinvolte, ma operare in tempi così ristretti è indice di un approccio superficiale rispetto a temi complessi e delicati come la sicurezza sul lavoro”.
Le imprese e i professionisti della filiera, secondo la Cna, dovranno districarsi “nella mancanza di chiarezza sulle tempistiche, si rischia di compromettere la sostenibilità del settore”.
Dinamiche speculative
Inoltre, l’assenza di un periodo transitorio adeguato sempre secondo le valutazioni della Cna “rischia di favorire dinamiche speculative, con soggetti pronti a sfruttare la fase di incertezza delle imprese. L’introduzione improvvisa di nuove normative”conclude la Confederazione nazionale degli artigiani, “senza un tempo sufficiente per l’adeguamento non solo aumenta il rischio di errori, ma mette ulteriormente a rischio la stabilità di un settore già provato”.