venerdì, 20 Settembre, 2024
Attualità

Nel 2023 abbandonati 85mila cani: aumento dellʼ8,6% rispetto al 2022

Lʼallarme di Legambiente che lancia sei proposte al governo

Il 2023 si conferma un anno critico per l’Italia nella gestione degli animali d’affezione, con dati allarmanti che segnano un peggioramento della situazione. Secondo il XIII Rapporto Animali in Città di Legambiente, presentato a Festambiente, si registra un incremento dellʼ8,6% nel numero di cani abbandonati rispetto al 2022, portando il totale a 85.000 (l’aumento riflette la crisi economica che colpisce le famiglie, costrette a rinunciare ai propri animali) mentre i randagi sono 358.000. Le criticità maggiori si riscontrano sempre nel Lazio, Sicilia, Campania, Puglia e Calabria dove se ne stimano 244mila.

Velocità differenti

A fronte di questi numeri, il Paese, nonostante non manchino esempi virtuosi, è segnato da una gestione che viaggia a velocità troppo differenti – ancora lenti i Comuni con solo il 34,5% che registra performance sufficienti contro l’80,4% delle Aziende sanitarie – e poi sono ancora troppi, nella Penisola i ritardi e le difficoltà legate a monitoraggio, regolamentazione, controlli, e ai servizi animal friendly in città e al mare. Ritardi che hanno impatti negativi nella gestione degli animali da compagnia in città, a fronte di una spesa pubblica del settore pari nel 2023 a 248 milioni di euro (+7,4% rispetto al 2022), di cui 190 milioni in capo ai Comuni (3,2 euro per cittadino) e quasi 58 milioni alle Aziende sanitarie (0,98 euro per cittadino). Spesa pubblica pesantemente condizionata dai costi per i canili rifugio, indicatore di scarso impegno in politiche di prevenzione, e che equivalgono al 64,1% (+ 6,8% rispetto al 2022) della spesa di settore. Si parla di una spesa pubblica per il settore che equivale a circa 3,6 volte la somma impegnata per la gestione di tutti i 24 Parchi nazionali e addirittura oltre 24 volte la somma impegnata per la gestione di tutte le 29 Aree marine protette.

Talloni d’Achille

Tra i talloni d’Achille su cui l’Italia deve lavorare c’è, in primis, quello dell’anagrafe canina. Solo il 41% dei Comuni (316 su 771) conosce il numero complessivo dei cani iscritti in anagrafe canina presenti nel proprio territorio, pari ad 1.812.008 cani. Percentuale che cala al 37,1% per quel che riguarda la consapevolezza delle nuove iscrizioni avvenute nell’anno 2023, pari a 87.602 cani. Fa riflettere anche il dato sui servizi animal friendly: solo il 33,3% dei comuni dichiara di aver spazi dedicati agli animali d’affezione (complessivamente risultano 1.602 le aree dedicate ai cani, in media circa uno spazio ogni 6.842 cittadini residenti con differenziazioni importanti tra Comuni (a esempio a Cervicati, nel cosentino, è presente 1 area ogni 785 cittadini, contro Messina con 1 ogni 72.632 abitanti). Ancora più bassa la percentuale, il 24,7%, dei Comuni costieri, ossia 1 ogni quattro, che hanno regolamentato l’accesso in spiaggia, solo 24 comuni costieri dei 97 che hanno fornito risposte.

Tante problematiche

Sul fronte regolamentazione previste per il settore, nel 2023 solo il 38,9% dei Comuni dichiara di avere un regolamento per la corretta detenzione degli animali in città. Percentuale che scende all’11,8% dei casi per quel che riguarda la disciplina contro la problematica delle esche avvelenate. In fatto di possibili agevolazioni fiscali per le adozioni di cani, solo l’8,6% dei comuni le applica; mentre scende appena al 5,7% la percentuale dei Comuni che hanno previsto regolamenti con agevolazioni o oneri fiscali per facilitare la sterilizzazione di cani e gatti e per contrastare chi detiene, senza dichiararsi allevatore, riproduttori e cucciolate. In tema di sterilizzazione, nonostante un leggero incremento rispetto al 2022 del +2,2%, nel 2023 solo il 52,2% delle Aziende sanitarie ha effettuato azioni di prevenzione, con la sterilizzazione di 5.041 cani (il 15,8% rispetto ai cani dichiarati entrati nei canili sanitari) e 25.760 gatti (circa il 5,7% di quelli presenti nelle colonie feline, nelle quali oltre 193.000 gatti risultano non sterilizzati). Sul fronte controlli, poco più di 1 Comune su 3 (il 40%) ha effettuato specifici controlli e solo il 52,3% dichiara di aver dotato il proprio personale di lettore microchip. Di questi, ne risultano in totale 695, ossia in media 1,7 per ciascuna delle 403 Amministrazioni comunali che li hanno dichiarati.

Buone notizie

A livello regionale, nella top five delle regioni che vanno meglio nella gestione degli animali d’affezione, ci sono l’Emilia Romagna con il 76,9% dei comuni che hanno risposto al questionario di Legambiente e che hanno performance superiori alla sufficienza, seguita da Valle D’Aosta (75%), Provincia di Bolzano (70,6%), Marche (51,9%), Friuli Venezia Giulia (47,4%) e Toscana (47,2%). Modena, Zocca e Verona i comuni premiati a Festambiente con il Premio Nazionale ʼAnimali in Città 2024ʼ, il riconoscimento che Legambiente assegna a quelle realtà virtuose – tra Comuni, istituzioni e società civile – che si distinguono per l’offerta di servizi e in azioni dedicate alla prevenzione. Tra le Aziende sanitarie, premiate Ats Brescia, Ats della Montagna e Ausl Toscana Sud Est. Tra le istituzioni e la società civile, premiate la Regione Piemonte, l’associazione Save The Dogs and other animals; l’associazione DifesAttiva; e Nicola Campomorto, guardia volontaria dell’Enpa, che da oltre venti anni attivamente opera per salvare animali oggetto di bracconaggio, cattura, uccisione e maltrattamento.

Le proposte

“Per superare difficoltà e ritardi nella gestione degli animali d’affezione, è fondamentale – dichiara Giorgio Zampetti, Direttore generale di Legambiente – sia replicare quelle buone pratiche presenti nel Paese e che raccontiamo anche con il Premio Animali in città sia mettere in campo politiche unitarie da parte di Governo, Parlamento e Amministrazioni territoriali con una efficace politica di One Health, rafforzando in primis il Sistema sanitario pubblico indispensabile per la One Health e il benessere di tutti, sia investire nelle sinergie tra istituzioni e il miglior civismo. Per questo oggi lanciamo un pacchetto di sei proposte che hanno al centro la rapida applicazione dell’anagrafe unica nazionale obbligatoria per tutti gli animali da compagnia, la sottoscrizione di 1.000 accordi o patti di comunità, la creazione di nuove strutture veterinarie pubbliche, l’assunzione di più medici veterinari pubblici, la realizzazione di più aree verdi per i cani in città, l’aggiornamento e il coinvolgimento attivo delle guardie ambientali e zoofile volontarie”.

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