Martedì, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha avviato un’azione legale contro Visa, la principale rete di pagamenti a livello globale, accusandola di mantenere un monopolio illegale nel settore dei pagamenti tramite debito. Secondo l’accusa, Visa avrebbe imposto accordi di “esclusione” ai propri partner, ostacolando così la crescita di nuove imprese. Il Dipartimento ha presentato una causa civile antitrust a New York, denunciando pratiche di “monopolizzazione” e altre condotte illecite, affermando che le azioni di Visa nel tempo hanno costretto i consumatori e i commercianti americani a pagare miliardi di dollari in commissioni aggiuntive. Il procuratore generale Merrick Garland ha dichiarato che “Visa ha accumulato illegalmente il potere di imporre commissioni che superano di gran lunga quelle che potrebbe applicare in un mercato competitivo”, aggiungendo che “i commercianti e le banche trasferiscono questi costi ai consumatori, sia aumentando i prezzi che riducendo la qualità o il servizio”. Di conseguenza, la condotta illecita di Visa non incide solo sul costo di un singolo prodotto, ma sul prezzo di quasi ogni cosa. Negli ultimi vent’anni, Visa e la sua concorrente MasterCard hanno visto crescere la loro capitalizzazione di mercato combinata fino a circa 1 trilione di dollari, poiché i consumatori hanno sempre più utilizzato carte di credito e debito per gli acquisti, sia nei negozi fisici che online. Queste aziende fungono essenzialmente da esattori di pedaggi, facilitando i pagamenti tra le banche dei commercianti e i titolari di carta. Secondo la denuncia del Dipartimento di Giustizia, oltre il 60% delle transazioni con carta di debito negli Stati Uniti avviene tramite Visa, il che consente all’azienda di incassare oltre 7 miliardi di dollari all’anno in commissioni di elaborazione. Tuttavia, il predominio delle reti di pagamento ha suscitato un crescente interesse da parte delle autorità di regolamentazione e dei rivenditori.