martedì, 2 Luglio, 2024
Società

Accordo Italia-Albania sui migranti Mantovano rassicura: presto siti operativi

La gestione dei migranti, uno dei passaggi cruciali della politica governativa, passa per l’attuazione di traguardi importanti e imprescindibili; un piano che coinvolge molte istituzioni, che dovranno confrontarsi per la delicatezza dell’argomento, la piena operatività, sul coinvolgimento di etica, solidarietà e giustizia.

Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano accompagnato dall’ambasciatore a Tirana Fabrizio Bucci, si è recato presso i siti albanesi di Shengjin e Gjader, dove secondo il rispetto delle tempistiche annunciate nella precedente missione in Albania del 5 giugno scorso dal Premier Giorgia Meloni, proseguono i lavori per la realizzazione di due centri di prima accoglienza e trattenimento dei migranti illegali ai fini dell’espulsione. Il Memorandum era stato siglato tra Italia e Albania il 6 novembre 2023, un passo storico per la situazione esplosiva che da anni affligge l’Europa e che l’Italia si trova a combattere praticamente da sola. Secondo la tabella di marcia dei lavori i primi di agosto i due siti dovrebbero iniziare ad avere piena operatività.

Il Sottosegretario durante la visita si è confrontato con il personale del Genio militare che con uno sforzo titanico sta lavorando senza sosta per rispettare il programma dell’operazione. Importanti le parole di Mantovano che elogia la validità dell’accordo con l’Albania e il consenso che l’iniziativa suscita in Europa : sono infatti 15 gli stati su 27 membri dell’Unione che guardano con attenzione al progetto, proponendo una forte collaborazione e condivisione come ad esempio la Germania. La realizzazione dei due importanti avamposti consentirà velocemente di verificare il riconoscimento dei vari migranti, attuando tutte le cautele di protezione internazionale.

La cooperazione tra Italia e Albania è il centro nevralgico dell’operazione e la giusta divisione delle procedure sarà il collante necessario a far si che il modello possa coinvolgere altri stati europei. Le procedure di frontiera sono le più delicate, a partire dalla gestione dei fondi e degli uomini che vi parteciperanno e dai risvolti legali che dovranno uniformarsi alle Convenzioni Internazionali e Direttive europee.

La lotta al traffico di esseri umani e i flussi migratori illegali è la mission del progetto voluto dal governo italiano, poiché l’area dei Balcani geopoliticamente si colloca come un avamposto strategico, culturale e sociale per tentare di affrontare una piaga storica e difficilissima da mitigare.

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