Dagli atti eversivi contro la Repubblica al ruolo fondamentale della stampa e dei giornalisti, dal ringraziamento a Joe Biden per quanto fatto alla guerra in Ucraina, passando per un invito alla Consulta affinché arrivi la nomina del quindicesimo giudice e ironizzando sul Ddl sui nomi femminili. Ma anche dure critiche contro la corsa agli armamenti, contro l’antisemitismo e contro le condizioni carcerarie. Sono stati davvero tanti gli argomenti trattati ieri dal Capo dello Stato Sergio Mattarella nel corso della tradizionale cerimonia di consegna del ‘Ventaglio’ da parte del Presidente dell’Associazione Stampa Parlamentare, Adalberto Signore, in quel del Quirinale.
Libera informazione
In primis Mattarella ha espresso preoccupazione per l’aumento delle contestazioni, intimidazioni e aggressioni contro i giornalisti negli ultimi tempi (come quanto accaduto pochi giorni fa a Torino dove un giornalista è stato aggredito da attivisti di CasaPound), sottolineando l’importanza fondamentale della libera informazione per il funzionamento della democrazia. Informazione che per il Presidente consiste essenzialmente nella documentazione dell’esistente, senza compromessi o favoritismi. “Luce gettata su fatti sin lì trascurati. Raccolta di sensibilità e denunce della pubblica opinione. Canale di partecipazione e appello alle istituzioni” ha detto. Ha inoltre citato Alexis de Tocqueville, ricordando che “democrazia è il potere di un popolo informato”. Il Capo dello Stato ha evidenziato che ogni atto volto a minare la libera informazione, ogni tentativo di ridurre la verità a fake news,” è un atto eversivo rivolto contro la Repubblica”. A questo punto ha ricordato inoltre che “i giornalisti si trovano a esercitare una funzione di carattere costituzionale che si collega all art. 21 della nostra Carta fondamentale, con un ruolo democratico decisivo. Nella società dell’informazione globale è del tutto superfluo richiamare l’importanza che l’informazione riveste per il funzionamento della democrazia e per un’efficace tutela del sistema delle libertà. La democrazia, infatti è, prima di tutto, conoscenza. E’ contesto nel quale avviene il confronto fra le idee e si esercita il diritto a manifestarle e testimoniarle. Alla libertà di opinione si affianca la libertà di informazione, cioè di critica, di illustrazione di fatti e realtà. Si affianca, in democrazia, il diritto a essere informati, in maniera corretta. Informazione, cioè, anche come anticorpo contro le adulterazioni della realtà. Operare contro le adulterazioni della realtà costituisce una responsabilità, e un dovere, affidati anzitutto ai giornalisti”.
Nuova legge sull’editoria
Mattarella ha anche parlato della necessità di una nuova legge organica sull’editoria che si adatti ai cambiamenti e garantire la continuità dei valori fondamentali. In pratica il Presidente ha evidenziato l’impatto dell’evoluzione tecnologica sulla diffusione e fruizione delle notizie, dato che la digitalizzazione e l’avvento delle piattaforme online hanno trasformato il panorama mediatico, rendendo obsoleti molti dei paradigmi tradizionali del settore: “Ai giornali, alla stampa, alla radio e alle tv, si sono affiancate oggi le piattaforme digitali, divenute principali responsabili della veicolazione di contenuti informativi. Appare singolare che a un ruolo così significativo corrisponda una convinzione di minori obblighi che ne derivano, con una tendenza, del tutto inaccettabile dei protagonisti a sottrarvisi”.
Basta violenza
Successivamente le parole di Mattarella sono state un monito a riflettere sulla deriva pericolosa che la società sta prendendo e un invito a riaffermare i valori fondamentali della convivenza civile e del rispetto reciproco. Insomma, ha espresso una forte condanna nei confronti della crescente violenza anche nel campo della politica, sottolineando l’emergere di una subcultura dell’odio, in cui la violenza verbale si trasforma frequentemente in aggressioni fisiche. Il Capo dello Stato ha ricordato recenti e preoccupanti esempi di questo fenomeno, evidenziando il tentativo di grave attentato contro l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, avvenuto pochi giorni fa. Ha inoltre citato l’attentato di maggio contro il Primo Ministro slovacco Robert Fico e quello, sempre nello stesso mese, contro l’ex Sindaca di Berlino Franziska Giffey (“Spero che la parola sindaca si possa ancora dire”, ha ironizzato in merito al recente Ddl sui nomi femminili della Lega sùbito tolto di mezzo). Episodi che si aggiungono ad altri attentati contro esponenti politici in Germania, alcuni dei quali con conseguenze mortali: “E’ fondamentale e doveroso ribadire la condanna ferma e intransigente nei confronti di questa drammatica deriva di violenza contro esponenti politici di schieramenti avversi trasformati in nemici”, ha dichiarato Mattarella.
Carcere da riformare
Nel corso dell’incontro con la stampa parlamentare il Presidente ha lanciato poi un accorato appello per l’urgente necessità di riformare il sistema carcerario italiano: “Non ho bisogno di spendere grandi parole di principio: basta ricordare le decine di suicidi, in poco più dei sei mesi, quest’anno”, ha ammonito, evidenziando un dato tragico che da solo basta a sottolineare l’urgenza del problema. La questione non è soltanto numerica, ma umana, come dimostra la lettera ricevuta da Mattarella da parte di alcuni detenuti di un carcere di Brescia, per il tramite del garante di quel territorio. “La descrizione è straziante. Condizioni angosciose agli occhi di chiunque abbia sensibilità e coscienza. Indecorose per un Paese civile, qual è – e deve essere – l’Italia”. Il Presidente ha sottolineato che il carcere non può essere un luogo in cui si perde ogni speranza, né deve trasformarsi in una “palestra criminale”. Ha riconosciuto che esistono alcune iniziative positive, evidenziando le attività di recupero attraverso il lavoro che dimostrano la possibilità di un diverso modello carcerario. “È un dovere perseguirlo”.
L’invito alla Consulta
Duro invece l’invito rivolto al Parlamento in merito alla necessità di completare la Corte Costituzionale con la nomina del suo quindicesimo giudice, parlando di un “vulnus alla Costituzione” compiuto dal Parlamento stesso, evidenziando la mancanza del giudice come una ferita aperta che mina l’integrità dell’istituzione. In pratica il Presidente ha lanciato un invito deciso, ma rispettoso al Parlamento, esortandolo ad agire senza ulteriori ritardi. “Non so come lo si vorrà chiamare: monito, esortazione, suggerimento, invito… Ecco, invito, con garbo ma con determinazione, a eleggere subito questo giudice”. Mattarella ha ricordato ai presenti che la nomina di un giudice della Corte Costituzionale non è una questione di eleggere un gruppo di persone, ma di scegliere individualmente una persona che si distingua per cultura giuridica, esperienza, stima e prestigio.
Antisemitismo da combattere
Il Presidente ha anche espresso preoccupazione per il crescente antisemitismo e l’aumento dell’intolleranza religiosa e razziale, fenomeni che hanno ormai superato il livello di guardia. Ha inoltre messo in luce il ruolo del web nell’alimentare questi sentimenti negativi, sottolineando la necessità di una condanna chiara e di un contrasto concreto con rigore e severità. Mattarella ha poi criticato coloro che, nel mondo, utilizzano in modo pericoloso gli strumenti che generano odio e violenza. “Vi sono, in giro per il mondo, molti apprendisti stregoni, incauti nel maneggiare, pericolosamente, gli strumenti che generano odio e violenza”, ha detto, lanciando un monito contro l’uso irresponsabile di tali strumenti.
La guerra e gli armamenti
Non poteva mancare un passaggio sul fatto che l’Italia, con i suoi alleati e i suoi partner dell’Unione, “sostenendo l’Ucraina difendono la pace, affinché si eviti un succedersi di aggressioni sui vicini più deboli. Perché questo – anche in questo secolo – condurrebbe a un’esplosione di guerra globale”. Rimanendo in tema, Mattarella ha affrontato un tema di grande attualità e rilevanza: la crescente stanchezza delle opinioni pubbliche riguardo all’impegno per l’indipendenza dell’Ucraina: “È vero. A nessuno – comprensibilmente – piace un’atmosfera in cui la guerra abbia prolungata presenza, anche se non vi si è coinvolti. Come non lo è l’Italia”.Quindi il Presidente ha riflettuto sull’impatto che la prolungata presenza della guerra ha sui giovani, abituati a un’Europa unita e pacifica grazie a programmi come Erasmus e all’accordo di Schengen”, rimarcando il contrasto tra la realtà attuale e l’ideale di una generazione cresciuta in un continente senza frontiere. La critica del Capo dello Stato si è poi estesa alla gestione delle risorse finanziarie globali, spesso destinate a spese militari invece che a fini sociali.
Grazie Biden
Chiaramente presente anche un passaggio di Mattarella sulla politica americana, a pochi mesi dalle elezioni e dalla decisione di Joe Biden di lasciare il passo a favore della Harris: “Al Presidente degli Usa va il ringraziamento della comunità internazionale”, le parole del Presidente che ha voluto ricordare di come ci siano profondi legami di amicizia e cooperazione che uniscono l’Italia e gli Stati Uniti, “maturati all’indomani della Seconda Guerra mondiale con il generoso contributo alla ricostruzione offerto con il Piano Marshall e il sostegno alla nostra democrazia, consolidatosi nell’Alleanza Atlantica e in altri numerosi contesti delle organizzazioni internazionali. I vincoli di condivisione di valori dei nostri due popoli rafforzano i rapporti tra gli Stati e ne consentiranno la costante crescita”.