sabato, 16 Novembre, 2024
Esteri

La più antica università di Berlino cancella i corsi di italiano

Italofonia accende la protesta: lancia una petizione e chiede aiuto al Governo

La Humboldt Universität, la più antica di Berlino, si prepara ad archiviare 215 anni di storia del Dipartimento di Italianistica fondato contemporaneamente all’ateneo.
La decisione rientra nel taglio di 25 corsi di laurea a causa di un deficit che sfiora i 9 milioni di euro. L’italiano è stato ritenuto sacrificabile dall’ateneo, che lo considera ormai una “lingua di nicchia” che non serve per trovare lavoro, fare carriera o girare il mondo. Il numero degli iscritti ai corsi di laurea d’Italianistica negli ultimi venti anni è diminuito di un terzo. I motivi sono tra i più disparati a seconda del contesto. In generale, però, si può dire che l’italiano venga sempre più considerato una lingua di nicchia. Chi studia italiano oggi non lo fa perché pensa di poterlo utilizzare a scopi professionali, ma soprattutto perché ha radici familiari in Italia. L’italiano, in passato, ha avuto molto successo qui in Germania perché associato all’idea della “dolce vita”, se vogliamo. Oggi è lo spagnolo a essere associato a questa idea di leggerezza e gioia di vivere, oltre che essere maggiormente diffuso nel mondo, il che lo renderebbe più spendibile sul mercato del lavoro.

Inglese inflazionato

Eppure la Germania è il primo partner commerciale dell’Italia, sia per importazioni che esportazioni, e viceversa l’Italia è tra i Paesi che più scambiano con la repubblica federale tedesca, insieme a Francia, Olanda, Stati Uniti e Cina. Lo studio dell’italiano in Germania e del tedesco in Italia dovrebbe dunque dare sbocchi lavorativi sicuri. Del resto, dai dati presentati in occasione della Giornata della lingua madre dal professor Michele Gazzola, la conoscenza dell’inglese è ormai così inflazionata che garantisce minori aumenti di stipendio rispetto alla conoscenza di altre lingua straniere, tra cui anche l’italiano. Secondo Giorgio Cantoni, fondatore di Italofonia, “ciò che manca è una comprensione delle potenzialità della nostra lingua da parte del governo italiano, di qualunque colore esso sia. In Italia si persegue ormai da una quindicina d’anni una politica di marginalizzazione dell’italiano. Ne è un esempio evidente la sua progressiva esclusione dalle università italiane. Come possiamo pretendere che l’italiano resti nelle università tedesche se lo si elimina da quelle italiane? Come si può pensare che uno studente tedesco studi la nostra lingua se poi non può usarla per studiare in Italia né per lavorarci, dato che l’Italia punta ormai tutto sull’inglese?”

Manifestazioni e petizione

Nel frattempo i docenti di italianistica e di romanistica dell’ateneo tedesco fanno sentire la loro voce, con una protesta culminata con una manifestazione lo scorso 26 giugno e con una raccolta firme digitale sulla piattaforma Change.org e tutti sono invitati a sottoscrivere la petizione per tentare di scongiurare la chiusura del dipartimento di italianistica e dei suoi corsi di laurea.

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