“Basta frodi e interferenze delle organizzazioni criminali nella gestione dei flussi migratori, cambieremo la legge a riguardo”. A dirlo è Alfredo Mantovano, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, intervenuto ieri sul tema davanti la commissione Antimafia. “Il nostro obiettivo – ha proseguito – non è quello di sostituirci al lavoro delle forze di polizia e delle autorità giudiziarie, ma di fornire un quadro iniziale per affrontare e rimuovere le cause del fenomeno”, assicurando che “le modifiche al Testo unico saranno adottate sempre nel rispetto del principio di garantire l’ingresso in Italia solo a chi ha una prospettiva concreta e certificata di lavoro, con un contratto regolarmente stipulato”, senza tralasciare una nota di merito all’esecutivo attuale: “Grazie all’azione di questo governo, oggi si è registrata una riduzione del 63% degli arrivi illegali rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, e del 20% rispetto al 2022, prima dell’esplosione delle crisi in Gaza, Siria e Sudan, solo per citarne alcune. Traguardo raggiunto – ha precisato – nonostante la forte pressione migratoria dal sud del Mediterraneo, grazie alla crescente collaborazione con alcuni Stati di origine e transito, come Tunisia e Libia.”.
Parlando del Testo unico sull’immigrazione, Mantovano ha spiegato come “negli ultimi dieci anni, numerosi governi hanno promesso modifiche migliorative, senza però attuare interventi concreti. Noi, invece, ci impegniamo a realizzare queste modifiche, affrontando sia gli aspetti amministrativi che normativi per correggere le inefficienze e le problematiche esistenti, per garantire l’ingresso esclusivamente a chi possiede una concreta e certificata prospettiva di lavoro”.
L’esposto al Procuratore
Parlando delle motivazioni dell’esposto presentato il 4 giugno da lui e dal Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al Procuratore Nazionale Antimafia, Giovanni Melillo, che riguardano le preoccupazioni relative a specifiche questioni di rilevanza per la lotta contro la criminalità organizzata sulle “anomalie e distorsioni” riscontrate e le “infiltrazioni della criminalità organizzata” emerse nel contesto degli ingressi consentiti, regolati dal decreto flussi, Mantovano ha chiarito che “siamo di fronte a un sistema di frode e aggiramento delle procedure di ingresso regolare, con una grave infiltrazione della criminalità organizzata. Dalle verifiche emerge che, in particolare in Campania, il numero di domande di nulla osta al lavoro per extracomunitari durante i ‘click day’ è significativamente più alto rispetto ad altre regioni e sproporzionato rispetto ai potenziali datori di lavoro. Solo il 2,8% degli stranieri con visto ha poi effettivamente sottoscritto un contratto in questa regione. Questo scarto tra ingressi e contratti non riguarda solo la Campania, ma si estende anche ad altre regioni italiane. La richiesta di forza lavoro – ha proseguito – da parte delle imprese supera manifestamente la capacità di assorbimento del tessuto imprenditoriale, e molti stranieri non stipulano contratti regolari. Questo problema, diffuso in quasi tutte le regioni, potrebbe indicare infiltrazioni della criminalità organizzata nella gestione delle domande, specialmente nelle aree con fenomeni mafiosi”.
I rischi
In questa situazione, ha messo in evidenza Mantovano, “i decreti Flussi rischiano di essere utilizzati come meccanismo per l’ingresso in Italia di individui che non avrebbero diritto a farlo, probabilmente dietro pagamento di somme elevate, tra i 10 e i 15mila euro, come confermato dalle indagini giudiziarie in corso. Questa ipotesi è avvalorata dal fatto che la maggior parte delle domande proviene dal Bangladesh, il Paese con il maggior numero di arrivi e di richieste, dove le autorità diplomatiche hanno segnalato fenomeni di compravendita di visti per lavoro.
Ciò suggerisce un possibile collegamento tra organizzazioni del Paese di origine e quelle italiane per manipolare gli ingressi regolari”, affermando che “è nostro dovere intervenire per fermare e correggere queste pratiche, così come abbiamo fatto con altre forme di frode significative, come il Superbonus edilizio e il reddito di cittadinanza”.
Il gruppo tecnico
Descrivendo alla commissione un quadro sul primo bilancio del gruppo tecnico incaricato di analizzare e risolvere le anomalie riscontrate nell’applicazione del decreto flussi, il sottosegretario ha evidenziato come “il gruppo tecnico, che ha avviato e sta attualmente portando avanti il suo lavoro in chiave propositiva, si concentra su diversi aspetti chiave. Tra questi la necessità di una verifica reale, e non fittizia, delle domande di nulla osta al lavoro, la revisione del meccanismo del click day, la definizione delle quote, e il rafforzamento dei canali d’ingresso cosiddetti speciali. Inoltre – ha proseguito – è fondamentale migliorare la collaborazione con le associazioni di categoria per meglio definire i fabbisogni di manodopera. Il lavoro del gruppo procede parallelamente alla ricerca di soluzioni che rispettino la legislazione vigente, con la possibilità di introdurre modifiche normative se necessario” evidenziando che “un risultato significativo sta per essere raggiunto: la carenza di cultori è stata in parte causata dalla mancanza di dialogo tra le banche dati dei vari soggetti istituzionali. Questo ha reso molto difficile effettuare controlli seri, sia preventivi che successivi all’ingresso regolamentare, e soprattutto tempestivi, senza interoperabilità tra le banche dati. Ora, finalmente, questo problema sta per essere risolto, segnando un successo notevole dopo che un simile sistema era stato implementato oltre vent’anni fa e successivamente abbandonato. In Albania – ha concluso – stanno per entrare in funzione il centro di prima accoglienza di Shengjin e il centro di permanenza di Gjader”.