Risale a circa un anno fa l’inizio della guerra dell’Antitrust agli aumenti non meglio chiariti delle bollette di luce e gas. Il motivo principale dello scontro era stata la modifica unilaterale dei prezzi di fornitura energetica. Un confronto durissimo, che tra luglio e settembre scorso aveva portato cinque operatori energetici a impegnarsi nel risarcimento graduale dei suoi consumatori. Ma il grande passo è stato fatto dopo, nell’ottobre 2023, quando l’Antitrust ha multato sei colossi assoluti del mercato energetico italiano: Enel Energia, Eni Plenitude, Acea Energia, Iberdrola Clienti Italia, Dolomiti Energia ed Edison Energia. Secondo quanto indicato nella Nota con cui l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha poi stabilito le rispettive sanzioni, le sei imputate avevano adottato “pratiche commerciali scorrette, aggressive e manipolatorie nei confronti dei consumatori”, violando l’articolo 3 del Decreto Aiuti Bis.
“Vittoria importante”
A quel tempo, Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori, si era espresso sulle sanzioni parlando di “vittoria importante” e di “ottimo operato dell’Authority”. Infatti, come spiegava in una nota ufficiale: “ha accolto in pieno i nostri esposti e le tesi che abbiamo sostenuto fin dall’inizio: il preavviso di 90 giorni era obbligatorio, quindi tutte le comunicazioni mandate ai consumatori a partire dal 1° maggio 2022 erano inefficaci e la variazione contrattuale, con il conseguente rincaro, illegittimo, in violazione dell’art. 3 del decreto legge 9 agosto 2022, n. 115, poi convertito dalla Legge n. 142 del 21-09-2022”.
Il confronto
Da quel fatidico ottobre scorso il confronto con i sei colossi energetici è proseguito, concentrandosi anche su altre società del settore. Tutte le imprese coinvolte non sono rimaste affatto impassibili, valutando al contrario delle risposte legali per dimostrare la propria correttezza. In particolar modo l’Enel, che era stata quella con la sanzione più alta (10 milioni di euro). Infatti, l’accusa nei confronti di quest’ultima società era piuttosto grave: “I segnalanti (più di 600) rappresentano, oltre alla difficoltà di sostenere esborsi quadruplicati o quintuplicati rispetto al passato, di non aver ricevuto alcuna informazione preventiva sul rinnovo contrattuale e di non aver potuto, pertanto, esercitare il diritto di recesso”. Così aveva dichiarato l’Authority, che per la prima volta da quando è stato modificato il Codice del Consumo ha deciso di applicare il massimo edittale.
Tuttavia, i ricorsi legali non hanno sortito l’effetto sperato, anzi. Come ha comunicato l’AGCM direttamente sul suo sito ufficiale, le richieste d’aiuto di oltre 4 milioni di consumatori sono state più che accolte. E a oggi, lo zelante operato dell’Authority ha portato ad un ristoro delle utenze private e delle microimprese interessate di oltre 128 milioni di euro da parte delle varie società energetiche.