venerdì, 20 Settembre, 2024
Attualità

Il filmato con l’ostaggio ucciso da Hamas. I genitori lo pubblicano: “Serva da monito per la liberazione degli altri”

L'appello di Blinken alla tregua cade nel vuoto. Onu: un milione senza cibo, siamo oltre la catastrofe

Hamas pubblica su Telegram il video di Hersh il giovane israeliano ucciso prima di essere liberato: “Fermate questa guerra!”, esorta il ragazzo. Il documento è stato poi diffuso dai famigliari., “Deve servire a liberare gli altri 101 ostaggi”, hanno detto i genitori del 23enne che hanno dato l’autorizzazione a pubblicarlo sui social dove il filmato è divenuto virale. “Questo deve servire come un immediato campanello d’allarme per il mondo affinché agisca oggi per garantire il rilascio dei restanti 101 ostaggi prima che sia troppo tardi. Nessun’altra famiglia”, hanno scritto i genitori, “dovrebbe passare attraverso ciò che la nostra famiglia (e le famiglie degli altri ostaggi giustiziati di recente) hanno sopportato”.

Proteste a Tel Aviv

Migliaia di persone si sono radunate ieri fuori dal quartier generale della Difesa a Tel Aviv, chiedendo a gran voce un accordo con Hamas per la liberazione degli ostaggi. In corteo, i manifestanti hanno portato anche 27 bare finte come i 27 ostaggi che sono stati rapiti vivi il 7 ottobre e poi assassinati durante la prigionia. Centinaia di persone anche in diversi luoghi a Gerusalemme.

Onu: Gaza, oltre la catastrofe

La crisi umanitaria nella Striscia di Gaza “è oltre la catastrofe”, con “più di un milione di persone senza cibo”: la denuncia arriva dal portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric che, riferendosi ai dati raccolti ad agosto, riferisce che la distribuzione di pasti pronti è crollata del 35%. Questo, ha detto Dujarric nel corso di una conferenza stampa nella sede Onu a New York, è diretta conseguenza dei numerosi ordini di evacuazione da parte dell’esercito di Israele, che ha costretto al trasferimento 70 su 130 cucine da campo. Limitata inoltre la distribuzione degli aiuti umanitari, soprattutto nelle zone centrali e meridionali della Striscia, e per questo le Nazioni Unite hanno rinnovato l’appello al governo di Tel Aviv a facilitare l’ingresso dei convogli

Iran contro gli accordi

“Khomeini vuole armare la Cisgiordania come ha fatto a Gaza” ha detto il ministro degli Esteri israeliano Katz al suo omologo tedesco, Annalena Baerbock, in visita in Israele. “Hamas è l’ostacolo all’accordo” ha aggiunto Katz.

Blinken: intesa ancora possibile

“Penso che in base a ciò che ho visto il 90% è concordato”. Il segretario di Stato americano Antony Blinken esorta Israele e Hamas a finalizzare un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, sostenendo le valutazioni degli Stati Uniti secondo cui il 90% dell’accordo sulla tregua è già pronto. Blinken ha affermato che gli Usa offriranno ulteriori idee nei prossimi giorni tramite i mediatori Egitto e Qatar, nella speranza di siglare un patto.
“Spetta davvero a entrambe le parti arrivare a un sì sulle questioni rimanenti”, ha detto il segretario di Stato americano in conferenza stampa durante una visita ad Haiti. “Per quanto io creda che siamo vicini a ottenere un accordo di cessate il fuoco, ogni giorno che passa senza che venga finalizzato è un giorno in cui succede qualcos’altro e c’è un evento che rimanda le cose e fa correre il rischio di far deragliare” il tutto, ha detto Blinken.

Israele e Arabia Saudita

Il funzionario Usa ha affermato poi anche di credere che Netanyahu potrebbe ancora raggiungere un accordo storico di normalizzazione dei rapporti con l’Arabia Saudita. Blinken non ha escluso che questo avvenga prima che il presidente americano Joe Biden lasci l’incarico a gennaio. “Penso che se riusciamo a ottenere un cessate il fuoco a Gaza, rimane un’opportunità attraverso questa amministrazione di andare avanti sulla normalizzazione”.

Attacco al deposito di armi

Forze di difesa israeliane (Idf) affermano di aver bombardato un deposito di armi di Hezbollah nella zona di Leida, nel sud del Libano meridionale.
Attacchi hanno colpito anche edifici militari dei miliziani sciiti nelle zone di Aita al-Shab e Yarin, aggiungono le Idf in un comunicato citato dai media israeliani.

Il ritiro da Jenin

L’esercito israeliano si è ritirato all’alba dalla città di Jenin, in Cisgiordania, al termine di un’operazione antiterrorismo durata 10 giorni, la più lunga mai condotta nell’area. Lo riferisce l’agenzia di stampa ufficiale palestinese Wafa.
Nel corso dell’operazione sono stati uccisi 21 palestinesi, afferma il ministero della Sanità dell’Anp. Jenin e il campo profughi adiacente, dove le ruspe dell’esercito hanno distrutto le infrastrutture, sono da tempo roccaforti di gruppi terroristici palestinesi. Finora, secondo l’Idf, nell’operazione sono stati uccisi più di 30 uomini, tra cui il capo di Hamas a Jenin.

Ucciso anche il capo della Jihad islamica nell’area di Tulkarem. La violenza in Cisgiordania è aumentata nell’ultimo anno, in seguito all’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre. Da quella data, le truppe israeliane hanno arrestato circa 5.000 palestinesi ricercati in Cisgiordania, tra cui più di 2.000 affiliati ad Hamas.
Secondo il ministero della Sanità dell’Anp in questo periodo sono stati uccisi più di 670 palestinesi in Cisgiordania.

La versione israeliana

L’Idf ribalta le accuse e afferma che la stragrande maggioranza di loro erano uomini armati uccisi in scontri a fuoco. Nello stesso periodo, 29 persone, tra cui personale di sicurezza israeliano, sono state uccise in attacchi terroristici in Israele e in Cisgiordania. Altri sei membri delle forze di sicurezza sono stati uccisi in scontri con terroristi in Cisgiordania.

Il ministro tedesco

“L’antisemitismo colpisce al cuore della nostra società, non smetteremo mai di combatterlo” ha dichiarato la ministro degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, in visita in Israele, commentando la sparatoria avvenuta ieri all’ingresso del memoriale dei crimini nazisti, vicino al consolato israeliano a Monaco. “Ringrazio il governo israeliano ed il ministro Katz per il loro impegno”, ha aggiunto Baerbo, “nel dimostrare la nostra collaborazione nella lotta comune contro l’antisemitismo”.

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