sabato, 23 Novembre, 2024
Attualità

I 12 giorni del Papa nel Sud-Est asiatico e in Oceania. L’impegno per gli emarginati e il ‘Laudato si’’

Bergoglio tra Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor-Est e Singapore: tra i temi il dialogo interreligioso e salvaguardia del Creato. I saluti al presidente Mattarella

Un viaggio apostolico in quattro Paesi del Sud-Est asiatico e del Pacifico che si presenta non solo come un pellegrinaggio di fede, ma anche come un’importante occasione per promuovere il dialogo interreligioso, l’unità e la solidarietà tra le diverse culture e religioni di una delle regioni più dinamiche e diversificate del mondo. Con la sua presenza, il Papa spera di rafforzare i ponti tra Oriente e Occidente, portando un messaggio di pace, speranza e amore universale.

È iniziata ieri (con la partenza da Roma nel pomeriggio e dopo aver chiesto ai fedeli, tramite X, di pregare per il frutto di questo viaggio) con questo spirito la visita di Bergoglio all’interno di un itinerario di grande rilevanza spirituale e diplomatica che lo porterà a recarsi per la precisione in Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor-Leste e Singapore. Un viaggio, il più lungo del pontificato alla soglia degli 88 anni, che si protrarrà fino al 13 settembre e che rappresenta quindi un’occasione unica per rafforzare i legami tra la Chiesa cattolica e le diverse realtà culturali e religiose di questa vasta regione, evidenziando l’importanza del dialogo interreligioso e dell’impegno sociale.

Collaborazione stretta

Il viaggio prevede l’arrivo del Pontefice nella mattinata di oggi a Giacarta, dove sarà accolto con una cerimonia ufficiale all’Aeroporto Internazionale ‘Soekarno-Hatta’. La capitale indonesiana sarà il centro delle attività di Francesco fino al 6 settembre, durante le quali incontrerà il Presidente della Repubblica, le autorità locali, e il corpo diplomatico presso il Palazzo Presidenziale ‘Istana Merdeka’. Un momento di particolare significato sarà l’incontro interreligioso presso la Moschea ‘Istiqlal’, simbolo di pace e dialogo tra le diverse fedi presenti nel Paese. Il Santo Padre celebrerà anche una Messa nello stadio ‘Gelora Bung Karno’, radunando fedeli da tutto l’arcipelago indonesiano. Il suo messaggio sarà probabilmente improntato all’ecumenismo, spingendo per una collaborazione più stretta tra musulmani, cristiani e altre confessioni religiose, in un’ottica di convivenza pacifica e rispetto reciproco.

‘Laudato si’’

Dopo l’Indonesia, il Papa si recherà a Port Moresby, capitale della Papua Nuova Guinea, il 6 settembre. In questo Paese, caratterizzato da una grande diversità etnica e culturale, il Santo Padre incontrerà il Governatore generale e le autorità nazionali, per poi visitare i bambini assistiti dai programmi della Caritas e i vescovi locali. Una Messa nello stadio ‘Sir John Guise’ sarà il culmine di questa tappa, con un Angelus che risuonerà tra le montagne e le foreste della nazione.

La tappa in Papua Nuova Guinea lo porterà in un territorio caratterizzato da una grande fragilità ambientale. Situata in una delle regioni più sismiche del mondo, questo Paese è minacciato dall’innalzamento del livello del mare, dai cambiamenti climatici e da disastri naturali come eruzioni vulcaniche e terremoti. In questo contesto, il Papa riproporrà con forza il messaggio della sua enciclica ‘Laudato si’’, che richiama l’umanità alla responsabilità di prendersi cura della nostra casa comune.

Il 9 settembre, il Vescovo di Roma atterrerà a Dili, capitale di Timor-Leste, uno dei Paesi più giovani e ferventi della Regione. Qui il Papa incontrerà le autorità del Paese, visiterà una scuola per bambini con disabilità e presiederà una Messa nella spianata di Taci Tol, un luogo che evoca la resilienza e la fede del popolo timorese. La visita sottolineerà il ruolo della Chiesa nel promuovere la pace e la riconciliazione in una nazione che ha vissuto decenni di conflitti.

La cura degli emarginati

Il 45° viaggio apostolico si concluderà a Singapore, il 12 e 13 settembre, dove il Papa sarà accolto con una cerimonia presso la ‘Parliament House’ e incontrerà il Presidente e il Primo Ministro della città-Stato. Singapore, nota per la sua modernità e multiculturalismo, sarà lo sfondo di un incontro interreligioso con i giovani e di una Messa nello stadio nazionale, a testimonianza della vitalità della comunità cattolica locale. Prima del ritorno a Roma, il Santo Padre visiterà anche un gruppo di anziani e malati nella Casa ‘Santa Teres’, sottolineando il valore della cura degli ultimi e degli emarginati. In un Paese dove la ricchezza è concentrata in poche mani e dove la disparità sociale è evidente, ribadirà il suo impegno per una giustizia economica che non lasci indietro i più deboli.

Da segnalare che ieri Francesco, poco prima della partenza, ha ricevuto a Santa Marta circa 15 persone senza dimora, accompagnati dal Cardinale Konrad Krajewski.

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