venerdì, 20 Settembre, 2024
Economia

Pil italiano fermo nel terzo trimestre

Secondo i dati elaborati dallʼUfficio Studi di Confcommercio, il Pil italiano del terzo trimestre del 2024 registra una variazione congiunturale nulla, mostrando un incremento dello 0,6% rispetto allo stesso periodo del 2023. Tale stima, illustrata nel consueto report di Congiuntura, evidenzia la mancanza di una direzione chiara per lʼeconomia italiana. Come ha dichiarato Mariano Bella, Direttore dell’Ufficio Studi, “questa valutazione, sempre basata su dati destagionalizzati e corretti per gli effetti di calendario, è sintesi di una riduzione a luglio, lievemente superiore alle stime preliminari, anche a causa di un andamento del turismo meno favorevole, e di un modesto recupero ad agosto, seguito da una stagnazione a settembre”. Bella ha sottolineato come le oscillazioni mensili degli indicatori congiunturali tradiscano l’assenza di una chiara direzione per l’economia del Paese. “Il terzo trimestre è andato perso, si punta sul quarto”, ha affermato, facendo trasparire una certa preoccupazione, nonostante alcuni elementi positivi. Tra i fattori incoraggianti, Bella ha sottolineato la dinamicità del mercato del lavoro, con il numero di occupati che a luglio ha raggiunto il massimo storico, e l’inflazione che si mantiene a livelli contenuti. La stima per settembre prevede una variazione congiunturale nulla dell’inflazione e una crescita su base annua dello 0,9%. Tuttavia, nonostante questi segnali positivi, i consumi delle famiglie non mostrano segni di crescita rilevanti. La “catena reddito-fiducia-consumi sembra essersi inceppata”, ha osservato Bella, riflettendo una situazione in cui la spesa delle famiglie non riesce a decollare quanto potrebbe.

Segnali di rallentamento

L’indicatore dei Consumi Confcommercio ha evidenziato ad agosto 2024 una crescita modesta dello 0,5% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, dopo un aumento dell’1,4% a luglio. Questo andamento è stato influenzato soprattutto dalla domanda di autovetture da parte dei privati, mentre la domanda complessiva per beni è cresciuta solo dello 0,1% su base annua. La situazione dei servizi ha registrato un lieve miglioramento con un aumento dell’1,2%, sebbene i consumi del settore siano rimasti stabili. Il rallentamento è evidente nel dato congiunturale destagionalizzato, che ha mostrato una diminuzione dello 0,1%, sintomo di una tendenza al ribasso dei consumi, in particolare per i servizi.

Le stime per agosto 2024 confermano un quadro articolato e complesso. Il settore automobilistico, che aveva visto miglioramenti nei mesi precedenti, ha registrato una flessione del 9,1% su base annua. Anche settori come abbigliamento e calzature (-2,0%), mobili e articoli di arredamento (-1,3%) e tabacchi (-3,7%) hanno mostrato segni di difficoltà. In controtendenza, invece, i trasporti aerei (+11,2%) e la domanda di elettricità (+8,5%), assieme ai beni e servizi per le comunicazioni (+3,6%), elettrodomestici (+2,5%), carburanti (+1,6%) e alimentari (+0,9%), hanno segnato risultati positivi.

Prezzi al consumo

Le previsioni per i prezzi al consumo a settembre 2024 indicano una variazione nulla in termini congiunturali e una crescita annuale dello 0,9%. Questo dato consolida le aspettative di un’inflazione moderata attorno all’1% per tutto l’anno. Secondo l’Ufficio Studi di Confcommercio, la bassa inflazione, combinata con un miglioramento delle retribuzioni, potrebbe contribuire a rilanciare i consumi e, di conseguenza, la crescita economica. Tuttavia, permangono preoccupazioni sulla fragilità delle prospettive di ripresa. In un commento alla Congiuntura, il Presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha espresso ottimismo per la crescita dell’occupazione e il contenimento dell’inflazione, ma ha anche lanciato un monito: “Il clima di incertezza e la debolezza dei consumi sono preoccupanti”. Sangalli ha sollecitato interventi nella prossima legge di bilancio, chiedendo di confermare il taglio del cuneo fiscale e di proseguire con l’accorpamento delle aliquote Irpef, oltre a una riduzione progressiva e strutturale del carico fiscale su famiglie e imprese. Secondo Sangalli, queste misure sono fondamentali per sostenere il rilancio dellʼeconomia e dare nuovo slancio ai consumi interni, considerati il motore della crescita economica.

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