Sulle politiche per la famiglia oscillano, quanto a proposte, fra velleitarismi un dilemma che spazza di nuovo la maggioranza, dove il movimento 5 stelle critica duramente l ultima proposta, inedita e per certi versi strabiliante, del ministro Fontana, che ha la delega alla famiglia, e che propone l ‘istituzione di un assegno unico, tra 100 e i 300 euro, per i figli fino al 26esimo anno di età. Sui costi di un’ operazione cosi marcatamente assistenziale ci sono, di conseguenza, valutazione opposte: si tratterebbe comunque di una cifra difficilmente compatibile con l’esigenza di contenimento della spesa pubblica.
E non è ipotizzabile che basti, come sostiene il ministro, cancellare la giungla dei benefici esistenti: dalle detrazioni fiscali dei figli a carico al bonus per la nascita e l’asilo nido, agli stessi assegni famigliari.
Siamo comunque fuori dalle richieste del Forum delle famiglie che chiedono l’istituzione di un luogo di confronto, su finalità e modalità del ventilato assegno unico, con la diretta partecipazione delle rappresentanze delle famiglie e di tutte le forze politiche.
Quanto a noi, che ci sentiamo estranei a politiche ispirate ad un assistenzialismo diseducativo e pernicioso, resta pura illusione pensare di risolvere i problemi della famiglia e dei giovani con misure tampone quasi cerotti applicati su una grande piaga, ignorando quali siano i veri bisogni delle famiglie.
Il lavoro , la possibilità di poter aspirare ad una casa , servizi efficienti, non schiacciati dai costi di tasse da risacche di clientele e assistenzialismo, una sanità che funzioni ovunque, senza sprechi e distorsioni, una scuola rispettata e che sia capace di formare nuovi cittadini : questa la richiesta vera che sale dalle famiglie.
Sono cambiamenti di sostanza, non ritocchi estetici; cambiamenti che possano davvero garantire dignità e diritti alle famiglie e ai giovani.