Sindacati e leader dell’opposizione si sono dati appuntamento ieri mattina in Cassazione per depositare il quesito referendario abrogativo sull’Autonomia Differenziata sostenuto da 34 sigle. Si muovono anche le Regioni di centrosinistra.
Depositato ieri mattina in Cassazione il quesito referendario abrogativo della legge Calderoli sull’autonomia differenziata, con l’appoggio di tutti i partiti di opposizione, eccetto Carlo Calenda, per un totale di 34 sigle. Tra i presenti: il segretario della Cgil Maurizio Landini, Alleanza Verdi e Sinistra con Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, Italia viva con Maria Elena Boschi, Riccardo Magi, leader di +Europa, Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista, Alessandra Maiorino, Alfonso Colucci del M5S, e Giuseppe De Marzo, coordinatore nazionale della Rete dei numeri Pari, la segretaria del Pd Elly Schlein e il presidente del M5S Giuseppe Conte.
Schlein: “Un’altra estate militante”
“Partiamo per un’altra estate militante, ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein, consapevoli che veniamo dalla fatica di una campagna elettorale” con “la prima questione: raccolta delle firme per il referendum sull’Autonomia differenziata, da affiancare alla raccolta delle firme la legge di iniziativa popolare sul salario minimo, da affiancare al prosieguo delle nostre iniziative parlamentari, nei Consigli regionali e sui territori sulla sanità pubblica”.
“L’autonomia differenziata, ha aggiunto la leader dem, spacca un Paese che ha bisogno di essere ricucito. Non ha senso avere venti politiche energetiche diverse, ci condanniamo all’irrilevanza. Ci sono tante ragioni per mobilitarsi insieme e siamo felicissimi di farlo con questo largo rassemblement di forze politiche, associazioni, sindacati società civile. Ci stiamo muovendo anche con le Regioni per i referendum”. E aggiunge: “Il Governo non ha messo un euro, questo vuol dire che a loro le diseguaglianze stanno bene così”.
La riforma Calderoli, ha spiegato Schlein nella sulla sua relazione alla Direzione nazionale del Partito democratico, “sancisce che ci sono cittadine e cittadini di serie A e di serie B, a seconda di dove nascono, limitando l’accesso a servizi fondamentali come la sanità pubblica, la scuola, il trasporto pubblico locale”. “Ma è una battaglia, insisto, che interessa tutto il Paese e non soltanto il Sud e le aree interne”, e attacca: “Il governo schiaffeggia da un anno e mezzo le autonomie locali, tagliando sui Comuni: volevano togliere altri 250 milioni già prima delle elezioni, la nostra denuncia e protesta li ha fermati, ma solo temporaneamente”.
Conte: “sventoleremo il Tricolore dell’unità”
Per il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, “stiamo offrendo, con questo referendum, l’occasione ai cittadini di contrastare lo Spacca Italia. Lo firmeremo tutti insieme per evitare la condanna a morte della sanità, dell’Istruzione, delle infrastrutture specialmente nelle aree più in difficoltà del Paese e per evitare che un macigno arrivi sulle imprese del Nord che rischiano di essere soffocate da 20 democrazie. Non ci fermeranno con calci e pugni, sventoleremo il tricolore dell’Italia e dell’unità”. E aggiunge: “La sinistra Ue è il gruppo europeo che ci consente di combattere le nostre tre battaglie principali: soluzione pacifica per il conflitto in Ucraina, il contrasto al Patto di Stabilità che si abbatterà sui conti pubblici di tutta Europa e infine la transizione ecologica coerente, ma a misura di cittadini e imprese”.
Autonomia Differenziata: “Effetto di frantumare l’Italia”
Per Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi Sinistra “siamo qui con esponenti del mondo della politica e personalità del mondo democratico di questo paese per depositare un quesito referendario che ha l’obiettivo di smantellare una controriforma che avrà come effetto quello di frantumare il Paese in venti piccoli staterelli incapaci di rispondere ai grandi problemi del nostro tempo, allargando ulteriormente e cristallizzando le diseguaglianze che rendono il nostro un paese gravemente ammalato Sono certo che gli italiani e le italiane e la repubblica sapranno rispondere”. Molto significativa, davanti alla Cassazione, la presenza di tante realtà del terzo settore, tra cui le Acli: anche per il vicepresidente, Antonio Russo, la legge sull’autonomia differenziata “divide l’Italia e aumenterà le disuguaglianze perché fa parti uguali fra disuguali”.
Boschi, (Italia Viva): “Messaggio potente”
“Iv è al fianco di questa battaglia per il referendum contro l’autonomia differenziata. Ci mobiliteremo per la raccolta firme, che è un messaggio potente al governo Meloni e ci saranno anche divisioni nella maggioranza, sono già iniziate. Entro la fine del mese organizzeremo un grande evento con Renzi al Sud e dopo l’estate anche al Nord. Poi restano differenze su altri temi e ovviamente al referendum sul jobs act saremo dalla parte opposta”. Così Maria Elena Boschi, deputata di Iv, alla presentazione in Cassazione del quesito referendario sull’autonomia differenziata.
Più Europa: “Pessima riforma”
Il segretario di Più Europa, Riccardo Magi, ha affermato: “Quella di oggi e’ una iniziativa di opposizione alla pessima riforma del governo Meloni che rappresenta anche una bomba nel bilancio pubblico. La via che intraprendiamo non e’ facile, ma e’ una delle strade per fare una riforma seria. Serve la firma digitale su questo referendum per i cittadini, il governo attivi la piattaforma. Io penso che le opposizioni si ritrovano sulle occasioni in cui fare opposizione, e questa e’ una delle occasioni. Poi si d fa un confronto sull’alternativa di governo. Noi non siamo disposti a fare passi indietro sul tema dell’Ucraina, lo stato di diritto e l’unione europea. Pero’ bisogna iniziare a parlare sapendo che chi sta a Palazzo Chigi crea dei danni e dei problemi per le future generazioni.”
Gelmini: “Divario Nord-Sud non l’ha creato l’autonomia”
Dure le risposte dei partiti di governo. Mariastella Gelmini, senatrice di Azione “Il referendum sull’Autonomia differenziata non è la soluzione al divario nord-sud. Quel divario esiste da decenni e non l’ha creato l’Autonomia differenziata”. “ La soluzione al divario Nord-Sud sono i Lep, i livelli essenziali delle prestazioni, non il referendum: la vera sfida che un’opposizione responsabile dovrebbe lanciare al governo sarebbe sulla definizione e il finanziamento dei Lep. Si è scelta una strada diversa che – ove giungesse all’esito auspicato dalla sinistra – chiuderebbe per sempre il ragionamento sui Lep e sul superamento dei divari storici del Mezzogiorno. La logica binaria dei referendum – conclude Gelmini – non è la soluzione di problemi complessi: è semplicemente propaganda”
FI: “L’Italia del no a tutto”
Alessia Ambrosi, deputata di Fratelli d’Italia per il Trentino-Alto Adige, critica l’opposizione: “L’Italia del no a tutto, l’Italia dei veti, è scesa nuovamente in campo contro noi che ogni giorno cerchiamo di migliorarla e riformarla. La stessa sinistra che per anni diceva a parole di volere l’autonomia adesso scende in campo per affossarla solo perché a realizzare la riforma siamo stati noi del centrodestra sotto la guida di Giorgia Meloni”. “Non possiamo consegnare la nostra Nazione a chi vuol tornare indietro, a chi vuol distruggere tutto, a chi a parole dice di preoccuparsi per il Sud ma nella realtà vorrebbe che il Sud sopravvivesse solo con sussidi e assistenzialismo”. “Noi – insiste – riteniamo che questa legge possa invece fare da ulteriore traino alla ripresa dell’intera Italia, e consideriamo il virtuoso esempio Dell’autonomia trentina e altoatesina la dimostrazione di quanto la responsabilizzazione dei territori possa innescare circuiti virtuosi e possa assicurare sviluppo, progresso, occupazione alle popolazioni amministrate.”, conclude Ambrosi.