mercoledì, 18 Settembre, 2024
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Viaggio Apostolico. Papa Francesco: “I giovani che hanno paura sono vecchi”

Nel giorno di chiusura della sua visita, il Pontefice ha incontrato ragazzi ed anziani

“I giovani devono avere il coraggio di costruire, di andare avanti e uscire dalle zone confortevoli”. Con questo messaggio rivolto ai ragazzi e alle ragazze presenti al Catholic Junior College di Singapore, Papa Francesco ha concluso il suo 45° Viaggio Apostolico, il più lungo del suo pontificato. Un Viaggio che, tra il 2 e il 13 settembre, lo ha portato a visitare quattro Paesi: Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor-Leste e Singapore, tenere 12 discorsi e celebrare 4 omelie, spostandosi tra le varie tappe con un totale di 7 voli aerei.

Non bisogna avere paura

“Un giovane – ha continuato il Pontefice rivolto ai presenti – che sceglie di passare sempre la sua vita in modo ‘confortevole’ è un giovane che ingrassa! Ma non ingrassa la pancia, ingrassa la mente! Per questo dico ai giovani: “Rischiate, uscite! Non abbiate paura!”. “La paura è un atteggiamento dittatoriale che ti paralizza” ha proseguito il Santo Padre, sottolineando l’importanza di imparare dagli errori e di non farsi bloccare dal timore di fallire. “Cosa è peggio? Sbagliare perché faccio un cammino o non sbagliare perché rimango chiuso in casa?” ha domandato ai presenti, incitando i giovani a osare e a non rinchiudersi nella propria zona di comfort. “Un giovane che non rischia, che ha paura di sbagliare, è un vecchio”.

L’uso dei media

Andando sul tema dell’uso dei media, Papa Francesco ha evidenziato i rischi di una dipendenza eccessiva, ma anche l’importanza di utilizzarli in modo positivo. “Un giovane che non usa i media è chiuso. Un giovane che vive totalmente schiavo dei media è un giovane disperso. Tutti i giovani devono usare i media, ma usarli perché ci aiutino ad andare avanti, non perché ci rendano schiavi,” ha esortato.

Tutte le religioni arrivano a Dio

Ha, poi, elogiato la capacità di dialogo interreligioso dei giovani, definendola una qualità essenziale per costruire un futuro di pace. “Tutte le religioni sono un cammino per arrivare a Dio. Sono come diverse lingue per arrivare lì. Ma Dio è Dio per tutti, noi siamo tutti figli di Dio,” ha affermato, invitando a superare le divisioni e a rispettare le diversità di fede.

Il bullismo

Un altro tema affrontato dal Vescovo di Roma è stato il bullismo, descritto come una delle piaghe più gravi tra i giovani. “Il bullismo, sia verbale che fisico, è sempre un’aggressione. Pensate: nelle scuole o nei gruppi giovanili, il bullismo lo fanno con coloro che sono più deboli,” ha sottolineato, evidenziando l’importanza di rispettare le abilità e le disabilità di ogni individuo.

Le dittature tagliano il dialogo

Concludendo il suo discorso a Singapore, ha lanciato un appello ai giovani: “Rischiate! Altrimenti cresce la pancia!” e ha incoraggiato i ragazzi a mantenere vivo il dialogo anche nella vita adulta. “Ogni dittatura nella storia, la prima cosa che fa è tagliare il dialogo”, ha ricordato, sottolineando l’importanza di un dialogo costante per la costruzione di una società giusta e pacifica.

L’assemblea interreligiosa con i giovani si è chiuso con un invito alla preghiera reciproca in silenzio e con un augurio: “Che Dio benedica tutti noi. E quando non sarete più giovani, sarete grandi e sarete anche nonni, insegnate tutte queste cose ai bambini. Che Dio vi benedica e pregate per me”.

La visita agli anziani

Insieme al discorso ai giovani, Papa Francesco, prima di rientrare in Italia, ha visitato la Saint Theresa’s Home di Singapore, una struttura storica che da 90 anni offre accoglienza e assistenza a malati e anziani. Ha incontrato gli ospiti della casa, molti dei quali affetti da gravi malattie come Alzheimer e Parkinson, rivolgendo loro parole di incoraggiamento, chiedendo di pregare per la Chiesa e per l’umanità.

Un incontro di vicinanza

Accolto dagli anziani disposti lungo i corridoi della struttura, il Papa ha salutato ciascuno di loro, accompagnato dagli operatori che ogni giorno si prendono cura dei più fragili. Durante una breve sosta nella cappella, Francesco ha incontrato l’arcivescovo emerito di Singapore, Nicholas Chia Yeo Joo, insieme a diversi religiosi in sedia a rotelle. Il Vicario di Cristo ha voluto sottolineare la vicinanza di Dio a chi soffre e ha offerto parole di conforto e perdono, esortando tutti a non perdere la speranza.

Il colloquio con Padre Anthony Hutjes

Tra i momenti più toccanti della visita, l’incontro con Padre Anthony Hutjes, un missionario tedesco residente a Singapore da decenni e noto per i suoi scritti sulla fede e la vita familiare. Padre Anthony ha consegnato al Papa una selezione dei suoi libri, esprimendo gratitudine per l’opportunità di incontrarlo. Il Papa, accogliendo il dono, ha avuto uno scambio di battute affettuose, mostrando cordialità e umanità.

Il rientro a Roma

Finite le ultime visite, Papa Francesco si è recato all’aeroporto di Singapore dove il suo volo è decollato alle 12:25 locali (6:25 del mattino in Italia), arrivando all’aeroporto di Roma Fiumicino nel tardo pomeriggio. Durante il tragitto, come consuetudine, il Pontefice ha risposto alle domande dei giornalisti presenti a bordo, offrendo ulteriori riflessioni su un viaggio che ha segnato un importante momento di incontro e scambio con le comunità locali.

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