giovedì, 4 Luglio, 2024
Lavoro

Molestie sessuali sul lavoro: 2,3 milioni di vittime, soprattutto donne

Dati dell’Istat: nel mirino soprattutto i giovani

Un’indagine, quella condotta dall’Istat e riferita al biennio 2022-2023, che rivela un quadro allarmante sul tema delle molestie sessuali sul posto di lavoro. I numeri parlano chiaro: sono state circa 2,3 milioni le persone, tra i 15 e i 70 anni, che hanno sùbito aggressioni fisiche o vocali nel corso della loro vita. Inutile dire che fra queste, l’81,6% sono donne, pari a circa 1 milione 895mila, rappresentando il 13,5% del totale delle donne in questa fascia di età.

Oltre alle molestie, un’altra preoccupante realtà emerge dal report dell’Istituto di statistica: circa 298mila donne hanno subito ricatti sessuali sul lavoro. E questo porta il numero complessivo delle donne che hanno subito molestie o ricatti per ottenere un lavoro o un avanzamento di carriera a circa 2 milioni 68mila, ovvero il 15% del totale delle donne tra i 15 e i 70 anni. Anche gli uomini non sono immuni da queste esperienze traumatiche. L’indagine rileva che circa 427mila uomini, pari al 2,4% del totale nella fascia di età considerata, hanno subito molestie sessuali sul lavoro (escludendo i ricatti).

Le molestie sessuali sul lavoro possono assumere diverse forme, tutte ugualmente gravi e inaccettabili. Tra queste, l’indagine dell’Istat identifica sguardi offensivi, offese verbali, proposte indecenti e, nei casi più estremi, atti di molestia fisica.

Giovani nel mirino

Sono vittime di molestie sul lavoro in particolare i giovani (sia donne sia uomini) entrati da poco nel mercato del lavoro: 12% tra i 15-24enni e 10,8% dei 25-34enni. Le molestie sul lavoro colpiscono prevalentemente le giovani donne, 21,2% nella fascia di età compresa tra i 15 e i 24 anni, contro il 4,8% dei coetanei uomini. Di poco inferiore è l’incidenza percentuale delle donne di età compresa tra i 25 e i 34 anni (18,9%, rispetto al 3,7% degli uomini). Nel corso della vita il 12,1% delle donne e l’1,8% degli uomini subiscono offese attraverso sguardi inappropriati e lascivi che mettono a disagio, la proposta di immagini o foto dal contenuto esplicitamente sessuale che offendono, umiliano o intimidiscono, scherzi osceni di natura sessuale o commenti offensivi sul corpo o sulla vita privata, in altri casi subiscono avances inappropriate, umilianti oppure offensive sui social, o ricevono email o messaggi sessualmente espliciti e inappropriati.

Mentre il 5,9% delle donne e l’1% degli uomini ricevono proposte inappropriate di uscire insieme che offendono, umiliano intimidiscono o che si spingono a richieste di qualche attività sessuale, anche attraverso regali indesiderati di natura sessuale. Una percentuale pari al 2,6% delle donne e allo 0,2% degli uomini sono invece vittime di molestie di natura fisica. Queste ultime, sottolinea l’Istat, “sono agite in particolar modo sulle fasce più giovani della popolazione raggiunta dall’indagine, con una prevalenza del 3,4% dei giovani tra i 15 e i 24 anni”. Confrontando i dati con riferimento al genere nei diversi periodi considerati, si osserva che, nel corso della vita, le donne sono state vittime di molestie 4,5 volte in più rispetto agli uomini. Questa differenza si riduce se si osservano i tre anni e i dodici mesi precedenti l’intervista (rispettivamente 3,4 e 3,3 volte in più). Il 14% delle donne di 15-70 anni ha sùbito offese e/o proposte nel corso della propria vita; questa percentuale aumenta lievemente tra chi dichiara di utilizzare internet per lavoro o scuola (15,1% rispetto al 12,6% di chi non lo usa).

Il rischio di subire offese e proposte è più alto anche per chi usa internet nell’ordinare o comprare merci o servizi (16,2% contro 10,4%). Il rischio di subire una qualche forma di molestia online sul lavoro (3,8% per le donne e 1,0% per gli uomini) è più alto quando si usa internet per motivi di lavoro e/o studio sia per le donne (4,8%, rispetto al 2,5% che non lo usa per lavoro) sia per gli uomini (1,5%, contro lo 0,4%).

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