L’aeronautica russa ha lanciato all’alba due attacchi consecutivi con droni sulla regione di Sumy colpendo due volte un ospedale: Zelensky: solo la forza può fermare Putin. Per la Nato non c’è nessun segno che la Russia voglia attaccare uno stato membro. Polonia e paesi baltici fortificheranno i confini orientali dell’Ue
Attacco russo a ospedale Sumy, 9 morti e 11 feriti
Sono nove, secondo l’ultimo bilancio di ieri sera, le vittime di un attacco di droni russi contro un ospedale a Sumy, tra cui un poliziotto. Un altro agente di polizia è rimasto ferito, e due medici sono tra i feriti gravi. Lo ha riferito su Telegram il capo dell’Amministrazione Militare Regionale Oleksii Drozdenko: “La Russia ha attaccato uno degli ospedali della città con droni Shahed. Al momento, sappiamo di 8 morti”. In totale i feriti sono 11, mentre 113 pazienti sono stati evacuati. Il primo attacco, ieri mattina, ha causato la morte di una persona e danneggiato il soffitto di diversi piani dell’ospedale. L’evacuazione è iniziata subito dopo, mentre i soccorritori e la polizia arrivavano sul posto. Durante l’evacuazione, i russi hanno lanciato un secondo attacco.
Zelensky: Russia “dichiara guerra a ospedali e civili”
“Tutti coloro che nel mondo parlano di questa guerra devono prestare attenzione a ciò che la Russia sta prendendo di mira. Stanno dichiarando guerra agli ospedali, ai beni civili e alla vita delle persone”, ha scritto su X Volodymyr Zelensky in reazione al doppio attacco russo sull’ospedale di Sumy. “Solo la forza può costringere la Russia alla pace. La pace attraverso la forza è l’unica via giusta. Ringrazio tutti coloro che ci sostengono in questo percorso”, ha aggiunto il presidente ucraino, che rivolge le sue condoglianze alle famiglie e agli amici delle vittime. “L’operazione di salvataggio è in corso mentre continuiamo ad affrontare le conseguenze e a salvare vite umane. Stiamo facendo tutto il possibile per fornire ai nostri cittadini l’aiuto di cui hanno bisogno”, ha assicurato il presidente ucraino.
Attacco nella notte sulla regione di Kiev
Il sistema di difesa aerea ucraino è entrato in azione nella notte tra venerdì e sabato nella regione di Kiev in risposta all’attacco russo con droni e si sono registrati alcuni danni causati dalla caduta di detriti, ma nessuna vittima. Le Forze di difesa ucraine dicono di avere abbattuto due missili guidati russi Kh-59/69 e 69 droni d’attacco tipo Shahed. Secondo quanto riporta il capo dell’amministrazione statale regionale di Kiev Ruslan Kravchenko, ” Gli obiettivi nemici sono stati distrutti. Non ci sono stati colpi a infrastrutture critiche o residenziali. Non ci sono state vittime”.
I rottami dei droni abbattuti sono stati trovati in quattro distretti della regione di Kiev. In uno degli insediamenti, sei case private, una dependance e un edificio amministrativo sono stati colpiti. I danni sono lievi, con finestre rotte nelle case. In un’altra area, il tetto di un hangar di un’impresa privata è stato danneggiato. Macerie sono state trovate all’interno della stazione dei pompieri. Sono stati registrati diversi incendi, tutti spenti.
Sventate 5 incursioni ucraine a Kursk
Il ministero della Difesa russo ha affermato di avere sventato ieri cinque tentativi di sfondare il confine nella zona di Kursk eliminando 60 uomini dell’esercito ucraino. Secondo gli ultimi bilanci russi, nelle ultime 24 ore a Kursk sarebbero stati uccisi 370 militari ucraini e distrutti 8 veicoli corazzati. Dall’inizio dei combattimenti in quell’area ne sarebbero stati uccisi 18 mila e distrutti 132 carri armati ucraini, oltre a 97 veicoli corazzati per il trasporto di truppe, 64 veicoli da combattimento di fanteria, 842 veicoli corazzati da combattimento, 541 veicoli a motore e 145 pezzi di artiglieria. Kiev avrebbe perso anche otto lanciamissili, 31 sistemi di lancio multiplo di razzi, tra cui otto lanciatori Himars di fabbricazione statunitense e sei lanciatori Mlrs, e 37 sistemi per la guerra elettronica, così come cinque veicoli di trasporto e carico, nove radar controbatteria, due radar di difesa aerea e 18 pezzi di equipaggiamento ingegneristico, tra cui 11 veicoli da combattimento, un veicolo di sminamento UR-77 e un veicolo corazzato di manutenzione e recupero.
Russia, almeno 12 morti in Daghestan
Salito a 12, tra cui due bambini, il bilancio delle vittime di un’esplosione in una stazione di servizio nella regione russa del Daghestan, sul Mar Caspio, ha dichiarato sabato il ministero delle Emergenze. L’assistente del ministro della Sanità, Alexei Kuznetsov, ha reso noto inoltre che quattro persone sono rimaste in ospedale, di cui una in gravi condizioni. L’esplosione, avvenuta venerdì fuori dal capoluogo regionale di Makhachkala, ha provocato anche 23 feriti. Le autorità locali hanno dichiarato il regime di emergenza nel distretto e hanno dichiarato il 28 settembre una giornata di lutto nella regione..
Dagenergo, l’operatore energetico regionale, ha dichiarato venerdì che l’esplosione ha danneggiato “oggetti energetici” e che la fornitura di energia elettrica è stata parzialmente interrotta nei distretti vicini. Una sezione locale del Comitato Investigativo, che si occupa di crimini gravi in Russia, ha dichiarato di aver aperto un caso penale e di stare accertando le circostanze dell’incidente.
Nato: nessun segno che la Russia voglia attaccare uno stato membro.
In un’intervista esclusiva con Interfax-Ukraine il presidente del Comitato Militare della Nato, l’ammiraglio Rob Bauer, ha affermato che l’Alleanza non vede “preparativi o intenzioni” da parte della Russia che suggeriscano un possibile attacco a uno stato membro: “Il 90% delle loro forze di terra sono impegnate in Ucraina. Quindi è improbabile che possano farlo ora contro la Nato con le loro forze di terra. Lo vedremo. Possono attaccare con altri mezzi? È possibile. Ma non vediamo alcuna misura preparatoria al riguardo”. Allo stesso tempo, i russi stanno ”lentamente avanzando con pesanti perdite. Non sono risultati enormi, ma sono risultati. E l’Ucraina continua a difendersi con grande coraggio e, per la maggior parte, con grande efficacia”.
Kursk “un dilemma strategico” per Mosca
Bauer ha anche spiegato che l’operazione nella regione di Kursk della Federazione Russa dovrebbe essere “crea un dilemma strategico per la Russia. Quando Putin dice che sta difendendo la sua patria, non ci riesce, perché l’Ucraina ora è in Russia. Questo non va bene. Penso quindi che questa sia una mossa intelligente da parte dell’Ucraina. Ha anche portato a una discussione in Russia su ‘cosa faremo, ci riorienteremo dal Donbass al Kursk o no?’. Credo che il dilemma strategico esista ancora perché questa storia è negativa per Putin”.
Zelensky a Trump: “Putin non può vincere”
Dopo l’incontro con Zelensky a New York, Trump ha promesso di “lavorare molto per trovare un accordo tra le parti”. Il presidente ucraino ha commentato “Ho avuto un incontro molto produttivo con Donald Trump. Gli ho presentato il nostro ‘Piano per la Vittoria’ e abbiamo esaminato attentamente la situazione in Ucraina e le conseguenze della guerra per il nostro popolo. Sono stati discussi molti dettagli. Sono grato per questo incontro. È necessaria una pace giusta. Condividiamo la visione comune che la guerra in Ucraina debba essere fermata. Putin non può vincere. Gli ucraini devono prevalere”.
Polonia e paesi baltici vogliono fortificare i confini con la Russia
Funzionari estoni citati dal Guardian hanno dichiarato che Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia chiederanno finanziamenti dell’Unione Europea per costruire una rete di bunker, barriere, e magazzini militari lungo i loro confini con la Russia e la Bielorussia. “La necessità di una linea di difesa (baltica) deriva dalla situazione di sicurezza e supporta il nuovo concetto di difesa avanzata della Nato”, ha dichiarato il ministro della Difesa estone Hanno Pevkur in un comunicato, aggiungendo che “è estremamente importante coordinare le nostre attività con la Polonia. Allo stesso tempo, rafforza la sicurezza dell’Unione Europea e la difesa militare dei suoi confini, ed è per questo che vediamo chiaramente che l’UE potrebbe anche sostenere finanziariamente il progetto”.