Due candidati alle elezioni presidenziali iraniane si sono ritirati a un giorno dal voto. Il primo è stato Amir-Hossein Ghazizadeh Hashemi, 53 anni, che mercoledì sera ha ritirato la sua candidatura, invitando gli altri candidati a fare lo stesso per rafforzare il fronte rivoluzionario. Il giorno dopo è toccato al sindaco di Teheran Alireza Zakani che ha annunciato giovedì il suo ritiro dalla corsa elettorale su X. Le elezioni anticipate, indette dopo la morte del presidente Ebrahim Raisi in un incidente di elicottero a maggio, si terranno venerdì.
I candidati
Hashemi, uno dei vicepresidenti di Raisi, si era candidato nel 2021, ottenendo meno di un milione di voti. Zeina Khodr di Al Jazeera ha riferito che il ritiro di Hashemi non ha unificato il campo conservatore, che rimane diviso tra Saeed Jalili e Mohammad Bagher Ghalibaf. Si pensava che uno dei due si sarebbe ritirato per sostenere l’altro, ma ciò non è avvenuto. I conservatori Ghalibaf e Jalili sono considerati i favoriti. Ghalibaf, ex comandante dell’IRGC e sindaco di Teheran, si era già candidato alla presidenza nel 2005, 2013 e 2017, ritirandosi in favore di Raisi. Jalili, rappresentante del leader supremo Ayatollah Ali Khamenei, si era ritirato nel 2021 anch’egli in favore di Raisi, che fu il vincitore incontrastato. L’unico riformista, Masoud Pezeshkian, cardiochirurgo e associato all’ex presidente Hassan Rouhani, avrebbe qualche possibilità di vittoria, ma dipende dall’affluenza alle urne, storicamente bassa. Gli iraniani stanno affrontando alta inflazione, pesanti sanzioni economiche e un Medio Oriente incerto a causa della guerra di Israele a Gaza e del recente attacco iraniano contro Israele.