domenica, 6 Ottobre, 2024
Esteri

Kyïv: “Mosca ha perso oltre 550mila soldati dall’inizio del conflitto”

Cresce l’attesa per il vertice Nato di domani

Lo Stato maggiore delle forze armate ucraine ha annunciato su Facebook che oltre 550.000 soldati russi sono morti o rimasti feriti dall’inizio dell’invasione da parte di Mosca. Tra il 24 febbraio 2022 a ieri, le vittime e i feriti tra le truppe care a Putin ammontano a 550.990, inclusi 1.150 nelle ultime ore. Entrando di più nello specifico, sono stati abbattuti o neutralizzati 8.157 carri armati, 15.661 veicoli corazzati, 14.977 sistemi di artiglieria, 11.915 droni, 880 equipaggiamenti per la difesa area, 2.353 missili da crociera, 1.115 missili antiaerei, 360 aerei, 326 elicotteri, 28 navi e un sottomarino. Numeri che fanno ben capire i contorni di un conflitto che fa registrare una tensione che oramai non si limita solo al campo di battaglia ucraino se si pensa che la Romania ha fatto alzare in volo i suoi aerei da caccia F-16 a causa di un attacco di droni russi contro obiettivi nel sud dell’Ucraina. Il Ministero della Difesa di Bucarest ha riferito che i dispositivi volanti erano stati avvistati mentre si dirigevano verso il territorio ucraino situato vicino al confine romeno. ù

Nel frattempo, il governo ucraino sta lavorando a una nuova strategia marittima che sarà presto approvata dal Consiglio di sicurezza e difesa nazionale: “Comprendiamo chiaramente che la guerra ha cambiato l’equilibrio delle forze in tutta la nostra regione del Mar Nero e che la flotta russa non dominerà mai più queste acque”, ha detto il Presidente Zelensky.

Parola a Lavrov

La giornata di ieri è stata caratterizzata dalle parole del Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov che ha trattato di più temi, a partire dall’annuncio che la Russia risponderà ai bombardamenti sulle sue regioni con l’uso di armi di fabbricazione statunitense fornite a Kyïv. “Il Presidente Putin ha detto che avremmo risposto. E sono convinto che lo vedrete nel prossimo futuro”, ha detto, sottolineando che la risposta sarà mirata e tempestiva. Di certo l’utilizzo di armi di fabbricazione americane da parte dell’Ucraina è stato un punto critico nelle relazioni tra Mosca e Washington, con la Russia che ha ripetutamente espresso il suo disappunto e preoccupazione per il supporto militare fornito dagli Stati Uniti a Kyïv, vedendolo come un atto di aggressione indiretta contro la Russia. E rimanendo in tema, Lavrov ha anche parlato dell’andamento della campagna elettorale negli Stati Uniti definendola come uno spettacolo pietoso “e se il sistema della cosiddetta democrazia americana produce tali risultati o un simile svolgimento della campagna elettorale, ognuno potrebbe trarre le proprie conclusioni su come tutto è orchestrato, come è organizzato”.

Nel mirino del Ministro anche le elezioni legislative in Francia (ieri si è andato al voto per il ballottaggio) perché, a suo parere, non hanno avuto nulla a che fare con la democrazia: “Il secondo turno, a quanto pare, è concepito proprio per manipolare la volontà degli elettori emersa dal primo turno, con alcuni candidati che possono ritirare le loro candidature per impedire la vittoria, come si suol dire, a conservatori o populisti; questo non assomiglia molto alla democrazia”.

Vertice Nato

Intanto cresce l’attesa per il vertice Nato in programma da domani all’11 luglio a Washington dove chiaramente il conflitto in Ucraina sarà tra i temi preponderanti. Da mettere in agenda l’incontro tra Zelensky e il numero uno americano Joe Biden. Notizia di ieri infine la proposta del Primo Ministro bulgaro Dimitar Glavchev di fungere da mediatore nei negoziati di pace tra Kyïv e Mosca: “L’unica cosa che va sottolineata è che questi colloqui devono essere conformi alla Carta delle Nazioni Unite e al diritto internazionale. Considero questa una precondizione essenziale”, ha spiegato.

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