giovedì, 21 Novembre, 2024
Società

Ddl Nordio approvato alla Camera: via reato di abuso d’ufficio

Maggioranza soddisfatta. Critiche da Pd e M5S. Italia Viva vota a favore

Il disegno di legge è stato approvato in seconda lettura da Montecitorio con 199 sì e 102 no, in un identico testo rispetto a quello trasmesso dal Senato, e dunque diventa legge dello Stato. Il provvedimento apporta modifiche al Codice penale, al codice di procedura penale, all’ordinamento giudiziario e al codice dell’ordinamento militare e tra le misure previste contiene l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio.

Il testo messo a punto dal Guardasigilli Carlo Nordio era stato approvato in Consiglio dei ministri il 15 giugno 2023. Le modifiche al testo sono arrivate durante l’esame in prima lettura in Senato, mentre a Montecitorio – sia in aula che in commissione Giustizia – sono stati bocciati tutti gli emendamenti presentati dalle opposizioni. Il provvedimento dell’Esecutivo, composto da nove articoli, abolisce il reato di abuso d’ufficio, prevede una stretta sulla pubblicazione delle intercettazioni e una serie di novità sulla custodia cautelare, sul reato di traffico di influenze illecite e una modifica sui dati riferiti a terzi da inserire nei verbali delle comunicazioni intercettate.

Le modifiche del DDL

Il provvedimento abroga il delitto di abuso d’ufficio, previsto dall’articolo 323 del codice penale, e modifica l’art. 346-bis c.p., che disciplina il reato di traffico di influenze illecite. Inoltre rafforza la tutela della libertà e della segretezza delle comunicazioni del difensore, estendendo il divieto di acquisizione da parte dell’autorità giudiziaria ad ogni altra forma di comunicazione, diversa dalla corrispondenza, intercorsa tra l’imputato ed il proprio difensore, salvo che l’autorità giudiziaria abbia fondato motivo di ritenere che si tratti di corpo del reato introducendo, contestualmente, l’obbligo per l’autorità giudiziaria o per gli organi ausiliari delegati di interrompere immediatamente le operazioni di intercettazione, quando risulta che la conversazione o la comunicazione rientrano tra quelle vietate; – reca alcune modifiche alla disciplina delle intercettazioni al fine di rafforzare la tutela del terzo estraneo al procedimento rispetto alla circolazione delle comunicazioni intercettate.

In particolare, viene introdotto il divieto di pubblicazione, anche parziale, del contenuto delle intercettazioni in tutti i casi in cui quest’ultimo non sia riprodotto dal giudice nella motivazione di un provvedimento o utilizzato nel corso del dibattimento; è inoltre escluso il rilascio di copia delle intercettazioni di cui è vietata la pubblicazione quando la richiesta è presentata da un soggetto diverso dalle parti e dai loro difensori.

In materia di misure cautelari, il Ddl interviene prevedendo l’istituto dell’interrogatorio preventivo della persona sottoposta alle indagini preliminari rispetto alla eventuale applicazione della misura cautelare e introducendo la decisione collegiale per l’adozione dell’ordinanza applicativa della custodia in carcere nel corso delle indagini preliminari. Per quanto riguarda le impugnazioni delle sentenze, esclude il potere del Pm di proporre appello avverso le sentenze di proscioglimento per i reati di cui all’articolo 550, commi 1 e 2, c.p.p.

Seguono poi modifiche all’ordinamento giudiziario (R.D. n. 12 del 1941) in materia di tabelle infradistrettuali e in materia di criteri per l’assegnazione degli affari penali al giudice per le indagini preliminari conseguenti all’introduzione della composizione collegiale del giudice per le indagini preliminari e un incremento del ruolo organico della magistratura, da destinare alle funzioni giudicanti di primo grado. Infine una norma di interpretazione autentica volta a chiarire che il requisito dell’età non superiore a 65 anni dei giudici popolari deve essere riferito esclusivamente al momento in cui il giudice viene chiamato a prestare servizio nel collegio; e interviene sul Codice di Ordinamento Militare in materia di incidenza di provvedimenti giudiziari nelle procedure per l’avanzamento al grado superiore dei militari.

Il commento di Nordio

Carlo Nordio ha commentato: “nel nostro paese sono stati intercettati persino avvocati che per legge non potevano essere intercettati, ma lo sono stati sulla base del discorso fazioso che, se si intercetta tizio che parla con il presidente o con l’avvocato, allora entrambi possono essere intercettati. E questa è una bestemmia giuridica. Aggiungo che l’Ue, la Cedu, 20 giorni fa ha condannato l’Italia con una sentenza umiliante e una motivazione spietata sul nostro sistema giuridico, perché sono state intercettate persone non iscritte nel registro degli indagati. Tutto questo cambierà e in meglio quando approveremo radicalmente la riforma sulle intercettazioni e sul sequestro di telefonini e smartphone, che contengono non solo le conversazioni, ma l’intera vita delle persone: cartelle cliniche, foto, conversazioni di terzi, quarti e quinti”.

Fratelli D’Italia: intervento coraggioso

Il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, Tommaso Foti, sottolinea che il Ddl “pone finalmente termine a una serie di storture del sistema giudiziario non più accettabili. Il governo Meloni, anche grazie alla responsabilità di una parte delle opposizioni, interviene su uno dei tanti problemi rimasti irrisolti che rallenta la crescita dell’Italia e che coinvolge la vita di migliaia di italiani. Quello di oggi è un intervento coraggioso che la Nazione aspettava da decenni e che spazza via la paura che ha paralizzato l’attività di amministratori locali, introduce un utilizzo più ragionato delle intercettazioni e pone uno stop alle valanghe di procedimenti che ingolfavano la giustizia e maggiori garanzie per i cittadini. Ancora una volta Fratelli d’Italia mantiene la parola data agli elettori: le riforme non si evocano, ma con il centrodestra si approvano, a garanzia dei cittadini”

Forza Italia: realizzato il sogno di Berlusconi

La senatrice di Forza Italia e vicepresidente del Senato, Licia Ronzulli, ha affermato: “Da oggi la giustizia è più giusta, più umana, più a tutela della stragrande maggioranza dei cittadini onesti. Abbiamo compiuto un grande passo, altri ne arriveranno, come la separazione delle carriere, per realizzare finalmente il programma di Forza Italia e il sogno del presidente Berlusconi, di una grande, strutturale, riforma della Giustizia. Avanti così”.

Le dà manforte Matilde Siracusano, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento e deputata di Forza Italia:”Il Ddl Nordio è finalmente legge dello Stato. È l’inizio della stagione delle riforme della giustizia, che si delinea grazie alla bravura ed al coraggio del ministro Carlo Nordio: vince il coraggio di chi si batte contro l’ingiustizia, specialmente quella che si è abbattuta negli ultimi anni su tantissimi bravi ed innocenti amministratori locali. Forza Italia, con il presidente Silvio Berlusconi prima e con il segretario Antonio Tajani poi, ha sempre auspicato interventi legislativi di questo tipo e si è sempre battuta per una giustizia giusta. Quello compiuto oggi è un importantissimo passo in avanti”.

Azione: un primo passo nella giusta direzione

Per Enrico Costa, deputato di Azione, “Questo provvedimento va nella giusta direzione. Avremmo voluto migliorare ulteriormente il testo ma pensiamo sia bene che diventi legge senza perdere ulteriori mesi. Nel nostro Paese – ha aggiunto – il vero problema della giustizia è il tempo lunghissimo del processo, con l’anticipazione della sentenza sociale alla fase dell’accusa. L’avviso di garanzia, l’invito a comparire, l’ordinanza di custodia cautelare vengono trasferite all’opinione pubblica, al Paese, con le forme di una sentenza definitiva, con tutta una serie di effetti distorsivi, tra cui quello che la sentenza di assoluzione viene percepita come una sconfitta della giustizia. Sulla custodia cautelare e le ingiuste detenzioni, sull’abuso d’ufficio, sui limiti nella pubblicazione delle intercettazioni per impedire che terzi siano sbattuti sulle prime pagine dei giornali e infangati anche se non sono indagati, sull’inappellabilità delle sentenze di assoluzione occorre ristabilire principi di civiltà giuridica e questo provvedimento lo fa. È un primo passo. Sono passi limitati, con tante deroghe che noi speriamo vengano poi affrontate, ma vanno nella giusta direzione. E in coerenza con l’approccio che il nostro Gruppo ha nei confronti dei provvedimenti del governo, guardando sempre al merito, voteremo convintamente a favore”, ha concluso Costa.

Lega: si mette fine a un’era confusa

I deputati della Lega in commissione Giustizia Ingrid Bisa (capogruppo), Davide Bellomo, Simonetta Matone, Jacopo Morrone (segretario) e Valeria Sudano hanno dichiarato: “Oggi è una giornata importante per la giustizia italiana. Con l’approvazione di questo disegno di legge si mette fine a un’era confusa, fatta di processi discutibili e ingerenze poco chiare, introducendo una sana civiltà giuridica. Stop anche al reato d’abuso d’ufficio: basta alla strumentalizzazione politica e alla paralisi amministrativa che scoraggiava tanti sindaci e limitava la qualità della gestione degli Enti locali. Ora avanti così per una giustizia equa, giusta e trasparente”. Italia Viva: “Con convinzione a favore, ma è il minimo sindacale” Italia Viva, unico partito dell’opposizione ad aver votato favorevolmente, dichiara attraverso il deputato Roberto Giachetti, che “Anche se questo provvedimento non è una riforma epocale ma il minimo sindacale, il gruppo di Italia Viva voterà con convinzione a favore”. “Vorrei chiedere ai colleghi dell’opposizione se prima di votare contro l’abrogazione dell’abuso di ufficio abbiano mai parlato con uno dei tanti sindaci finiti nelle maglie lasche di questa fattispecie per essere triturati dal sistema mediatico e poi assolti. Rispetto al problema del circolo vizioso intercettazione-pubblicazione-processo mediatico, questo decreto segna qualche passo in avanti ma non è certo risolutivo. Per una soluzione organica servirebbe una riforma, quella sì, davvero epocale della giustizia, che introducesse la separazione delle carriere e abolisse anche l’obbligatorietà dell’azione penale”.

PD: “il governo premia l’impunità”

Il deputato Pd Federico Gianassi, Capogruppo in Commissione Giustizia, annunciando il voto contrario del Pd al Ddl di modifica del Codice penale “Cancellate dal codice penale l’abuso di potere del pubblico funzionario che, violando deliberatamente la legge, discrimina un cittadino o ne avvantaggia ingiustamente un altro in quanto amico o parente. Stiamo parlando di atti spregevoli, che allontanano le persone dalla Pubblica Amministrazione. Il governo, abolendo l’abuso d’ufficio, premia l’impunità per comportamenti gravi”. “Il governo – continua Gianassi – ha portato avanti questo provvedimento ispirato dall’ideologia perché qui non ci troviamo davanti ad una riforma ma ad un atto bandiera. Non ci sono risorse, investimenti sulla Giustizia e tutto è stato condito da grande arroganza perché il governo non ha voluto neanche aprire una riflessione con le opposizioni sulle tante criticità che avevamo evidenziato”.

“Nel merito – ha concluso Gianassi – questo provvedimento è sbagliato perché viene rimossa la riforma del 2020 che aveva efficacemente tipizzato e ridimensionato il reato. Per il clamoroso vuoto normativo che si crea, il ministro Nordio ha già fatto un’incredibile prima e parziale retromarcia perché in Cdm con urgenza ha introdotto l’abuso d’ufficio-bis, chiamato peculato per distrazione. Siamo davanti ad un atto incompatibile con i principi europei e incoerente con l’esigenza di tutela dei cittadini. Per colpa di questo furore ideologico verranno cancellate sentenze di condanna già emesse e saltano processi per fatti gravi come truccare i concorsi che nelle aule di tribunale vengono oggi considerati reato di abuso di ufficio”.

M5S: Ddl “nuoce ai cittadini”, Abuso d’ufficio “reato spia”

Molto critico il M5S: “Questa legge non serve alla Giustizia, che non viene né accelerata né rafforzata, ma nuoce ai cittadini, che perdono strumenti di difesa contro le angherie e le prevaricazioni del potere pubblico e occasioni di conoscenza dei sistemi illegali”. Lo ha detto il deputato M5S Federico Cafiero De Raho nella dichiarazione di voto finale. “I sindaci – ha aggiunto – che rispettano le regole e operano in territori di mafia avevano nel reato di abuso di ufficio una tutela. Fino a oggi hanno potuto dire, anche agli uomini di ‘ndrangheta che pretendono favoritismi, che non è possibile violare le regole. L’abuso d’ufficio protegge il cittadino dai favoritismi nei concorsi pubblici; protegge dalla devastazione dell’ambiente, ostacolando il rilascio di concessioni edilizie e sanatorie; protegge dagli abusi nelle liste di attesa della sanità. Avviso Pubblico ha ricordato che la cancellazione del reato ci porta fuori dall’Europa e abbassa il livello di tutela dei cittadini. L’abuso d’ufficio è un reato spia per la corruzione, le infiltrazioni mafiose e le illegalità sugli appalti, lo hanno detto tutti gli auditi. Questo lo sanno anche i colleghi di Fratelli d’Italia che ieri lo hanno ammesso in occasione del voto su un Odg. L’abrogazione dell’abuso di ufficio e lo svuotamento del traffico di influenze illecite si aggiungono alla mancanza di norme sul conflitto di interessi e sulle lobbies. Questa legge – ha concluso Cafiero De Raho – da un lato protegge i colletti bianchi ed i mediatori della corruzione, dall’altro silenzia la stampa e ha un obiettivo unico complessivo: rendere più difficili le indagini sui reati dei colletti bianchi e impedire la conoscenza dei loro contenuti”.

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