Bilancio pesantissimo dell’ultimo giorno di guerra: sei feriti e uno disperso dopo attacco russo contro un hotel a Kramatorsk in piena notte. Cinque civili morti e 12 feriti in un attacco ucraino aBelgorod. 11 morti in attacchi russi nel Donetsk e Sumy. Droni e missili lanciati sull’Ucraina, abbattuti. Intanto la Russia sfida l’occidente sul caso Durov (fondatore di Telegram) e la Cina condanna fermamente le sanzioni dell’Occidente.
Bombe russe contro hotel a Kramatorsk
Due giornalisti sono rimasti feriti e un terzo è ritenuto disperso in seguito ad un attacco lanciato la notte scorsa dalle forze russe contro un hotel a Kramatorsk, nell’Ucraina orientale: lo hanno reso noto le autorità regionali. “Le tre vittime sono giornalisti, cittadini dell’Ucraina, degli Stati Uniti e del Regno Unito”, aggiungendo che le operazioni di salvataggio sono in corso. Si ritiene che il giornalista dispeso si trovi sotto le macerie dell’edificio.
L’attacco
Kramatorsk, a 20 chilometri dal fronte, è l’ultima grande città del Donbass ancora sotto il controllo ucraino. Prima dell’invasione russa del febbraio 2022, la città contava circa 150.000 abitanti, ma da allora è stata oggetto di ripetuti attacchi. Ieri, “nel cuore della notte”, “è stato preso di mira un hotel in città: al momento si sa che due persone sono ferite e una è sotto le macerie” ha scritto su Telegram il capo della regione di Donetsk, Vadym Filashkin, aggiungendo che “Tutte e tre le vittime sono giornalisti, cittadini ucraini, statunitensi e britannici. Oltre all’hotel, è stato danneggiato anche un grattacielo nelle vicinanze. Le autorità, la polizia e i soccorritori stanno lavorando sulla scena. Le macerie sono state rimosse e le operazioni di soccorso sono in corso”.
‘6 i feriti, uno è grave, soccorritori al lavoro’
“Sinora sappiamo di sei feriti, uno dei quali in gravi condizioni. Continuano le operazioni dei soccorritori”, ha fatto sapere il sindaco, Oleksandr Honcharenko, secondo il post rilanciato dal sito di notizie senza altri dettagli. Tra i feriti una persona è in gravi condizioni, riporta Ukrinform sulla base di quanto reso noto via Telegram dalle autorità di Kramatorsk.
Reuters, ‘disperso in attacco a Kramatorsk è dei nostri’
“Un membro della squadra Reuters che copriva la guerra in Ucraina è disperso e altri due sono stati ricoverati in ospedale dopo un attacco a un hotel nella città ucraina orientale di Kramatorsk”, ha reso noto dopo poche ore l’agenzia di stampa, precisando che la sua troupe che alloggiava nell’Hotel Sapphire colpito era composta da sei persone.
Kiev, ‘almeno 11 morti in attacchi russi nel Donetsk e Sumy’
Sette persone hanno perso la vita nel Donetsk, in Donbass, dove è il fronte principale della guerra, in raid sulle località di Kostyantynivka, Toretsk et Kotlyne, secondo il governatore della zona ancora sotto controllo ucraino dell’oblast, Vadym Filachkin, che su Telegram ha parlato anche di 15 feriti. Altri quattro morti e 13 feriti si contano nella regione settentrionale di Sumy, che confina con quella russa di Kursk, invasa dalle truppe ucraine. La polizia locale su Telegram afferma che i russi hanno colpito nella regione ben 50 località, uccidendo almeno 11 persone nelle ultime 24 ore.
Cinque civili uccisi in un attacco ucraino a Belgorod
Il governatore Vyacheslav Gladkov ha annunciato che l’attacco ucraino contro la zona di Rakitnoye nella regione russa di Belgorod, “è costato la vita a cinque civili”, e che “12 persone sono rimaste ferite, quattro delle quali gravemente, tra cui tre minorenni”. Il bombardamento ha danneggiato edifici residenziali, due negozi e sette auto. Rakitnoye, con circa diecimila abitanti, si trova ad appena dieci chilometri dal confine ucraino.
Kiev: nella notte abbattuti 8 droni russi su 9
L’Aeronautica militare ucraina ha annunciato che le forze russe hanno lanciato sull’Ucraina la notte tra sabato e domenica nove droni kamikaze, otto dei quali sono stati intercettati nella regione di Mykolaiv e abbattuti dalle difese aeree. Lanciati inoltre sei missili: un missile da crociera Iskander-K, un missile balistico Iskander-M e sei missili guidati X-59/X-69 per attaccare le regioni di Chernihiv, Sumy, Kharkiv e Donetsk. Tuttavia, precisa l’Aeronautica, la maggior parte dei missili non ha raggiunto gli obiettivi.
Zelensky: “43.000 missili russi su Ucraina da inizio guerra”
Su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha scritto che “In due anni e mezzo di guerra totale, la Russia ha sparato contro l’Ucraina circa 10.000 missili di vario tipo e più di 33.000 missili antiaerei. Gli attacchi alle nostre città possono essere fermati colpendo i vettori di queste armi, gli aerei russi negli aeroporti militari”.
“Dopo il Palianytsia ci saranno altri missili-droni”
Ieri Biden ha annunciato nuovi aiuti per l’Ucraina: “La guerra finirà con l’Ucraina libera, sovrana, indipendente”. Nato: “Finché armi russe non taceranno, noi non taceremo”. E lo stesso giorno il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha confermato che “ha avuto luogo il primo utilizzo in combattimento della nostra nuova arma, il missile-drone ucraino a lungo raggio Palianytsia. È stato sviluppato dalle nostre forze per distruggere il potenziale offensivo del nemico”. E ha aggiunto che le forze armate di Kiev utilizzeranno presto altre armi di questo tipo: “Ci saranno altri missili-droni, così come ci sono altri droni d’attacco a lungo raggio, di cui vediamo i risultati quasi ogni giorno”.
Inoltre, in un videomessaggio registrato nella regione di Sumy ediffuso nel giorno del 33esimo anniversario della dichiarazione di indipendenza del Paese, il presidente ucraino ha dichiarato “Non sarà il nonno malato della Piazza Rossa, che minaccia tutti con un bottone rosso, a dettarci le sue linee rosse. Solo l’Ucraina e gli ucraini stabiliranno da soli come vivere”.
Russia sfida Occidente sull’ arresto del fondatore di Telegram
Pavel Durov, fondatore di Telegram, app di messaggistica principale dell’Europa dell’est e Russia, aveva lasciato la Russia nel 2014, avendo anche cittadinanza francese. Il suo patrimonio netto è di circa 15 miliardi di dollari. Telegram ha 900 milioni di utenti mensili.
Negli ultimi giorni le autorità russe stanno lavorando al suo arresto, ricordando che nel 2018 alcune ong occidentali condannarono la sentenza della corte russa di bloccare il servizio. Maria Zakharova, portavoce del Ministero degli Esteri russo, si chiede se la comunità internazionale ora ne chiederà il rilascio o “si morderà la lingua”: “Ci furono all’epoca lamentele sulla legalità di Telegram da parte di molti Paesi per i parametri tecnici del suo sistema di crittografia”, ha detto Zacharova, sottolineando che Durov è rimasto libero e ha continuato a sviluppare durante quel periodo il suo sistema di messaggistica.
L’ambasciata russa a Parigi, ha detto La portavoce del ministero degli Esteri, “ha immediatamente iniziato a lavorare” sulla vicenda, “come dovrebbe fare sempre quando arrivano informazioni sull’arresto di un cittadino russo in un altro Paese”, sebbene i rappresentanti dell’imprenditore non abbiano presentato alcuna domanda.
Il parlamentare russo Vladislav Davankov ha esortato il ministro degli Esteri Sergey Lavrov ad agire, sospettando motivazioni politiche, e ha avvertito che l’arresto di Durov potrebbe mettere in pericolo i dati degli utenti di Telegram. DI conseguenza ha chiesto sforzi diplomatici con le autorità francesi.
Kiev, ‘Durov voleva vedere Putin, ma richiesta rifiutata’
Secondo il capo del Centro per la lotta alla disinformazione presso il Consiglio di sicurezza e difesa nazionale dell’Ucraina, Andriy Kovalenko, “è possibile che Pavel Durov abbia chiesto un incontro con Vladimir Putin a Baku qualche giorno fa, ma gli è stato rifiutato. Ora la Russia è isterica perché ‘l’unico messenger russo affidabile, Telegram, potrebbe essere sotto il controllo dell’Occidente'”: lo scrive oggi sullo stesso social network.
Durov, ricorda il funzionario di Kiev, “è accusato di non aver collaborato con la polizia francese nella lotta al traffico di droga. Nei prossimi mesi, la Russia potrebbe essere accusata di traffico di droga in Europa. La direzione principale dello Stato maggiore” russo “sta affrontando momenti difficili, poiché è considerata la principale ‘responsabile’ di questo settore di attività di spionaggio. Il caso Durov – conclude – potrebbe anche far crollare l’intera rete di agenti russi in Europa”.
“L’arresto di Durov può essere paragonato all’hackeraggio di Enigma da parte degli inglesi durante la Seconda guerra mondiale”, osserva Kovalenko, secondo il quale “Telegram è l’unico messenger utilizzato attivamente dall’esercito russo”. Per questo, “naturalmente, per Mosca la storia di Durov è un fallimento e la colpa è dell’intero entourage di Putin, da Vaino a Patrushev”, prosegue l’alto funzionario riferendosi al capo di stato maggiore del Cremlino, Anton Vaino, e al principale consigliere di Putin, Nikolai Patrushev.
Medvedev, Durov ha sbagliato calcoli, per Occidente è pericoloso
“Una volta – scrive su Telegram il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, commentando il fermo del fondatore di Telegram in Francia – tempo fa, chiesi a Durov perché non volesse collaborare con le forze dell’ordine in caso di reati gravi. ‘Questa è la mia posizione di principio’, affermò. ‘Allora ci saranno problemi seri in ogni Paese, gli dissi. Ha ritenuto di avere i maggiori problemi in Russia e se n’è andato, ottenendo poi anche permessi di cittadinanza/residenza in altri Stati.”
Ma invece, secondo Medved, Duriva “ha sbagliato i calcoli”, perché in Occidente è ancora considerato non un uomo di pace, ma un “russo pericoloso”: “Per tutti i nostri nemici comuni, ora è russo, e quindi imprevedibile e pericoloso. Di sangue diverso. Non certo Musk o Zuckerberg (che, tra l’altro, sta collaborando attivamente con l’Fbi). Durov dovrebbe finalmente rendersi conto che la Patria non può essere scelta…”.
Cina esprime ‘ferma contrarietà’ a sanzioni Usa a Russia
l’ultimo pacchetto di sanzioni Usa contro la Russia, che colpiscono prodotti e servizi, molti dei quali forniti da aziende cinesi. Per il ministero del Commercio cinese la decisione statunitense è un “tipico esempio di sanzioni unilaterali”, un comportamento che “mina l’ordine e le regole del commercio internazionale, ostacola i normali scambi economici e commerciali internazionali e pregiudica la sicurezza e la stabilità delle catene industriali e di approvvigionamento globali”.
Il ministero del Commercio cinese ha quindi fatto sapere ieri di considerarla una “pratica sbagliata contro cui Pechino” e esprime la sua “ferma contrarietà” avvertendo che Pechino “adotterà le misure necessarie per difendere con risolutezza i diritti e gli interessi legittimi delle imprese cinesi”. Tra le aziende incluse nell’elenco figurano due importanti fornitori cinesi di macchinari e sei fornitori cinesi di componenti elettronici.