Redistribuire gli extra profitti a beneficio dell’intera società. La richiesta arriva dal sindacato Uil che pone l’accento su come le banche abbiano avuto utili “generati in gran parte grazie alle politiche monetarie favorevoli e non agli sforzi imprenditoriali”. Un passaggio delicato che per l’Unione italiana lavoratori deve vedere anche il governo protagonista. Le ipotesi emerse finora tuttavia vanno in altro senso.
La scelta del governo
“Apprendiamo, dalle recenti dichiarazioni del ministro Giorgetti”, osserva la segretaria confederale della Uil, Vera Buonomo, “che il Governo non avrebbe intenzione di introdurre una nuova tassa sugli extraprofitti delle banche. Se tale dichiarazione fosse confermata dai fatti, saremmo di fronte all’ennesimo segnale di favoritismo verso il settore bancario, iniziato già lo scorso anno con la rimodulazione della normativa sugli extraprofitti”.
Il calcolo della Uil
Il sindacato fa riferimento anche alle cifre in ballo. “Nel primo semestre del 2024 le principali banche italiane hanno registrato profitti record di 12 miliardi di euro, con un incremento del 10,4% del margine di interesse rispetto all’anno precedente. Le banche”, commenta Buonomo, “che già nel 2023 sono riuscite a evitare il pieno impatto della tassazione sugli extraprofitti, accantonando riserve non distribuibili per 4,2 miliardi di euro, ora vedrebbero ulteriormente rafforzata la loro posizione di potere, a scapito della collettività”.
Ridistribuire i profitti
Per la Uil ora è necessario dare un segnale per evitare una “ingiustizia sociale”. “È necessario”, evidenzia la sindacalista della Uil, “che i profitti straordinari, generati in gran parte grazie alle politiche monetarie favorevoli e non agli sforzi imprenditoriali, vengano redistribuiti a beneficio dell’intera società. Se raffrontiamo questi dati con il gettito stimato della prima versione del governo Draghi dell’imposta sugli extraprofitti, che era di oltre 10 miliardi, diventati poi meno di 2 miliardi dopo le modiche legislative del governo Meloni, risulta evidente che ci troveremmo di fronte a un’enorme ingiustizia sociale ed economica”. “È inaccettabile”, puntualizza infine Vera Buonomo, “che il Governo sia forte con i deboli e debole con i forti. Ancora una volta saranno le persone più vulnerabili a pagare il prezzo delle crisi e della miopia strategica del decisore politico”.