venerdì, 18 Ottobre, 2024
Esteri

Zelensky: grato a Biden per il sostegno. Kuleba vola a Pechino

I servizi segreti russi fermano ordigni per attentanti spediti da Italia e Germania

L’annuncio di abbandonare la corsa per la Casa Bianca, da parte del Presidente Biden, a Kiev è arrivato provocando una certa preoccupazione. Zelensky si è detto “grato per il sostegno incrollabile” degli Stati Uniti e soprattutto si augura che possa continuare. “Molte decisioni forti – ha scritto sui social – sono state prese negli ultimi anni e saranno ricordate come passi coraggiosi compiuti dal presidente Biden in risposta a tempi difficili. E noi rispettiamo la sua difficile ma forte decisione. Saremo sempre grati per la leadership di Biden. Ha sostenuto il nostro Paese durante il momento più drammatico della storia, ci ha supportato nell’impedire a Putin di occupare il nostro Paese e ha continuato ad appoggiarci durante questa terribile guerra. L’attuale situazione in Ucraina e in tutta Europa non è meno impegnativa, ma noi speriamo sinceramente che la forte e continua leadership dell’America impedirà al male russo di avere successo o di far sì che la sua aggressione venga ripagata”. Intanto su invito del Ministro degli esteri cinese Wang Yi, l’omologo ucraino Dmytro Kuleba visiterà Pechino da oggi al 26 luglio. La Cina sta lavorando a una trattativa di pace ormai da mesi e conta sulla fiducia sia della Russia che dell’Ucraina.

L’Europa e le sanzioni

Nel frattempo il Consiglio europeo ha prorogato le misure restrittive contro la Russia. Le sanzioni, introdotte per la prima volta nel 2014, sono state ampliate dal febbraio 2022, in risposta all’aggressione della Russia contro il Paese vicino. Oggi consistono in un ampio spettro di misure settoriali, comprese restrizioni al commercio, alla finanza, alla tecnologia e ai beni a duplice uso, all’industria, ai trasporti e ai beni di lusso. Riguardano inoltre il divieto di importazione o trasferimento di petrolio greggio trasportato via mare e di alcuni prodotti petroliferi dalla Russia all’Ue, la cancellazione dal sistema di messaggistica finanziaria Swift di diverse banche russe e la sospensione delle attività di trasmissione e delle licenze nell’Unione Europea di diversi network legati al Cremlino.

Oriente e Occidente

Un’attività, quella europea, che appare quasi burocratica e senza politica e che il Presidente della Serbia Aleksandar Vucic legge così: “L’Occidente vorrebbe condurre una guerra a distanza, tramite qualcun altro, investendo denaro e così via, ma al momento non è pronto per un conflitto diretto con la Russia. Non lo è ora, ma penso che lo sarà. Si sta già preparando per un conflitto con la Federazione Russa e lo sta facendo molto più velocemente di quanto alcune persone vorrebbero vedere, in ogni senso. Sappiamo come stanno andando i preparativi militari. E voglio dirvi che si stanno preparando per un conflitto militare”. Sul fronte orientale, invece, è stata avviata l’esercitazione tra Russia e Iran nel mar Caspio, alla quale partecipano anche Kazakhstan, Turkmenistan e Azerbaigian, denominata “Casarex24”, che punta a rafforzare la cooperazione regionale e migliorare la prontezza degli stati partecipanti nella conduzione di operazioni di ricerca e salvataggio. Tra le imbarcazioni iraniane che prendono parte all’esercitazione ci sono le navi missilistiche Paykan, Joshan, Derafsh e Separ, due elicotteri Ab 212 e un’unità navale delle guardie della rivoluzione chiamata Martyr Basir.

Ordigni per attentati a San Pietroburgo

Il Servizio federale russo per la sicurezza (Fsb) ha riferito di avere bloccato a San Pietroburgo un canale per la fornitura di esplosivi e detonatori elettrici per attacchi terroristici che arrivavano dall’Europa. Lo riferisce l’agenzia di stampa russa Tass precisando che questi materiali arrivavano dall’Italia e dalla Germania. “Il Servizio di sicurezza federale ha identificato e bloccato un canale a San Pietroburgo per la consegna di esplosivi e detonatori elettrici in Russia allo scopo di commettere una serie di atti terroristici”, ha fatto sapere l’Fsb che aggiunge che “queste armi terroristiche sono state trasportate in diversi invii postali (pacchi) a tappe dall’Italia e dalla Germania e sono state nascoste nelle cavità dei pezzi di ricambio delle automobili”.

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