Sulla sanità, dalle aggressioni ai medici agli assalti nelle corsie, fino ai fondi che serviranno per contrastare le emergenze, si sono accesi i riflettori della cronaca e quelli della politica. Tg e giornali mostrano fatti inauditi con reparti devastati e parenti di pazienti che aggrediscono medici e infermieri. Azioni violente che vanno stroncate, al pari dei femminicidi, che trovano terreno fertile nella spinta alle emulazioni. Nel contempo in Parlamento tra maggioranza e minoranza, a parte la condanna unanime delle azioni scellerate, si litiga sui fondi da assegnare al Sistema sanitario nazionale. Per uscire dal caos delle violenze e delle polemiche finanziarie bisogna fare alcuni passi indietro, ad iniziare da ciò che si sta facendo per la sanità pubblica e ciò che può segnare una svolta concreta.
Medicina, accesso libero poi le selezioni durante il corso degli studi.
Il primo tema da affrontare è, a nostro giudizio, l’accesso alla professione medica. Bisogna rinsaldare il sistema sanitario dalle sue fondamenta ad iniziare dalla drammatica carenza del personale sanitario e dei posti letto. In Italia mancano all’appello 30 mila medici ospedalieri, 70 mila infermieri e circa 100 mila posti letto. È urgente creare le condizioni di un accesso libero allo studio delle discipline mediche (la cosa vale anche per quelle infermieristiche) dando possibilità ai giovani di iscriversi direttamente ai corsi di lauree. La selezione può avvenire non con i test di ingresso che hanno creato più disorientamento e polemiche, ma durante il primi anni di studio. Il numero chiuso a Medicina non scompare ma si sposta in avanti. Avremo degli aspiranti medici consapevoli e motivati a proseguire gli studi e nel contempo rinforzare con numeri rilevanti le presenze negli ospedali e in aree strategiche d’emergenza-urgenza e pronto soccorso. Soprattutto ci sarà la garanzia di cure e assistenza eque a tutti i cittadini che è la missione del Servizio sanitario.
I fondi assegnati dal Governo
Su assunzioni, stipendi, edilizia sanitaria e sicurezza il Governo farà la sua parte. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha preso l’impegno di dedicare al fondo sanitario: “la cifra record di 134 miliardi”, una somma imponente. Per le opposizioni tuttavia non basteranno in quanto il sistema negli ultimi venti anni ha subita notevoli tagli. Rilevanti passi avanti sul piano finanziario comunque ci sono, nonostante la ristrettezza dei conti il Governo punta ad un aumento per la sanità di 3 miliardi per quest’anno, 4 per il prossimo e 4,2 dal 2026. A conti fatti e in termini assoluti al Ssn andranno con la nuova dotazione, 136 miliardi per superare i 140 miliardi l’anno prossimo. Scandagliando le percentuali l’Istat chiarisce che il finanziamento sanitario 2024 si attesta al 6,27% del Pil, livello che sarà replicato nel 2025. La sanità italiana per ritornare ai livelli di investimenti precedenti, secondo anche un recente appello firmato da scienziati, ricercatori e medici, dovrebbe investire in personale, strutture e tecnologie sanitarie, l’8% del Prodotto interno loro. Oggi significherebbe 32 miliardi. Numeri, a differenza del passato, quando la sanità italiana era un fiore all’occhiello in Europa (merito di grandi protagonisti con il ministro Carlo Donat-Cattin) oggi non ipotizzabili, viste le ristrettezze di bilancio e dell’economia. Lo sforzo del Governo nel rilanciare la sanità comunque c’è, ed al di là delle polemiche le proposte segneranno una svolta.
Arresto per gli aggressori
Sul tema della sicurezza del personale sanitario. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha annunciato imminenti provvedimenti discussi con la presidenza del Consiglio, i ministri degli Interni Matteo Piantedosi e della Giustizia, Carlo Nordio, per “ristabilire il rapporto fiduciario tra pazienti e sanitari”. Le parole del ministro Schillaci sono chiare e prevedono l’arresto immediato o differito per quanti mettono in essere atti di “violenza morale e materiale nei confronti del personale sanitario”, in più ci saranno “misure appropriate per filtrare l’accesso dei visitatori e incrementare i sistemi di videosorveglianza”.
Sanità, grande tema sociale
La sanità è spia non solo di nuove patologie, o cambiamenti epocali – basta pensare al problema della vecchiaia, la non auto sufficienza, l’ondata di malattie neuro degenerative -, ma anche sismografo di nuovi malesseri sociali, ignorarli sarebbe accelerare un drammatico sfaldamento della società. L’impegno della politica è investire fondi, risorse umane realizzare scelte innovative. I prossimi mesi saranno il vero banco di prova.