lunedì, 1 Luglio, 2024
Attualità

Ustica. Mattarella: “Ferita aperta, manca piena verità, i Paesi amici collaborino”

44° anniversario della strage: "La Repubblica fu profondamente segnata da quella tragedia"

Ricostruzione della verità

“Nel cielo di USTICA, 44 anni or sono rimasero uccise tutte le 81 persone a bordo del DC9 in volo da Bologna a Palermo. Ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella in occasione del 44° anniversario della “strage di dimensioni immani” che avvenne a Ustica il 27 giugno 1980. “La Repubblica fu profondamente segnata da quella tragedia, ha continuato, che resta una ferita aperta anche perché una piena verità ancora manca e ciò contrasta con il bisogno di giustizia che alimenta la vita democratica”.

Secondo Mattarella “sulla strada della ricostruzione della verità, passi significativi sono stati compiuti. Ne offre testimonianza il Museo per la Memoria di USTICA, aperto a Bologna. La Repubblica non si stancherà di continuare a cercare e chiedere collaborazione anche ai Paesi amici per ricomporre pienamente quel che avvenne il 27 giugno 1980”. “Al tempo stesso, ha sottolineato Mattarella, la memoria è anche trasmissione, ai più giovani, dei valori di impegno civile che sorreggono la dignità e la forza di una comunità e le consentono di affrontare le circostanze più dolorose e difficili”.

Solidarietà ai famigliari

Il capo dello stato ha voluto “anzitutto rinnovare i sensi di una profonda solidarietà ai familiari delle vittime, che non si sono arresi davanti a opacità, ostacoli, distorsioni e hanno sempre cercato, pur in condizione di umana sofferenza, di fare luce sulle circostanze e le responsabilità della tragedia”, ricordando che “la loro opera, unita a quella di uomini dello Stato che hanno compiuto con capacità e dedizione il loro dovere, ha contribuito a diradare nebbie e a ricostruire lo scenario di quel tragico evento”.

“Siamo d’accordo”, commenta Daria Bonfietti, presidente dell’associazione dei parenti delle vittime della strage di Ustica, a margine della commemorazione in Comune a Bologna; “è quello che vado dicendo da una settimana perché siamo vicini all’anniversario e da diversi anni”.

“Non sono mica nemici la Francia, l’America, l’Inghilterra, il Belgio, ha continuato Bonifetti, che quella notte erano in cielo. Cosa ci facevano? Non riusciamo a farcelo dire? Non ci riesce la magistratura? Bene: che ci riesca la politica, il governo”. “Mica può andare là con le armi a chiedere conto”Ha aggiunto, “Ci deve andare la politica, la diplomazia, a indurre comportamenti diversi”.

Corso-concorso di formazione dirigenziale

Nel primo pomeriggio, Il Presidente della Repubblica ha ricevuto al Quirinale i dirigenti del ministero della Cultura vincitori del corso-concorso di formazione dirigenziale bandito nel dicembre del 2021 dalla Scuola nazionale dell’amministrazione e curato dalla Fondazione scuola dei beni e delle attività culturali, accompagnati dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.

Nel suo intervento il ministro ha ricordato “il bellissimo frutto di una lungimirante visione dei costituenti” rappresentato dall’Articolo 9 della Costituzione: ‘La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica, tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione, tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni’. “Proprio per questo, da affermato Sangiuliano, sono orgoglioso di poter presentare i nuovi dirigenti del ministero della Cultura, donne e uomini di studio e competenze, professionisti e professioniste di altissimo livello, capaci di coniugare il sapere specialistico con il patrimonio intellettuale e formativo che rende lustro alla cultura dell’Italia e alla massima istituzione dello Stato”.

“Il ministero della Cultura – ha proseguito il titolare del Collegio Romano – è un’istituzione fondamentale per l’Italia, la sua valenza è data dalla storia della nostra Nazione, testimoniata dall’incommensurabile patrimonio artistico e culturale, archeologico, paesaggistico e monumentale che è chiamato a gestire: e se la cultura è l’anima di un popolo, l’unità di misura della sua civiltà e della sua presenza nella storia, il compito che vi spetta cari nuovi dirigenti è importante, difficile, impegnativo, ma al tempo stesso è motivo di responsabilità e di grande occasione di gratificazione personale e professionale”

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