giovedì, 21 Novembre, 2024
Esteri

Kiev sotto attacco russo. Disaccordi a Bruxelles su proposta Borrell di togliere restrizioni su armi. Ungheria: decisione folle

La scelta dell’Italia. Tajani: Restano i limiti per l’uso di armamenti sul territorio della Russia

Tensione nell’Ue sulle dichiarazioni dell’alto rappresentante Borrell che propone di togliere le limitazioni sull’uso delle armi occidentali inviate al solo territorio ucraino. Per quanto riguarda le armi italiane, ribatte Tajani, le restrizioni restano. Mentre il ministro degli esteri russo Lavrov definisce “irrilevanti” le proposte di negoziati dopo l’incursione a Kursk, un’alta fonte diplomatica europea sostiene che sono possibili negoziati Kiev-Mosca prima delle elezioni americane.

Ucraina: “Kiev sotto attacco per sei ore, abbattuti 15 droni”

Le truppe russe hanno attacco Kiev per sei ore con droni, di cui 15 sono stati abbattuti. Lo ha riferito il capo dell’amministrazione militare cittadina, Sergey Popko. Nessun drone ha raggiunto gli obiettivi, tuttavia i detriti sono caduti in tre diversi quartieri della città: Holosiyvsky, Dniprovskyi e Desnianskyi dove è scoppiato un incendio in un edificio non residenziale. Nessun ferito.

I detriti di un drone abbattuto caduti in parco giochi a Kiev

Il sindaco di Kiev, Vitaliy Klychko, ha aggiunto che i detriti di un drone abbattuto nella notte sono caduti in un parco giochi in una zona residenziale del quartiere Dnipro, e quelli di un altro drone hanno danneggiato le finestre di un appartamento al sesto piano di un condominio nel quartiere di Holosiiv. Non si hanno notizie di eventuali feriti o vittime.

Kiev: “I russi controllano il 40% di Chasiv Yar”

Andriy Polukhin, portavoce della 24a Brigata meccanizzata ucraina ha riferito ieri alla Rbc-Ucraina che “Al momento, il nemico controlla la parte della città fino al canale. Questa è circa il 40% della città”. Chasiv Yar, nel Donetsk, è stata distrutta in modo simile a Bakhmut e Avdiivka: “Sono solo rovine”, ha dettoil portavoce, ma se dovesse essere occupata, “le forze russe otterranno un vantaggio tattico sulle alture sopra le città di Kostiantynivka, Druzhkivka e Kramatorsk, così come sulle rotte logistiche ucraine”.

Zelensky: “Situazione a Pokrovsk estremamente difficile”

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato ieri sera,citando un rapporto del capo dell’esercito Oleksandr Syrsky, che la situazione attorno alla città orientale di Pokrovsk, un sitologistico chiave nella regione di Donetsk, è al momento “estremamente difficile: gli sforzi principali deirussi e le forze maggiori sono concentrati lì”.

Sei droni ucraini abbattuti su Crimea, Bryansk e Belgorod

Nel frattempo il ministero della Difesa russo sostiene che sei droni ucraini sono stati abbattuti nella notte sopra la Crimea e le regioni di confine di Bryansk e Belgorod. “Durante la scorsa notte, le forze di difesa aerea russe hanno sventato il tentativo di attacco terroristico del regime di Kiev contro strutture nel territorio russo con l’uso di veicoli aerei senza pilota. Tre droni sono stati abbattuti sulla Repubblica di Crimea, due sulla regione di Bryansk e uno sulla regione di Belgorod”, si legge in un comunicato

Un morto e due feriti in raid ucraini su regione Belgorod

“La città di Chebekino (nella regione di Belgorod, ndr) è stata presa di mira da attacchi delle forze ucraine”, ha scritto il governatore Vyacheslav Gladkov su Telegram. “Una persona è stata uccisa”, e altri due civili, un uomo e una donna, sono stati ricoverati in ospedale con ferite causate da schegge. Gli attacchi hanno anche danneggiato un edificio amministrativo e un sito di infrastrutture sociali, ha aggiunto. Poco prima, il ministero della Difesa russo aveva detto di aver abbattuto un drone sulla regione di Belgorod durante la notte.

Borrell; “Rimuovere le restrizioni alle armi date a Kiev”

La giornata di ieri è stata caratterizzata dalle discussioni della comunità internazionale a partire dalle affermazioni di Borrell. l’alto rappresentante Ue ha sostenuto che “le restrizioni all’uso delle armi date all’Ucraina devono essere revocate, ci deve poter essere pieno utilizzo per colpire obiettivi militari in Russia in linea con le regole internazionali” accogliendo il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba a Bruxelles per il consiglio informale esteri.

Kuleba: “Dopo 2 anni aiuti dovrebbero essere orologio svizzero”

Dmytro Kuleba, da parte sua, si è lamentato per i ritardi nella fornitura di armi da parte degli alleati occidentali al suo arrivo al Consiglio informale Esteri: “Questi aiuti, dopo due anni e mezzo di guerra, dovrebbero funzionare come un orologio svizzero, senza ritardi e nel modo più efficace”, ha evidenziato. In particolare, ha affermato che alcuni dei sistemi di difesa aerea Patriot annunciati dai Paesi occidentali “non sono ancora stati consegnati”. Ha quindi invitato a “non cercare altre scuse o giustificazioni, come le elezioni” e “consegnare ora quanto promesso”.

Ungheria, ‘da Borrell proposte folli, va fermato’

Contraria l’Ungheria, come si legge in un post su Facebook il ministro degli Esteri, Péter Szijjártó: “Proposte sconsiderate da Bruxelles sia sull’Ucraina che sul Medio Oriente. La pericolosa furia dell’Alto Rappresentante deve essere fermata. Non vogliamo altre armi in Ucraina, non vogliamo altri morti, non vogliamo un’escalation della guerra, non vogliamo un’escalation della crisi in Medio Oriente. Oggi continuiamo ad adottare una posizione pacifica e di buon senso”.

Lituania: “Kiev non riceve più munizioni da giugno”

A favore la Lituania, il cui ministro degli Esteri Gabrielius Landsbergis ha detto: “Da giugno l’Ucraina non riceve munizioni, i Patriots promessi non sono stati ancora consegnati. Allora io mi domando: non siamo anche noi parte del problema? Sappiamo che alcuni aiuti promessi nel 2023 saranno consegnati solo nel 2027 ma intanto i titoli di giornale sono usciti: creiamo una narrativa per dire ai nostri cittadini che combattiamo per il bene ma poi quando si tratta di andare al sodo le cose cambiano. E Putin invece ha partner affidabili, come la Corea e l’Iran”, ha aggiunto.

Tajani: “Restano le restrizioni a Kiev sulle armi “

Anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani arrivando ieri al Consiglio Affari Esteri a Bruxelles ha ribadito che “Ogni Paese decide per sé, per quanto ci riguarda l’uso delle armi italiane può avvenire solo all’interno dell’Ucraina”.

Kuleba: “Possiamo battere Mosca ma dateci i missili”

Insiste invece il ministro ucraino Kuleba: “Possiamo sconfiggere la Russia, lo abbiamo dimostrato una volta di più. Ma dobbiamo poter colpire gli obiettivi militari legittimi dentro la Russia, gli aeroporti da dove partono gli attacchi per l’Ucraina, se abbiamo missili sufficienti e possiamo colpire gli obiettivi, ridurremo la pressione sulla infrastrutture critiche. Abbiamo mostrato che le linee rosse della Russia sono vuote, non c’è paura per una escalation”, ha aggiunto. “Ma ci sono troppi ritardi tra gli annunci degli aiuti militari e le consegne, sono ritardi che paghiamo con vite umane”.

Borrell: già usati 1,4 miliardi dei fondi russi.

“un furto” per il Cremlino Malgrado il disaccordo tra i paesi, l’Unione Europea “ha iniziato a trasferire all’Ucraina” i proventi dei beni russi immobilizzati, ha detto Borrell, e a finanziare direttamente gli Stati membri per fornire armi a Kiev. “Abbiamo già trasferito 1,4 miliardi” di proventi dai capitali russi congelati in Europa ha reso noto ieri l’Alto rappresentante Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza. Annuncio che il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha commentato come “un furto” che avrà “sicuramente conseguenze legali”.

Lavrov, ‘Mosca era pronta a negoziare prima di incursione, ora negoziati irrilevanti’

Contemporaneamente, però, il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, in una conferenza stampa dopo i suoi colloqui con la controparte del Senegal, Yassine Fall, ha dichiarato che la Russia era pronta ad avviare negoziati con l’Ucraina prima dell’inizio dell’incursione delle forze di Kiev nella regione di Kursk. “Ricordiamo tutti che il Presidente Putin aveva avanzato la sua ultima proposta lo scorso giugno, dopo che tutte le precedenti iniziative e accordi erano stati fatti saltare dai suoi sostenitori occidentali. La nostra disponibilità ai negoziati era oltre ogni dubbio anche se, dopo le azioni spericolate (di Kiev, ndr) nella regione di Kursk non è più all’ordine del giorno”, ha spiegato. Dopo l’incursione di Kiev nella regione di Kursk, “la questione dei negoziati per una soluzione non è rilevante”, ha concluso il ministro degli Esteri russo.

“Possibili negoziati Kiev-Mosca prima delle elezioni Usa”

La posizione di Lavrov sembra rinnegare quanto ha dichiarato ieri all’ANSA un’alta fonte diplomatica europea, secondo cui “Il ritardo nella consegna degli aiuti militari può essere facilmente percepito dagli ucraini come una spinta verso i negoziati con la Russia e che si rende ora necessaria una via d’uscita dalla guerra, perché i soldi stanno finendo. Ma l’Ucraina vuole una chiusura alle sue condizioni. Ecco allora l’offensiva di Kursk, per avere qualcosa da negoziare con Mosca, visto che potrebbe essere costretta ad avviare le trattative prima delle elezioni americane”.

Cremlino: ‘Caso Durov non diventi persecuzione politica’

“La cosa principale qui, ovviamente, è che ciò che sta accadendo in Francia non si trasformi in una persecuzione politica”: lo ha dichiarato il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, riferendosi al caso del fondatore di Telegram, Pavel Durov. Lo riporta l’agenzia Interfax. “Sappiamo che il presidente francese ha negato qualsiasi legame con la politica, ma d’altra parte vengono mosse determinate accuse. Vedremo cosa succederà dopo”, ha dichiarato ancora Peskov.

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