Poco o niente si sa di che cosa sta pensando di fare l’Iran per rispondere all’uccisione, in centro a Teheran, del capo di Hamas, Ismail Haniyeh. Ieri Hezbollah ha lanciato, come fa da mesi, missili contro Israele quindi non è un avvio della rappresaglia. Le diplomazie internazionali sono mobilitate per scongiurare l’escalation della guerra che potrebbe infiammare tutto il Medio Oriente. Il Presidente russo Vladimir Putin è intervenuto di persona e ha chiesto alla guida suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, di dare una “risposta moderata” sconsigliando di attaccare i civili israeliani. Mentre Hamas ha smentito di aver scelto quale successore di Haniyeh Mohammed Ismail Darwish. ”Il movimento annuncerà i risultati delle sue consultazioni una volta completate”, hanno precisato i miliziani palestinesi.
Darwish, è originario dei campi profughi palestinesi in Libano, e negli anni è diventato l’uomo più forte dell’impero economico dell’organizzazione. In virtù di questa posizione, è stato coinvolto nella direzione dei trasferimenti di denaro dall’Iran ad Hamas e negli investimenti in tutto il mondo. Intanto Israele ha fatto volare a bassa quota sopra Beirut dei caccia bombardieri che hanno rotto la barriera del suono, provocando il panico poco prima del discorso programmato del leader del movimento libanese Hezbollah Hassan Nasrallah, il quale ha detto: “Il nemico rompe il muro del suono sui quartieri meridionali per spaventare le persone riunite per la cerimonia. Ha una mente meschina”.
Teheran smentisce il Nyt
Da Teheran, tra l’altro, è arrivata una smentita riguardo gli arresti di ufficiali che avrebbero dovuto assicurare la protezione del leader di Hamas. Lo, ha detto Asghar Jahangir, portavoce della magistratura iraniana: “Le indagini necessarie sono state avviate” e i risultati “saranno resi noti non appena l’indagine sarà completata”. La notizie smentisce quanto ha scritto sabato scorso il New York Times secondo il quale l’Iran aveva arrestato “più di due dozzine di persone, compresi alti ufficiali dell’intelligence”. Jahangir ha respinto le affermazioni definendole “voci” e “notizie false”. Mentre il Presidente iraniano Massoud Pezeshkian ha ribadito che “l’Iran non vuole espandere la guerra e la crisi nella regione, ma il regime sionista riceverà sicuramente una risposta per i suoi crimini e la sua insolenza”.
Manifestazione famiglie ostaggi
Intanto le famiglie degli ostaggi israeliani rapiti da Hamas il 7 ottobre scorso hanno bloccato l’autostrada di Tel Aviv, esortando il premier Benjamin Netanyahu a siglare un accordo col gruppo palestinese. I parenti degli ostaggi e decine di manifestanti guidati da donne stanno bloccando il traffico in direzione sud sull’autostrada Ayalon di Tel Aviv, protestando contro il governo del Primo Ministro Netanyahu e a favore di un accordo sugli ostaggi. I partecipanti alla protesta portano anche uno striscione in lingua inglese con la scritta “Smettetela di prenderci in giro”, riferendosi a una frase presumibilmente usata dal Presidente degli Stati Uniti Joe Biden in una recente chiamata con il premier israeliano quando si parlava di un accordo sugli ostaggi. Mentre il Governo è alle prese anche con le proteste degli estremisti ultraortodossi che hanno fatto irruzione nella base militare israeliana di Tel Hashomer, saltando la recinzione per cercare di impedire l’arruolamento degli studenti della yeshiva nell’esercito. Gli Haredim (gli ultraortodossi) protestano davanti all’ufficio di reclutamento dell’Idf contro l’arruolamento.
I soldati italiani in Libano
“I soldati italiani sono sotto la guida dell’Unfil, non sono sotto una guida operativa italiana: sono le Nazioni Unite che decidono quello che devono fare i nostri militari” che “sono una forza di interposizione tra Hezbollah e Israele quindi non hanno un ruolo operativo, non devono combattere contro qualcuno”. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani che ha aggiunto: “Se l’Iran attacca Israele noi non abbiamo alcun ruolo: l’Italia non partecipa a operazioni insieme agli Stati Uniti e alla Gran Bretagna, siamo soltanto coordinati per esempio per la protezione dei mercantili del Mar Rosso” ma si tratta di una “missione europea difensiva, cioè difendiamo dagli attacchi le nostre navi nel Mar Rosso” che “in questa fase sono particolarmente in allerta per possibili attacchi degli Houthi”. “Non partecipiamo a operazioni militari contro l’Iran” ha detto il vicepremier e “Non è previsto un intervento militare italiano in Israele, stiamo lavorando per costruire la pace dal punto di vista diplomatico – ha spiegato -. Fermo restando che Israele è un Paese amico che deve essere tutelato nella sua integrità da attacchi esterni, noi lavoriamo per la pace. Non siamo impegnati in missioni operative preventive”.