sabato, 16 Novembre, 2024
Esteri

Il premio Nobel Muhammad Yunus presta giuramento come leader ad interim del Bangladesh

Il premio Nobel per la pace Muhammad Yunus ha assunto, giovedì, la guida del governo provvisorio del Bangladesh per risanare un Paese devastato dalla violenza che ha costretto il primo ministro Sheikh Hasina a dimettersi e rifugiarsi in India. Yunus, conosciuto come il “banchiere dei poveri”, ha fondato la Grameen Bank, premiata con il Nobel nel 2006 per aver sollevato milioni di persone dalla povertà attraverso microcrediti destinati ai poveri delle aree rurali. Come capo del governo provvisorio, Yunus ha il compito di ripristinare la stabilità e organizzare nuove elezioni parlamentari.

Disordini e governo provvisorio

La fuga di Hasina, che ha governato per 20 dei 30 anni passati, ha suscitato sia giubilo che violenza, con saccheggi nella sua residenza ufficiale. Il Bangladesh Hindu Buddhist Christian Unity Council ha riportato l’uccisione di un insegnante e il ferimento di 45 persone. Il giuramento di Yunus ha riempito il vuoto di potere in questa nazione di 170 milioni di abitanti, che vanta la quarta popolazione musulmana più numerosa al mondo. Nahid Islam e Asif Mahmud, leader studenteschi, sono entrati a far parte del governo provvisorio mentre il partito Awami League di Hasina non è rappresentato. Il principale partito di opposizione, il Bangladesh Nationalist Party (BNP), ha boicottato due elezioni nazionali e richiesto nuove elezioni entro tre mesi. La presenza di Hasina a Nuova Delhi ha suscitato risentimento verso l’India tra alcuni bengalesi. Il primo ministro indiano Narendra Modi si è congratulato con Yunus, ribadendo la collaborazione con Dhaka per “pace, sicurezza e sviluppo” e auspicando un rapido ritorno alla normalità, garantendo la sicurezza di indù e altre minoranze. Il movimento studentesco che ha destituito Hasina è nato dalle proteste contro le quote nei posti di lavoro pubblici, provocando una repressione violenta e critiche internazionali, nonostante il governo abbia negato l’uso eccessivo della forza.

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