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Coronavirus: Uif “calibrare presidi antiriciclaggio in modo efficace”

venerdì, 17 Aprile 2020
1 minuto di lettura

“L’attuale situazione di emergenza sanitaria, espone il sistema economico-finanziario a rilevanti rischi di comportamenti illeciti: sussiste il pericolo di truffe, di fenomeni corruttivi e di possibili manovre speculative anche a carattere internazionale; l’indebolimento economico di famiglie e imprese accresce i rischi di usura e può facilitare l’acquisizione diretta o indiretta delle aziende da parte delle organizzazioni criminali; gli interventi pubblici a sostegno della liquidità possono determinare tentativi di sviamento e appropriazione, anche mediante condotte collusive; il mutamento improvviso delle coordinate di relazione sociale aumenta l’esposizione di larghe fasce della popolazione al rischio di azioni illegali realizzate anche on line”. Così, in una comunicazione, l’Unita di Informazione Finaniaria per l’Italia, secondo cui “in questo contesto è necessario operare in maniera coesa perché gli interventi pubblici raggiungano gli obiettivi prefissati, sostenendo effettivamente persone e imprese in difficoltà, prevenendo possibili effetti distorsivi e preservando l’integrità dell’economia legale”.

Ecco perché “agli intermediari, ai professionisti, agli altri operatori qualificati e alle Pubbliche amministrazioni, che sono parte attiva del sistema di prevenzione, è richiesto oggi un impegno particolare per calibrare i propri presidi antiriciclaggio nella maniera più efficace; occorre supportare adeguatamente il dispiegarsi dell’intervento di sostegno, ma anche intercettare e comunicare tempestivamente all’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia tutte le situazioni sospette per consentire l’attivazione dei meccanismi di approfondimento e indagine”.

Per la Uif “il corretto adempimento degli obblighi di prevenzione e la valutazione di tutti gli elementi informativi disponibili sui richiedenti i finanziamenti, potrà arginare il rischio che si verifichino abusi penalmente rilevanti tanto nella fase di accesso al credito garantito dalle diverse forme di intervento pubblico, quanto in quella di utilizzo delle risorse disponibili. In particolare, nella prima fase potrebbero emergere sospetti di condotte fraudolente tese a ottenere il finanziamento con garanzia pubblica in mancanza o in violazione dei presupposti stabiliti dalla normativa, mediante l’alterazione o la falsificazione della documentazione necessaria ovvero in violazione delle norme che ne disciplinano l’erogazione.

Con riferimento alla fase di utilizzo delle sovvenzioni occorre prestare attenzione alla destinazione dei flussi finanziari, specie se accompagnati da un vincolo di scopo, poiché potrebbero rintracciarsi sospetti di malversazioni a danno dello Stato e attività distrattive collegate anche a reati societari e fallimentari”.

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