Sale la tensione geopolitica in tutto il mondo dopo l’uccisione di Ismail Haniyeh, il leader di Hamas, a soli tre giorni dal massacro di bambini drusi a Majdal Shams, colpito questa notte alle 2 nella sua residenza a Teheran, da un missile israeliano. Stando a quanto affermato dall’agenzia di stampa saudita Al-Hadath, un missile guidato ha colpito la residenza mentre al suo interno si trovava il numero uno del movimento della resistenza islamica. I funerali sono stati già programmati per domani nella capitale della Repubblica iraniana.
Il capo di Hamas
Capo dell’ufficio politico di Hamas dal 2017, Ismail Haniyeh ha ricoperto anche il ruolo di Primo Ministro dell’Autorità Nazionale Palestinese dal 2006 al 2007 e di Capo dell’amministrazione della Striscia di Gaza dal 2014 al 2017.
Possibili successori
Da stamani i funzionari di Hamas si stanno riunendo intensamente per decidere il successore di Ismail Haniyeh dopo la sua uccisione a Teheran. Secondo fonti palestinesi citate dalla tv pubblica israeliana Kan, Khaled Meshal, uno dei leader del gruppo islamico all’estero e già presidente dell’ufficio politico di Hamas fino al 2017, potrebbe assumere il ruolo di guida politica del movimento, mentre l’ala armata del gruppo ha affermato che l’uccisione di Ismail Haniyeh “amplierà il conflitto” e avrà “gravi ripercussioni in tutta la regione”.
La posizione di Israele
Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha dichiarato che Israele non desidera la guerra, ma si sta preparando a tutte le eventualità e continuerà a lavorare su tutti i fronti. Riguardo al raid avvenuto in serata su Beirut, in Libano, dove, secondo fonti militari di Israele, ha perso la vita il numero due di Hezbollah, Fuad Shukr, noto anche come Hajj Mohsin, secondo in comando delle milizie di Hassan Nasrallah e suo consigliere militare, considerato da Israele responsabile dell’omicidio dei bambini di Majdal Shams, Gallant ha aggiunto che l’azione è stata “mirata, di alta qualità e contenuta”.
Reazioni internazionali
Non si sono fatte attendere le reazioni internazionali. Prende le distanze il Segretario di Stato statunitense, Antony Blinken, il quale ha affermato che gli Usa non erano stati informati dell’attacco che ha portato all’uccisione di Haniyeh, né sono stati coinvolti, affermando che ora è “imperativo” un immediato cessate il fuoco a Gaza.
Sulla stessa linea il Ministro degli Esteri e Vicepremier Antonio Tajani, il quale ha confermato che la posizione dell’Italia è allineata con quella del Segretario Blinken. Tajani ha sottolineato l’impegno dell’Italia nella riduzione delle tensioni dal 7 ottobre e ha aggiunto che, pur riconoscendo il diritto di Israele alla difesa, è fondamentale evitare le provocazioni di Hezbollah. In termini pratici, l’Italia sta lavorando per evacuare 150 palestinesi, per la maggior parte bambini, per motivi sanitari e ha avviato il programma ‘Food for Gaza’ con un contributo di 12 milioni di euro, con i primi aiuti già in Giordania. Per quanto riguarda il Libano, i contingenti Unifil sono al sicuro e l’Italia continuerà a monitorare la situazione e a lavorare per un cessate il fuoco e la soluzione dei due stati.