lunedì, 16 Settembre, 2024
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Kiev annuncia che il prossimo Summit sarà nel Sud del mondo

USA-Russia: Scambio prigionieri più grande dai tempi della guerra fredda. Turchia vanta il ruolo di mediatore.

Tra i 24 prigionieri (oltre a due minorenni) dello scambio tra Usa, Russia e altri cinque Paesi avvenuto nella notte tra giovedi e venerdi ci sono sono il reporter del Wall Street Journal Evan Gershkovich e l’ex marine Paul Whelan, ma anche oppositori e dissidenti russi come Vladimir Kara-Murza, Ilya Yashin ed Oleg Orlov.

Il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, ha dichiarato che lo scambio di detenuti tra Mosca e i Paesi occidentali e la questione dei negoziati per mettere fine alla guerra tra la Russia e l’Ucraina sono questioni “completamente diverse”. Lo riporta l’agenzia Interfax.

Washington aveva lavorato a un accordo “che avrebbe dovuto includere anche Alexei Navalny, ma sfortunatamente è morto”, ha rivelato commosso in conferenza stampa il consigliere per sicurezza nazionale Jake Sullivan, escludendo poi che lo scambio abbia legami con guerra in Ucraina.

Scambio prigionieri

Arrivati ieri notte nella base aerea di Andrews, alle porte di Washington, con un volo dalla Turchia Evan Gershkovich, Paul Whelan e Alsu Kurmasheva, detenuti in Russia e rilasciati al termine del più grande accordo di scambio di prigionieri dalla fine della guerra fredda. Accolti dal presidente americano Joe Biden e dalla sua vice Kamala Harris. Gershkovich, giornalista del Wall Street Journal, era detenuto dal marzo 2023, mentre Paul Whelan, era stato arrestato alla fine del 2018 per spionaggio.

Chi sono le persone liberate

L’accordo ha consentito il rilascio di 16 persone detenute in Russia e Bielorussia, in cambio di 10 russi imprigionati negli Stati Uniti e in Germania, Polonia, Slovenia e Norvegia.

I russi, compreso il sicario dell’Fsb Vadim Krassikov che stava scontando l’ergastolo in Germania per l’assassinio di un separatista ceceno, sono stati accolti a Mosca dal presidente Vladimir Poutine. Alla Casa Bianca, circondato dalle famiglie degli americani liberati, il presidente Joe Biden aveva già elogiato le “decisioni coraggiose e audaci” degli alleati europei per rendere possibile questo scambio “storico”, e le “importanti concessioni” fatte da Germania e Turchia.

Accogliendo a Colonia gli ex prigionieri, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha rivelato che tutti “hanno temuto per la propria vita”. Tra loro, Rico Krieger, tedesco condannato in Bielorussia per “terrorismo” e “reclutamento di mercenari”, e l’oppositore russo Ilia Iachine, condannato a fine 2022 a otto anni e mezzo di carcere per aver denunciato crimini russi in Ucraina. Per il cancelliere Scholz la decisione di rilasciare Krassikov e’ stata “difficile”, ma ha “salvato vite umane”.

Biden: frutto della capacità diplomatica

Lo scambio, ha sottolineato Biden, è stato frutto della “capacita’ diplomatica” del governo USA. “Dalla Guerra Fredda, non si èmai verificato un numero così elevato di scambi di persone in questo modo”, ha aggiunto il suo consigliere per la sicurezza nazionale, Jake Sullivan, e “non c’è mai stato, per quanto ne sappiamo, uno scambio che abbia coinvolto così tanti Paesi. La Casa Bianca ha anche rivelato di aver lavorato per mesi per liberare l’ex nemico numero pubblico uno del Cremlino, Alexei Navalny, prima che morisse a febbraio in una prigione in Siberia in circostanze oscure. Parlando di numeri, ha rivelato Ankara, “dieci prigionieri, tra cui due minorenni, sono stati trasferiti in Russia, 13 in Germania e tre negli Stati Uniti”, a bordo di sette aerei.

I due minorenni sarebbero i figli di una coppia di spie russe, Artem Viktorovich Dultsev e Anna Valerevna Dultseva, arrestate alla fine del 2022 in Slovenia e che, secondo i media sloveni, erano stati dati in affidamento. L’ultimo scambio tra Mosca e l’Occidente risaliva al 2022, quando la giocatrice di basket americana Brittney Griner, detenuta per un caso di droga, fu liberata in cambio del ritorno in Russia del trafficante d’armi russo Viktor Bout, in carcere negli Stati Uniti.

Mosca, Krasikov, un nostro agente

Il Cremlino ha confermato che Vadim Krasikov, liberato ieri nello scambio di prigionieri tra Mosca e Paesi occidentali, è un agente del servizio di sicurezza federale russo Fsb. Lo riporta l’agenzia Interfax. Krasikov era stato condannato all’ergastolo in Germania con l’accusa di aver ucciso un ex comandante indipendentista ceceno a Berlino.

Il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, ha dichiarato che lo scambio di detenuti tra Mosca e i Paesi occidentali e la questione dei negoziati per mettere fine alla guerra tra la Russia e l’Ucraina sono questioni “completamente diverse”.

Turchia mette in risalto il suo ruolo

All’indomani dello scambio di prigionieri tra Russia e Occidente, la Turchia evidenzia il suo ruolo nelle trattative e la sua affidabilità come partner, nonostante le frequenti divergenze con gli alleati della Nato.

In un comunicato, il capo della comunicazione della Presidenza turca, Fahrettin Altun, ha riferito come “i servizi di intelligence turchi hanno stabilito canali di dialogo e mediazione (tra) alcuni degli avversari del mondo”, dimostrando che la Turchia “è in grado di parlare con diverse parti come un partner affidabile e degno di fiducia”.

L’operazione, tenuta segreta fino alla sua conclusione ieri all’aeroporto di Ankara, dove sono avvenuti gli scambi tra i sette Paesi coinvolti, suona come un trionfale ritorno della Turchia sulla scena diplomatica. Sulla scia di questo successo della diplomazia turca, il Cremlino ha però chiarito che qualsiasi negoziato sull’Ucraina sarebbe stato “completamente diverso” da quello sullo scambio di prigionieri, anche se “la Turchia ha messo a segno un colpo diplomatico”, valuta Sinan Ulgen, ricercatore associato presso il think tank Carnegie Europe. Secondo lo studioso, questa operazione “dimostra l’utilità della diplomazia turca, la cui vocazione è quella di agire come facilitatore o mediatore in questi conflitti tra i suoi vicini, in particolare tra la Russia e l’Occidente”, ha analizzato Ulge.

Dalla sfida “pareggio”

Per Dmitri Oreschkin, analista politico indipendente con sede a Riga citato dalla France Presse, “nessuna delle due parti ha vinto: è un pareggio. Putin non avrebbe mai autorizzato un accordo che potesse essere interpretato come un successo per l’America, la Germania o l’Occidente in generale”. Per oltre un anno gli Stati Uniti hanno fatto pressioni su Mosca per ottenere la liberazione di Gershkovich, condannato il 19 luglio a 16 anni di carcere al termine di un rapido processo per spionaggio, accusa mai provata. Tra le persone rilasciate figurano anche due collaboratrici di Navalny, Lilia Tchanycheva e Ksenia Fadeieva, ma anche l’artista Alexandra Skotchilenko, arrestata nel 2022 in Russia per aver sostituito le etichette dei prezzi dei supermercati con messaggi di denuncia dell’offensiva contro l’Ucraina, o il giovane russo-tedesco Kevin Lik.

Kiev, un vertice di pace nel Sud del mondo

Kiev ha tenuto il suo primo vertice globale sulla pace in Svizzera, culminato con la firma di un comunicato finale da parte di 87 paesi e istituzioni internazionali. Il secondo vertice di pace per l’Ucraina si terrà in un paese del cosiddetto Sud globale – probabilmente in Medio Oriente – nel tentativo di rappresentare “l’unità del mondo” di fronte all’invasione della Russia, ha detto il capo dell’ufficio presidenziale ucraino Andriy Yermak in un’intervista all’agenzia di stampa americana Bloomberg.

Le nazioni assenti dall’elenco dei firmatari includono India, Armenia, Arabia Saudita, Libia, Indonesia, Bahrein, Colombia, Sud Africa, Tailandia, Messico ed Emirati Arabi Uniti. Sebbene non sia stata ancora annunciata una sede specifica per il prossimo summit, i commenti di Yermak segnano la prima volta che l’Ucraina ha indicato pubblicamente dove spera di tenere il vertice. Parlando alla Bloomberg, Yermak ha detto che “l’aspettativa più importante” per il secondo summit “è che esso definisca i principali prerequisiti per fermare le ostilità. Dobbiamo porre fine a questa guerra il prima possibile – ha sottolineato il funzionario di Kiev – per ottenere una pace giusta”.

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