giovedì, 19 Settembre, 2024
Politica

Meloni parla con Pezeshkian per scongiurare l’escalation in Medio Oriente

Netanyahu si scusa per il 7 ottobre. Hezbollah vuole attaccare Israele prima dell’Iran

La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto un colloquio telefonico con il Presidente iraniano Masoud Pezeshkian. Palazzo Chigi rivela che il contatto rientra nell’azione diplomatica che anche l’Italia sta svolgendo in questi giorni “sulla situazione in Medio Oriente” e per evitare la rappresaglia annunciata da Teheran contro Israele per l’assassinio del capo di Hamas. Meloni “ha sottolineato la necessità di scongiurare un allargamento del conflitto in corso a Gaza, anche con riferimento al Libano, invitando l’interlocutore a evitare un’ulteriore escalation e a riaprire la via del dialogo”. La Presidente Meloni “ha infine reiterato il costante impegno dell’Italia a favorire la pace e la stabilità della regione attraverso il necessario raggiungimento del cessate il fuoco nella Striscia, la liberazione degli ostaggi e il rafforzamento dell’aiuto umanitario alla popolazione civile”. Tra l’altro, secondo Iran International, canale televisivo in lingua farsi con sede a Londra, il presidente iraniano Masoud Pezeshkian avrebbe chiesto alla Guida suprema ayatollah Ali Khamenei di evitare un attacco diretto a Israele, avvertendo che un’escalation potrebbe portare Israele a devastare infrastrutture e obiettivi energetici e a paralizzare l’economia del Paese.

Movimenti di guerra

Ieri le autorità iraniane hanno chiesto alle compagnie aeree di tutto il mondo di evitare lo spazio aereo del Paese a causa di esercitazioni militari. Il Notam (Notice to AirMen, l’avviso di sicurezza fornito ai piloti) fa riferimento al periodo di tempo compreso tra le 01:00 e le 04:00 Gmt, le 3 e le 6 ora italiana. Sul fronte libanese, invece, Hezbollah avrebbe manifestato l’intenzione di attaccare Israele a prescindere da quanto deciderà di fare l’Iran. Mentre il Comando centrale degli Stati Uniti ha annunciato che i caccia F-22 dell’aviazione statunitense sono arrivati ieri nell’area di responsabilità del Centcom, “nell’ambito dei cambiamenti di posizione delle forze statunitensi nella regione e per affrontare le minacce rappresentate dall’Iran e dai gruppi sostenuti dall’Iran”. Il ministro degli esteri iraniano,

Ali Bagheri, che ha partecipato alla sessione convocata d’urgenza dell’Organizzazione della Cooperazione islamica (Oci), che si è tenuta a Jeddah, in Arabia Saudita, mercoledì scorso, ha sottolineato che in mancanza di iniziative da parte del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, l’Iran ha il “diritto intrinseco” di difendersi da Israele “nel momento opportuno”. Inoltre Bagheri sostiene che gli Stati Uniti e alcuni paesi europei non solo non hanno condannato l’uccisione da parte di Israele del capo politico del movimento palestinese Hamas, Ismail Haniyeh, in Iran, ma continuano anche a sostenere Tel Aviv, il che “significa che stanno cercando di mantenere l’instabilità in Medio Oriente”.

Netanyahu: distruggeremo Hamas

Intanto il premier israeliano Netanyahu ha chiesto scusa per le falle di sicurezza che hanno permesso gli attacchi del 7 ottobre. Lo ha fatto in un’intervista a Time: “Scusarsi? Certo, certo. Mi dispiace, profondamente, che sia successo qualcosa del genere. E ti guardi sempre indietro e dici: Avremmo potuto fare cose che avrebbero potuto impedirlo?”. La rivista americana nella sua introduzione ha ricordato che nei primi 10 mesi della guerra a Gaza Netanyahu ha sempre rifiutato di scusarsi per aver lasciato Israele vulnerabile ad un attacco di quella portata da parte di Hamas. Nell’intervista, il premier ha anche risposto a una domanda su chi lo accusa di prolungare la guerra a Gaza per restare al potere. “Il nostro obiettivo è distruggere completamente le capacità militari e di governo di Hamas”, ha risposto e ha aggiunto: “Resterò in carica finché crederò di poter aiutare a guidare Israele verso un futuro di sicurezza duratura e prosperità. Preferisco avere cattiva pubblicità che un buon necrologio“.

Quanto al futuro di Gaza, Netanyahu ha nuovamente espresso le opinioni già spiegate più volte: “Un’amministrazione civile gestita da cittadini di Gaza, forse con il supporto di partner regionali. Smilitarizzazione da parte di Israele, amministrazione civile da parte di Gaza. Non voglio incorporare i palestinesi in Giudea e Samaria come cittadini di Israele”, ha spiegato il premier riferendosi al nome biblico della Cisgiordania. “Dovrebbero gestire le proprie vite. Dovrebbero votare per le proprie istituzioni. Dovrebbero avere il proprio autogoverno. Ma non dovrebbero avere il potere di minacciarci”.

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