domenica, 22 Dicembre, 2024
Esteri

Attacco russo, 3 morti e 11 feriti. Uccisi 1.370 soldati russi in 24 ore, 649mila in totale

Intelligence Usa: rischioso usare missili contro Mosca. Trump incontra Zelensky, tra insofferenze e disaccordi

Dopo Biden e Harris, Zelensky incontrerà Trump, nonostante i dissapori recenti. La Turchia annuncia la partecipazione ai BRICS restando fedele alla NATO, la Cina rivendica il suo piano per la pace, approvato da 110 nazioni.

Odessa, ‘attacco con droni nella regione, 3 morti e 11 feriti’

Almeno tre morti e 11 feriti il bilancio di un attacco con droni che ha colpito la città ucraina di Izmail, città portuale a sud-ovest sul Danubio, vicino al confine con la Romania, nella notte tra giovedì 26 e venerdì 27 settembre. Lo denuncia il governatore dell’oblast di Odessa, di cui Izmail fa parte, Oleg Kiper. Le autorità locali hanno accusato i russi di aver “lanciato droni kamikaze contro il sud della regione” portando “terrore su vasta scala contro Izmail”. Tra i feriti c’è un bambino. Risultano danneggiati diversi edifici e mezzi.

Abbattuti 7 droni ucraini nella regione di Rostov

Il governatore della regione meridionale russa di Rostov, Vasily Golubev ha reso noto che “le unità di difesa aerea continuano a respingere gli attacchi aerei del nemico. In totale, sette droni sono stati abbattuti vicino a Novoshakhtinsk questa notte. I frammenti caduti hanno incendiato l’erba in un campo, le fiamme sono state prontamente spente dai servizi antincendio e di soccorso. A terra non si sono verificati danni o vittime”.

Attacco russo a Kryvyi Rih, conquistato un villaggio nel Donetsk

Le truppe russe hanno conquistato nelle ultime 24 ore il villaggio di Marinovka, nella regione ucraina di Donetsk. Lo annuncia il ministero della Difesa di Mosca. I russi hanno inoltre colpito con un missile l’edificio del quartier generale della polizia a Kryvyi Rih, nella regione di Dnipropetrovsk. Una donna è morta e sei altre persone sono rimaste ferite, mentre si continua a scavare tra le macerie.

Uccisi 1.370 soldati russi in 24 ore, 649mila in totale

Secondo l’ultimo bollettino del ministero della Difesa di Kiev, rilanciato dai media ucraini, il numero di soldati russi che l’Ucraina afferma di aver ucciso dall’invasione russa del febbraio 2022 sfiora i 650 mila. Secondo le fonti locali i soldati nemici uccisi nelle ultime 24 ore ammontano a 1.370. Kiev inoltre afferma di aver distrutto nell’ultima giornata 50 cannoni antiaerei e più di 20 carri armati russi.

Kiev, hacker ucraini attaccano 800 server militari russi

Secondo una fonte dell’intelligence militare ucraina, negli ultimi quattro giorni gli hacker della Direzione principale dell’intelligence (Gur) hanno attaccato più di 800 server in diverse regioni della Russia. “Dopo l’attacco i documenti e i dati memorizzati sui server interessati sono stati completamente distrutti. Stiamo parlando dei server delle istituzioni militari, amministrative e finanziarie che garantiscono l’aggressione della Federazione Russa contro l’Ucraina”, scrive Rbc-Ucraina. “La perdita di dati e documentazione ha portato ad un’interruzione parziale o totale del lavoro degli utenti e fornitori di servizi in vari settori, e richiederà anche la spesa di ulteriori risorse per la ricerca e il recupero dei dati e dimostrerà ancora una volta alla popolazione locale il basso livello di supporto tecnico fornito dalla Federazione Russa”, ha detto la fonte citata da Rbc.

Intelligence Usa: rischioso usare missili contro Russia

Il New York Times, citando funzionari statunitensi, rende noto che molti analisti ritengono che Mosca probabilmente risponderà con maggiore violenza ad eventuali attacchi all’interno del suo territorio. Le agenzie di intelligence Usa oltre a minimizzare l’effetto che i missili a lungo raggio potrebbero avere sul conflitto, perché gli ucraini attualmente dispongono di un numero limitato di armi, evidenziano anche i potenziali rischi e l’incerta efficacia nel caso sia concesso il permesso a Kiev di impiegare missili a lungo raggio per attacchi in profondità dentro la Russia.

Lavrov a Onu, evitare iniziative pseudo-pacifiche sull’Ucraina

Nella dichiarazione, rilasciata dopo l’incontro tra Lavrov e Guterres a margine della 79esima sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, il ministero ha affermato che Lavrov “ha sottolineato ancora una volta l’importanza che l’amministrazione e il personale delle Nazioni Unite rispettino costantemente i principi di imparzialità ed equidistanza, anche per quanto riguarda i crimini commessi dal regime di Kiev”. Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha quindi esortato il Segretario Generale dell’Onu Antonio Guterres a evitare che le Nazioni Unite vengano coinvolte in “iniziative pseudo-pacifiche politicizzate” sull’Ucraina e ha lanciato “un appello urgente per evitare che le agenzie dell’Onu siano coinvolte in iniziative pseudo-pacifiche politicizzate nel contesto della crisi ucraina”.

Trump incontra Zelensky, tra insofferenze e disaccordi

Poco dopo gli incontri alla Casa Bianca con Joe Biden e Kamala Harris, Donald Trump ha annunciato che oggi vedrà il presidente ucraino di Volodymyr Zelensky alla Trump Tower a New York. Un annuncio arrivato a sorpresa dopo che fonti della campagna repubblicana l’avevano escluso, facendo riferimento anche all’irritazione del tycoon per la tappa alla fabbrica di munizioni in Pennsylvania, considerata da molti repubblicani un inaccettabile endorsement elettorale per i democratici da parte del governo ucraino.

Il clima tra repubblicani USA e governo di Zelensky era poi diventato ancora più teso dopo che in un comizio in Georgia Trump si era scagliato contro “la guerra in Ucraina in cui ci hanno ficcati Biden e Kamala”. “Ogni volta che [Zelensky] viene negli Usa se ne va con 100 miliardi, vi giuro che è il miglior venditore della storia”, ha affermato il tycoon, aggiungendo: “Siamo incastrati in questa guerra se io non divento presidente, dobbiamo uscire, io lo farò, io negozierò”.

E invece ieri notte Trump ha fatto sapere che “non vedo l’ora di incontrare” il presidente ucraino: “Vedremo, credo che sarò in disaccordo con lui, ma lui non mi conosce: sono in disaccordo con lui, ma gli dirò che credo di poter fare un accordo tra il presidente Putin e il presidente Zelensky”.

Helsinki: “Una base Nato sarà allestita vicino al confine russo”

Ieri il ministero della Difesa finlandese ha annunciato che una base Nato sarà allestita in a meno di 200 chilometri dal confine con la Russia. Inviando così “un messaggio” al suo vicino orientale dopo che la Finlandia è diventata membro dell’Alleanza Atlantica nel 2023, proprio in reazione all’aggressione dell’Ucraina, ponendo fine a decenni di non allineamento militare. “La Finlandia manda il messaggio alla Russia che è un membro a pieno titolo della Nato e che la Nato svolge un ruolo molto importante nella difesa della Finlandia”, ha affermato il ministro della Difesa Antti Hakkanen nel corso di una conferenza stampa, precisando che il nuovo quartier generale della Nato per l’Unità di comando terrestre del Nord Europa sarà situato a Mikkeli, un delle città più vicine al confine finlandese con la Russia, lungo 1.340 chilometri.

Lukashenko: “Se la Nato ci attacca useremo le armi nucleari con la Russia”

“Non appena ci attaccheranno, useremo armi nucleari e la Russia sarà con noi”, ha detto Il presidente della Bielorussia, Alexander Lukashenko durante un incontro con gli studenti a Minsk, assicurando che un attacco della Nato contro il suo paese attiverebbe la nuova dottrina nucleare della Russia, approvata questa settimana da Vladimir Putin. Lukashenko ha anzi ringraziato il presidente Putin per la recente modifica della dottrina nucleare russa e ha avvertito che “americani e polacchi” stanno già facendo manovre al confine.

“Gli Usa spingono Kiev verso la guerra”

Allo stesso tempo perà il presidente bielorusso ha dichiarato che bisogna “raggiungere un accordo con gli ucraini” e “fermare questa guerra”. Zelensky, ha aggiunto, “finora non lo sente e non vuole sentirlo. Perché? Perché gli americani lo spingono a questa guerra”. “Anche noi, come gli ucraini, l’ho detto apertamente, manteniamo contatti attraverso determinati canali”, ha affermato Lukashenko, considerato politicamente molto vicino al Cremlino. “Vedete i nostri rapporti con i russi. Cerchiamo di assicurarci che questi contatti siano normali”.

Il Belgio chiede all’Ue di vietare l’import di gas russo

In un’intervista al Financial Times la ministra belga dell’Energia, Tinne Van der Straeten ha sottolineato la necessità di “un approccio europeo” alla questione energetica, poiché le attuali norme Ue non forniscono sufficienti basi legali alle società per rescindere i contratti con la Russia, che in genere hanno una durata di 10 anni o più e risalgono quindi a prima dell’invasione russa dell’Ucraina. Per questo il Belgio, uno dei maggiori importatori europei di gas naturale liquefatto (Gnl) dalla Russia, ha esortato l’Ue a vietare il combustibile russo, avvertendo che le aziende non possono rescindere i contratti a lungo termine a meno che l’Ue nel suo insieme non imponga sanzioni.

Dello stesso avviso Sophie Hermans, ministra olandese per il clima, che in una lettera al Parlamento ha dichiarato di voler sollevare la questione in occasione di una riunione dei ministri dell’energia dell’Ue il mese prossimo. “Non ci sono altre opzioni che ci permettano di rescindere i contratti privati senza che venga applicata una norma sanzionatoria da parte della Commissione Europea”, ha detto la ministra.

Gas russo in Europa

Il numero di navi cisterna che trasportano gas russo e che arrivano al principale terminal gate di Rotterdam è aumentato notevolmente quest’anno: da una media di una al mese dalla metà del 2002 alla metà del 24, si è arrivati a due al mese durante l’estate, ha dichiarato Hermans. Secondo la società di analisi Kpler, scrive il Ft, Spagna e Belgio sono stati i maggiori importatori di Gnl russo nel 2023, mentre la Francia sembra destinata a superare il Belgio e la Spagna quest’anno. Nonostante le pressioni esercitate da Belgio e Paesi Bassi ci sono poche prospettive di raggiungere un accordo unanime tra gli Stati membri dell’Ue. L’Ungheria, ad esempio, si è regolarmente opposta all’adozione di ulteriori misure per ridurre i combustibili fossili russi.

Cina: “Oltre 110 Paesi con nostra proposta sulla crisi Ucraina”

La proposta in sei punti per una soluzione alla crisi ucraina, “proposta in forma congiunta da Cina e Brasile, ha ricevuto risposte positive da oltre 110 Paesi, riflettendo le ampie aspettative della comunità internazionale”. E’ quanto ha detto il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino Lin Jian, in risposta ai resoconti secondo cui Kiev avrebbe esortato a non sostenerla a margine dei lavori dell’Assemblea generale dell’Onu di New York. La parte cinese rimane impegnata dialogare “con tutte le parti interessate al fine di creare le condizioni per una risoluzione politica della crisi”, ha proseguito Lin nel corso del briefing quotidiano. “Il consenso cerca di raccogliere prospettive più equilibrate, oggettive e razionali per creare le condizioni per un cessate il fuoco, per porre fine alle ostilità, per promuovere il dialogo e per creare uno slancio dei negoziati, il tutto finalizzato al raggiungimento della pace”, ha concluso il portavoce.

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