domenica, 17 Novembre, 2024
Attualità

Più negozi in città. Per gli italiani la desertificazione commerciale rende i luoghi brutti e tristi

Indagine della Confcommercio. Sangalli: incentivare l’innovazione e sostenere la riqualificazione urbana

Gli italiani vogliono vivere nei quartieri dove ci sono più esercizi di prossimità, perché questi rafforzano le comunità (per il 64% degli intervistati), fanno sentire più sicure le persone (57%) e fanno crescere il valore delle abitazioni (fino al 26% in più).

Sono i primi risultati della indagine Confcommercio-SWG nell’ambito del progetto Cities: nelle città italiane sempre meno negozi di abbigliamento, elettronica e alimentari. Farmaci e tabacchi si acquistano sotto casa. Per il presidente della. Confcommercio, Sangalli i “negozi di vicinato insostituibili”.

Cosa preoccupa

La chiusura dei negozi, poi, preoccupa e intristisce i cittadini, soprattutto al Nord e nelle città di medie dimensioni, che percepiscono chiaramente quali tipologie merceologiche siano a maggiore rischio. Rivela ancora l’indagine realizzata da Confcommercio in collaborazione con SWG nell’ambito del progetto Cities che si occupa di contrasto alla desertificazione commerciale nelle città italiane e di sviluppo del valore sociale delle economie di prossimità.

I negozi di vicinato

Anche nell’era digitale i negozi di vicinato sono insostituibili. Rendono le città più vivibili, più attrattive e più sicure. È necessario, però, contrastare la desertificazione che sta facendo scomparire molte attività commerciali. Occorre incentivare“, propone il presidente, Carlo Sangalli, “l’innovazione e sostenere la riqualificazione urbana attraverso un miglior utilizzo dei fondi europei”.

Negozi e ruolo sociale

“Dall’indagine emergono chiaramente la consapevolezza e la preoccupazione dei cittadini sull’avanzamento della desertificazione commerciale. Uno stato d’animo tanto più evidente vista la contemporanea soddisfazione sui negozi attivi nei rispettivi Comuni di residenza, soprattutto sul loro ruolo sociale”. Evidenzia Paolo Testa, responsabile del Settore Urbanistica e Rigenerazione Urbana di Confcommercio, che evidenzia come le attività economiche di prossimità “per quasi i due terzi degli intervistati rappresentino soprattutto un’occasione di incontro che rafforza l’appartenenza alla comunità, ma anche un servizio attento alle persone fragili, un presidio di sicurezza, una garanzia di cura dello spazio pubblico e un facilitatore dell’integrazione, come da sempre testimoniato da Confcommercio”. Si tratta di un legame “talmente forte che addirittura nove persone su dieci scelgono il quartiere in cui vivere proprio in base alla presenza di esercizi di prossimità”.

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