venerdì, 20 Settembre, 2024
Attualità

Il Papa: “Nell’anniversario della bomba atomica preghiamo per le vittime di tutte le guerre”

Bergoglio allʼAngelus: “Rinnoviamo la nostra preghiera per la pace dove ci sono i conflitti”

Un messaggio, quello lanciato ieri dal Papa dopo l’ Angelus in Vaticano, che è un nuovo invito rivolto alla comunità internazionale a non rimanere indifferente davanti a tragedie come quelle accadute nel 1945 nelle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki che “non devono accadere mai più” (220mila le vittime). Anche se la stretta attualità, come risaputo, parla di morti e distruzione in Ucraina cosi come in Medioriente, giusto per citare le due zone maggiormente colpite dai conflitti in corso. E dunque in un momento storico in cui le tensioni globali sembrano intensificarsi, le parole di Bergoglio risuonano come un richiamo urgente alla responsabilità collettiva di lavorare per un mondo più giusto e pacifico.

Tragico anniversario

Quindi, ieri Francesco ha voluto ricordare l’anniversario del bombardamento atomico che ha devastato Hiroshima (6 agosto) e Nagasaki (9 agosto), un evento che ha segnato profondamente la storia dell’umanità. Il Pontefice, con la consueta sensibilità verso le sofferenze causate dalla guerra, ha esortato i fedeli a rinnovare la preghiera per la pace, un tema a lui caro e costantemente presente nei suoi messaggi: “E mentre continuiamo a raccomandare al Signore le vittime di quegli eventi e di tutte le guerre, rinnoviamo la nostra intensa preghiera per la pace”, ha detto, aggiungendo un particolare pensiero per le situazioni di conflitto che continuano a insanguinare diverse parti del mondo. “Preghiamo specialmente per la martoriata Ucraina, per il Medioriente, per la Palestina, per Israele, per il Sudan e per il Myanmar”. Il Pontefice ha poi chiesto di pregare anche per “le vittime del tragico incidente aereo avvenuto in Brasile”.

Preconcetti e presunzione

Nel corso dell’angelus il Santo Padre ha esortato i fedeli a riflettere sul tema dei preconcetti e della presunzione nella vita di fede. Prendendo spunto dal Vangelo, ha sottolineato come la reazione dei Giudei all’affermazione di Gesù, che si dichiara “disceso dal cielo”, sia emblematica di una chiusura mentale e spirituale che può colpire anche i credenti di oggi. I Giudei, scandalizzati dall’affermazione di Cristo, mormoravano tra loro, chiedendosi come fosse possibile che il figlio di un falegname, una persona di origini umili e ben conosciuta nella loro comunità, potesse essere inviato da Dio. “Sono convinti che Gesù non possa venire dal cielo perché è figlio di un falegname” ha spiegato il Papa, evidenziando come i loro pregiudizi e la presunzione di non avere nulla da imparare li rendano incapaci di aprirsi alla verità divina. Papa Francesco ha poi avvertito i fedeli del pericolo rappresentato da tali atteggiamenti, che “impediscono un dialogo sincero e un avvicinamento tra fratelli”. Il Pontefice ha sottolineato che i preconcetti e la presunzione possono chiudere il cuore e la mente, rendendo impossibile ascoltare davvero la voce del Signore: “Hanno i loro schemi rigidi, e non c’è posto nel loro cuore per ciò che non vi rientra”, ha spiegato.

Pratiche religiosi

Il Santo Padre ha poi messo in guardia contro un modo di vivere la fede che cerca solo conferme alle proprie idee, piuttosto che mettersi in ascolto autentico di Dio. Ha evidenziato come anche le pratiche religiose, quando vissute senza apertura, possano diventare sterili e incapaci di avvicinare realmente a Dio. “Compiono le loro pratiche religiose non tanto per mettersi in ascolto del Signore, quanto per trovare in esse una conferma a quello che pensano loro” ha aggiunto, riferendosi al comportamento dei Giudei nel Vangelo. Francesco ha invitato poi i fedeli a fare un esame di coscienza sulla propria vita di preghiera e sulla capacità di ascolto. “Chiediamoci: nella mia vita di fede, sono capace di fare veramente silenzio in me, e di mettermi in ascolto di Dio?” ha domandato, esortando tutti a superare le proprie chiusure e a lasciarsi guidare dalla luce e dalla grazia divine.

Il Papa ha concluso il suo intervento affidando la preghiera a Maria, chiedendo che “ci aiuti ad ascoltare con fede la voce del Signore e a fare con coraggio la sua volontà”. Con queste parole, Papa Francesco ha rinnovato l’invito a vivere una fede autentica, aperta e capace di accogliere la verità di Dio al di là dei propri pregiudizi e paure.

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