I punti critici sono molti, dalle guerre in atto che generano timori sul futuro alla riduzione del credito d’imposta. I tassi bancari rimasti comunque elevati e i prestiti che sono accordati con il contagocce. Per le piccole imprese l’orizzonte è rimasto nebuloso carico di incertezze. A sintetizzare le difficoltà è la Confederazione nazionale degli artigiani che rileva il quarto calo consecutivo del clima di fiducia delle imprese registrato dall’istituto nazionale di statistica. Il dato osserva la Cna “ci preoccupa ma non ci sorprende. Rispecchia le opinioni dei nostri associati con i quali siamo quotidianamente in contatto”.
Risorse insufficienti
Le decisioni prese appaiono insufficienti anche in contesti innovativi come la Zona unica speciale. “Le incertezze”, continua la nota della Confederazione, “legate al quadro geopolitico a livello internazionale e la mancata reale ripartenza dei consumi interni non danno gli stimoli giusti a livello di sistema”. Al Sud, ad aggravare il ‘sentiment’ imprenditoriale, si aggiunge l’insufficienza delle risorse stanziate per il credito d’imposta a favore delle imprese localizzate nella Zes unica per promuovere gli investimenti”.
Credito e tassi i nuovi nodi
Nell’annotare le difficoltà la Cna indica i “pasticci” burocratici del Superbonus e quelli dei tassi e soprattutto la chiusura verso il credito. Problema avvertito pesantemente dalle piccole imprese. “Il settore delle costruzioni – aggiunge il comunicato – contribuisce a far pendere la bilancia dal verso negativo: sconta ancora i pasticci sui bonus edilizi, che continuano a incidere sfavorevolmente sulle attività e sulle aspettative delle imprese. Soprattutto, è l’andamento del credito a preoccupare. Da un lato si rileva una persistente tendenza negativa nell’erogazione di prestiti alle imprese, anche per il calo della domanda dettato dalla sfiducia. Dall’altro i tassi rimasti elevati – conclude la nota della CNA – frenano le eventuali intenzioni delle famiglie ad acquisti immobiliari tramite mutuo”.