mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Attualità

Netanyahu incontra Biden e Trump: “Farò nuova offerta a Hamas”

Domani a Roma vertice dei negoziatori per accordo sugli ostaggi

“Non sto ritardando l’accordo, entro due giorni verrà fatta una nuova offerta da Israele a Hamas”. Sono parole del primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu alle famiglie dei rapiti che erano presenti giovedì sera all’incontro con il Presidente Usa Joe Biden. Premier che ieri è arrivato a Mar-a-Lago per incontrare anche Donald Trump. E’ il loro primo incontro da quando il tycoon ha lasciato la Casa Bianca. Il focus è sulla guerra a Gaza e il futuro della Palestina. Joe Biden ha espresso al premier israeliano Benjamin Netanyahu la necessità di “finalizzare l’accordo di tregua il prima possibile e portare a casa gli ostaggi”. Il Presidente statunitense “ha anche sollevato il tema della crisi umanitaria a Gaza, la necessità di rimuovere qualsiasi ostacolo al flusso di aiuti e ripristinare i servizi di base per i bisognosi”, insieme “all’importanza cruciale di proteggere le vite dei civili durante le operazioni militari”. Biden ha anche “ribadito l’impegno ferreo degli Stati Uniti per la sicurezza di Israele contro tutte le minacce provenienti dall’Iran e dai suoi alleati, tra cui Hamas, Hezbollah e gli Houthi”. Ieri, migliaia di yemeniti, per lo più sostenitori degli houthi, si sono radunati a Sanaa, capitale dello Yemen, in segno di solidarietà con i palestinesi della Striscia di Gaza. Mentre gli Houthi minacciano di voler attaccare direttamente Israele.

Famigliari ostaggi: abbiamo speranza

“Biden ci ha dato la speranza – hanno detto i famigliari degli ostaggi – che qualcosa accadrà nei prossimi giorni. Dopo quello che abbiamo sentito siamo più ottimisti di quanto lo siamo stati dall’ultimo accordo. Abbiamo ricevuto una promessa da Biden e Netanyahu che capiscono l’urgenza di questo momento per concludere l’accordo. Hamas capisce che la palla è nel suo campo e che la pressione internazionale è tale che grazie ad essa non hanno più nessun posto dove scappare”. Intanto Israele sta lavorando ad un accordo per il cessate il fuoco ma con “un meccanismo di controllo per le popolazioni civili che tornano nel nord di Gaza, dove temono che queste popolazioni potrebbero sostenere” i combattenti di Hamas. Meccanismo che non piace ai palestinesi e neppure ai negoziatori arabi e che è in discussione. Il capo del Mossad David Barnea dovrebbe incontrare domani a Roma il direttore della Cia William Burns, il premier del Qatar Mohammed Bin Abdel Rahman Al-Thani e il capo dell’intelligence egiziana Abbas Kamal per discutere dell’accordo sugli ostaggi.

Israele accusa relatrice Onu

Sul fronte diplomatico Israele ha accusato l’italiana Francesca Albanese, relatrice speciale Onu per i territori palestinesi, dopo che questa ha condiviso un post sui social di un ex funzionario delle Nazioni Unite che paragona il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ad Adolf Hitler. Negli ultimi mesi, le autorità israeliane hanno ripetutamente criticato Albanese, in particolare dopo che ha parlato di “genocidio” a Gaza. Albanese, che è incaricata dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ma non parla a nome dell’organizzazione, questa volta si è attirata le critiche di Israele e degli Stati Uniti per aver condiviso un messaggio su X che mostra due foto in cui, da un lato, Hitler è circondato da una folla che lo saluta e, dall’altro, Netanyahu sembra essere circondato da membri del Congresso degli Stati Uniti durante la sua visita di questa settimana. “La storia osserva sempre”, ha scritto sopra le foto l’autore della pubblicazione, Craig Mokhiber, un ex funzionario delle Nazioni Unite per i diritti umani che si è dimesso alla fine del 2023 per l’incapacità dell’organizzazione di fermare il “genocidio” dei palestinesi. Anche l’ambasciatrice statunitense Michele Taylor ha dichiarato su X che “il paragone di Benjamin Netanyahu con Adolf Hitler è riprovevole e antisemita”.

Uk non obietta sentenza Cpi

Anche il governo laburista britannico di Keir Starmer non intende porre obiezioni formali di fronte alla Corte Penale Internazionale contro i mandati di arresto spiccati mesi fa nei confronti del premier israeliano, Benyamin Netanyahu, e del ministro della Difesa, Yoav Gallant, oltre che dei leader di Hamas, accusati di crimini di guerra nella Striscia di Gaza. Lo ha detto un portavoce di Downing Street, confermando indiscrezioni del New York Times. L’ipotesi di porre obiezioni era stata evocata – ma non ufficializzata – dal precedente governo conservatore di Rishi Sunak. Una portavoce di Downing Street ha peraltro sottolineato come la mancata presentazione di obiezioni non significhi un avallo delle motivazione dei mandati d’arresto in questione. Ma solo il rispetto di “decisioni indipendenti” della Corte Internazionale (Cpi), massimo organismo giudiziario internazionale nato da un trattato a cui il Regno Unito ha a suo tempo aderito.

Idf: uccisi oltre 500 terroristi in Libano

Il capo del Comando settentrionale delle forze di difesa israeliane (Idf) ha dichiarato che l’esercito ha ucciso più di 500 terroristi in Libano negli ultimi nove mesi di scontri. “Abbiamo già eliminato più di 500 terroristi in Libano, la maggior parte dei quali appartenenti a Hezbollah, e abbiamo distrutto migliaia di infrastrutture”, ha affermato il generale Ori Gordin parlando alle truppe della Brigata Golani nel nord di Israele. “Le nostre spalle sono i residenti, le nostre spalle sono i cittadini e le nostre facce e le nostre canne sono puntate sul nemico. Quando arriverà il momento di sferrare un attacco, sarà un attacco decisivo”.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

“Campo largo” obiettivo massimo dell’alleanza sul salario minimo

Giuseppe Mazzei

Italia sfiduciata. Famiglie in affanno

Cristina Calzecchi Onesti

Israele interverrà su Rafah e tratta con l’Egitto. Il Papa: la guerra è una sconfitta

Antonio Gesualdi

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.