domenica, 15 Dicembre, 2024
Attualità

Il rapporto Cesvi sull’infanzia: “Al Sud essere bambini è più difficile”

Nel nuovo Indice regionale emerge un netto divario tra Meridione e Settentrione

Essere bambini non è facile, e lo è ancora meno nel Sud Italia. A dirlo il rapporto dell’organizzazione umanitaria Cesvi ‘Le parole sono importanti’. L’Indice regionale sul maltrattamento e la cura all’infanzia in Italia, giunto alla sesta edizione, delinea un quadro sui fattori di rischio e sui servizi. A emergere, ancora una volta, un’Italia a due velocità, con un Meridione che fatica a risalire e un Nord in generale più virtuoso. Il rapporto, frutto della redazione delle ricercatrici Giovanna Badalassi e Federica Gentile, è stato presentato ieri a Roma. All’evento hanno partecipato, tra gli altri, il Viceministro del Lavoro e delle Politiche sociali Maria Teresa Bellucci, il Consigliere del Ministro dell’Università, della Ricerca e dell’Alta formazione artistica Alessandra Gallone, la ricercatrice Badalassi e la Presidente del Cismai Marianna Giordano. Il rapporto include una classifica basata su 64 indicatori, organizzati in sei categorie: capacità di prendersi cura di sé e degli altri, vivere una vita sana e sicura, acquisire conoscenze, trovare lavoro, e accedere a risorse e servizi. Il termine “maltrattamento infantile” si riferisce a varie forme di abuso e trascuratezza nei confronti di persone sotto i 18 anni, inclusi abuso fisico, abuso sessuale, abuso psicologico e trascuratezza, con effetti dannosi sulla salute, sopravvivenza, sviluppo e dignità dei minori.

Linguaggio abusante

Il tema centrale di quest’anno è il ruolo del linguaggio nel maltrattamento e nella cura all’infanzia, il focus dello studio è sulle conseguenze del linguaggio abusante: secondo l’Oms, l’abuso psicologico, che include la violenza verbale, è la forma più comune di maltrattamento nei confronti dei bambini in Europa, coinvolgendo il 36,1% dei 55 milioni di bambini vittime. Il rapporto evidenzia che una strategia chiave per prevenire questo fenomeno è investire nell’educazione alla cura e nel linguaggio positivo per bambini, genitori e operatori educativi, attraverso la formazione dei professionisti e la definizione di un linguaggio condiviso su maltrattamento e cura nei gruppi di coordinamento locali.

La violenza verbale, inclusa negli atti di abuso psicologico o emotivo, può avere gravi conseguenze sulla salute mentale, afferma lo studio, sia durante l’infanzia che in età adulta. L’Indice più recente considera il ruolo cruciale del linguaggio nel maltrattamento e nella cura dei bambini, sottolineando l’importanza di una comunicazione adulta che favorisca l’autostima e la sicurezza emotiva. Insulti e denigrazioni influenzano negativamente lo sviluppo emotivo e comportamentale dei bambini, compromettendo la percezione di sé e il comportamento appreso per imitazione.

I dettagli

Leggendo il rapporto si evince di come l’Oms evidenzi che la violenza verbale è la forma più diffusa di maltrattamento infantile, con una prevalenza del 36,1%. Le conseguenze possono includere ritardi nello sviluppo del linguaggio nei bambini piccoli e comportamenti aggressivi verbali negli adolescenti, spesso manifestati attraverso bullismo e cyberbullismo, oltre alla sessualizzazione precoce. L’ambiente familiare, insieme a influenze esterne come i social media e i coetanei, gioca un ruolo significativo nella manifestazione della violenza verbale. In alcuni casi, l’abuso verbale può essere giustificato da tradizioni educative arcaiche che perpetuano comportamenti maltrattanti, spesso mascherati da forme di pedagogia considerate “correttive” o “educative”. L’uso inconsapevole di parole umilianti e sprezzanti da parte dei genitori può essere dannoso, anche se motivato da buone intenzioni.

È fondamentale promuovere un linguaggio positivo, afferma il Cesvi, e orientato alla cura come parte essenziale del cambiamento e del sostegno alla crescita armoniosa dei bambini, rafforzando i fattori protettivi e contribuendo al recupero psicofisico delle ferite emotive subite durante la crescita.

L’Indice

Nella nuova edizione dell’Indice sull’infanzia in Italia si nota l’impatto persistente della pandemia con segnali iniziali di ripresa che richiedono consolidamento. Tuttavia, l’incertezza è pesante: la situazione geopolitica connessa ai conflitti e le dinamiche economiche come l’inflazione e l’incremento dei costi energetici possono compromettere i progressi occupazionali e intensificare l’impatto della povertà. Le regioni italiane con contesti più favorevoli, come si evince dalla lettura del report, per i bambini rimangono Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia ai primi due posti, seguite da Emilia-Romagna e Lombardia che avanzano di una o due posizioni rispetto alla precedente rilevazione. Al contrario, la Campania rimane ultima, seguita da Sicilia, Puglia e Calabria, tutte invariate. Altre variazioni includono miglioramenti per Umbria, Marche, Basilicata e Molise, mentre Piemonte, Valle d’Aosta, Lazio, Abruzzo e Sardegna arretrano di una o due posizioni. Per quanto riguarda i servizi di prevenzione e cura del maltrattamento infantile, l’Emilia-Romagna è in testa con la migliore dotazione strutturale, seguita da Veneto, Toscana, Valle d’Aosta, Umbria e Sardegna. Le regioni più critiche rimangono Campania, Sicilia, Calabria e Puglia, dove i servizi non corrispondono ai rischi elevati.

Nella sintesi tra fattori di rischio e capacità dei servizi di fronteggiare il maltrattamento infantile, l’Emilia-Romagna si conferma al primo posto, seguita da Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Lombardia. Sicilia e Campania rimangono le più critiche, mentre altre regioni come Marche, Valle d’Aosta e altre mostrano miglioramenti significativi nella loro capacità di gestire questa sfida.

L’importanza di un approccio integrato

Il rapporto enfatizza l’importanza di un approccio integrato per prendersi cura delle vittime di abuso, intervenire sugli abusatori, interrompere la trasmissione della violenza tra generazioni e prevenire l’abuso infantile, considerando attentamente il contesto sociale. Aumentare i fattori protettivi e ridurre i fattori di rischio è cruciale per prevenire strutturalmente il maltrattamento e proteggere efficacemente i bambini.

Le azioni del Cesvi

Proprio per affrontare queste problematiche, il Cesvi, in Italia, interviene nelle Regioni considerate più problematiche secondo l’Indice, come Campania, Sicilia e Puglia. Qui gestisce le ‘Case del Sorriso’, parte di un programma globale dedicato ai bambini a rischio di maltrattamento o che vivono in condizioni di trascuratezza e povertà educativa. Le attività includono, afferma il comunicato rilasciato sul sito dell’organizzazione, supporto alla genitorialità, laboratori psicomotori, sportivi, artistico-espressivi, spazi di ascolto sicuro e gruppi di sostegno. Gli spazi di ascolto sicuro offrono incontri individuali, consulenze psicologiche e percorsi di supporto psicologico. I gruppi di sostegno sono momenti di confronto per prevenire il disagio sociale, concentrandosi anche sulla promozione di una comunicazione positiva e non violenta, sull’alfabetizzazione emotiva e digitale, e sul contrasto al bullismo e cyberbullismo, oltre alla sensibilizzazione sulla violenza di genere.

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