La sfida per il futuro deve essere quella di garantire che tutti i cittadini, anche quelli delle aree più remote, possano continuare ad accedere ai servizi bancari in modo sicuro e diretto, senza essere costretti a percorrere decine di chilometri o a confrontarsi con il divario digitale che ancora caratterizza molte zone del nostro Paese. È quanto chiede lʼUncem secondo il quale ogni giorno in Italia vengono prelevati contanti per un valore di circa un miliardo di euro. Un dato sorprendente, soprattutto se confrontato con il continuo e inarrestabile declino degli sportelli bancari, un fenomeno che lʼUnione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani ha definito un vero e proprio disastro. Secondo l’Associazione, nonostante gli sforzi per salvaguardare questi servizi essenziali, le banche continuano a chiudere i battenti, lasciando intere comunità senza un accesso diretto ai propri risparmi. La chiusura degli sportelli bancari è una questione che preoccupa non solo i sindaci e i cittadini, ma anche le sigle sindacali, da sempre sostenute da Uncem nelle loro battaglie. Centinaia di lettere, inviate da dallʼUnione a enti come Abi, Consob, Banca d’Italia e vari istituti di credito, non hanno prodotto i risultati sperati. “Le banche se ne vanno dai paesi, chiudono fregandosene delle istituzioni locali e delle comunità. E aumentano gli utili. Un paradosso che lascia increduli”, ha dichiarato l’associazione.
Il fenomeno della chiusura degli sportelli bancari non è uniforme sul territorio italiano, ma colpisce in modo particolarmente duro le aree montane, il Mezzogiorno e le isole. Il Piemonte detiene il triste primato, con il 13,8% della popolazione che vive in zone senza agenzie bancarie. Nel sud Italia e nelle isole, l’11% degli abitanti è privo di uno sportello bancario vicino, con la Campania in testa: ben 700.000 residenti non hanno una banca a disposizione. Questa situazione non solo mette a rischio l’accesso ai servizi finanziari di base, ma potrebbe anche allontanare milioni di persone dal circuito legale della finanza, aumentando l’esclusione economica.
Problema irrisolto
Uncem non nasconde la sua frustrazione di fronte all’incapacità della politica e delle istituzioni di invertire questa tendenza. Nonostante i tavoli di discussione nazionali con il Mef e le numerose interrogazioni parlamentari, il problema rimane irrisolto. “Siamo perplessi – dichiara UNCEM – di fronte all’impossibilità della politica di guidare un processo di cambiamento, come è stato fatto con Poste Italiane grazie alla legge 158/2017. Anche le banche devono ripensare i loro modelli di erogazione dei servizi, perché intelligenza artificiale e home banking non saranno sufficienti in territori dove il divario digitale è ancora forte”. Tuttavia, non tutte le banche hanno abbandonato le comunità locali. Le Banche di Credito Cooperativo (Bcc) rappresentano un esempio positivo. “Le Bcc hanno dimostrato di essere capaci di rimanere presenti nei paesi, tra le comunità. Dove i grandi gruppi bancari hanno chiuso, come a Venasca in Valle Varaita, le Bcc hanno aperto nuovi sportelli. Un segnale di speranza per il futuro delle nostre comunità”, conclude lʼUnione.