giovedì, 19 Settembre, 2024
Economia

L’Antitrust verifica sull’editoria scolastica (che vale un miliardo): aperta un’indagine

L’Autorità verificherà le dinamiche del mercato e l’andamento dei prezzi. La soddisfazione dei consumatori

Un’indagine, quella resa nota ieri dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato, che vuole rappresentare un’opportunità per fare chiarezza su un mercato che incide profondamente sia sull’economia sia sull’educazione del Paese: quella relativa all’editoria scolastica in Italia. Un’inchiesta che non riguarda solo i libri di testo, ma anche gli ausili destinati sia agli studenti che ai docenti delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado. L’Agcm ha sottolineato che le attività legate a questo mercato generano un fatturato annuale di circa un miliardo di euro. Ma l’importanza dell’editoria scolastica non si limita ai soli dati finanziari: coinvolge direttamente circa 7 milioni di studenti e le loro famiglie, che ogni anno si trovano ad affrontare l’impegno di reperire i libri necessari per il nuovo anno scolastico. Anche il corpo docente, composto da quasi un milione di insegnanti, è strettamente legato a questo mercato, poiché svolge un ruolo chiave nell’adozione e nell’utilizzo dei materiali didattici.

Rispetto della concorrenza

Nello specifico, l’indagine dell’Autorità mira ad analizzare le dinamiche concorrenziali del settore, con un focus particolare su alcune problematiche che da tempo sono oggetto di discussione pubblica. Tra i temi al centro dell’inchiesta figurano l’andamento dei prezzi dei libri di testo, le frequenti modifiche delle edizioni, spesso percepite come un aumento non necessario dei costi per le famiglie, e le difficoltà di approvvigionamento e distribuzione dei materiali scolastici.

Digitale, importante evoluzione

Un altro aspetto di rilievo è rappresentato dalle modalità di adozione scolastica. L’Autorità intende esplorare eventuali rigidità nelle scelte adottive dei docenti e delle scuole, in particolare alla luce delle crescenti innovazioni tecnologiche. Negli ultimi anni, il settore dell’editoria scolastica ha vissuto un’importante evoluzione, con l’introduzione sempre più massiccia dei formati digitali e della loro combinazione con quelli cartacei. L’indagine si soffermerà anche su questi aspetti, valutando come la digitalizzazione e la circolazione dei diritti di proprietà delle edizioni digitali possano influire sulla concorrenza e sull’accessibilità dei materiali per studenti e insegnanti. La natura stessa del libro di testo, considerato un bene culturale di primaria importanza, ha portato all’introduzione di normative specifiche che influenzano profondamente il settore. A esempio, la legge italiana stabilisce che i libri scolastici debbano mantenere una validità minima di sei anni, proprio per evitare cambiamenti troppo frequenti che gravino sulle spese delle famiglie. Però, secondo l’Agcm, questo potrebbe avere ripercussioni anche sull’innovazione e sulla qualità dei contenuti.

I commenti: giusti i controlli

Quanto comunicato ieri dall’Agcm è stato commentato, positivamente, sia dal mondo politico che delle associazioni di categoria che difendono i consumatori. Forza Italia, tramite il Presidente della Commissione Editoria della Camera Federico Mollicone e il Capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Editoria Alessandro Amorese hanno plaudito alla decisione dell’Autorità (“Da sempre lavoriamo per difendere le famiglie meno abbienti”) e dicendosi certi che “l’indagine non sarà una caccia alle streghe, ma solamente un procedimento per fare chiarezza su tutta filiera e su queste problematiche”. Sul tema il M5S, tramite una nota, mette nel mirino il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara: “Lo scorso anno prometteva che si sarebbe occupato del caro libri, mentre oggi le famiglie italiane si trovano abbandonate a loro stesse a fronteggiare un rincaro medio del +6,6% rispetto al 2023 per libri e materiali scolastici”.

Consumatori e utenti: ok alle verifiche

Per Federconsumatori “è ora di fare luce sulle dinamiche di un settore che, da anni, non fa altro che aumentare i costi. Quest’anno, secondo le rilevazioni del nostro Osservatorio Nazionale per i libri di testo le famiglie spenderanno, in media 591,44 euro per i testi obbligatori + 2 dizionari, il +18% rispetto al 2023. L’ennesimo aumento che si aggiunge al rincaro del +4% registrato lo scorso anno”. Chiede invece un confronto con il governo Antonio Terzi, Presidente di Confesercenti: “”La politica, sinora, si è approcciata alla questione in maniera troppo timida e senza continuità”. “La campanella è già suonata: è ora di garantire che il diritto allo studio non sia un privilegio, ma un diritto accessibile a tutti, alleggerendo il peso economico” la presa di posizione di Anna Rea, Presidente dell’Adoc. Secondo Gabriele Melluso, Presidente di Assoutenti, il governo deve intervenire per evitare “il consueto salasso a danno delle famiglie, creando in collaborazione con produttori e commercio ‘kit scuola’ con prodotti a prezzi calmierati in modo da aiutare i nuclei meno abbienti ad acquistare tutto l’occorrente per l’anno scolastico”. La ricetta giusta, per il Presidente dell’Unione Nazionale Consumatori Massimiliano Dona, è quella di abolire gli articoli della Legge 27 luglio 2011, n. 128, che, con la Legge n. 15/2020, “per fare un favore ai librai, è stata ulteriormente peggiorata, danneggiando le famiglie e vietando alle grandi catene di supermercato e alle piattaforme digitali di poter fare sconti sui libri scolastici superiori al 15% del prezzo di copertina, anche sotto forma di buoni spesa”.

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