Si è dimesso il vice segretario di Stato americano per gli affari israelo-palestinesi, Andrew Miller. Ufficialmente Miller ha lasciato per poter avere più tempo per la famiglia. Viene descritto come un convinto sostenitore dei diritti dei palestinesi ed un esperto conoscitore del Medio Oriente. Prima di questo incarico è stato consigliere dell’ambasciatore Usa alle Nazioni Unite e, durante l’amministrazione Obama, direttore delle questioni militari di Egitto e Israele presso il consiglio nazionale di Sicurezza della Casa Bianca. In questi mesi di conflitto a Gaza, altri diplomatici e funzionari americani si sono dimessi anche in aperto contrasto con la linea di sostegno al governo di estrema destra di Benjamin Netanyahu. Miller lascia mentre cresce la tensione con Hezbollah e potrebbe esplodere anche il fronte libanese. Il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha detto che non si può più permettere ai palestinesi di continuare ad attaccare impunemente. “Il mondo libero – ha aggiunto – deve appoggiare senza condizioni Israele nella sua guerra con il diavolo, Iran e l’islam estremistico. La nostra guerra è la vostra guerra e le minacce di Nasrallah a Cipro sono solo l’inizio. Il diavolo deve essere sconfitto, come la storia ha già provato nel passato”.
Raid mirato in Libano
L’esercito israeliano (Idf) ha annunciato di aver ucciso “in un raid mirato” nella Valle della Beqaa in Libano “il terrorista Ayman Ratma, un operativo importante, responsabile del rifornimento di armi per le organizzazioni terroristiche di Hamas e Jamaa Islamiya”. “Un aereo senza pilota dell’aeronautica militare ha effettuato un attacco mirato nella zona occidentale della Beqaa in Libano.” L’esercito assicura che Ratma si stava preparando ad attaccare Israele e che aveva già partecipato ad altri attacchi, senza offrire prove o fornire dettagli al riguardo. Almeno 42 persone sono state uccise negli attacchi israeliani nel quartiere di Tuffah a Gaza e nel campo di Shati. Lo ha detto all’agenzia Reuters Ismail Al-Thawabta, direttore dell’ufficio stampa governativo gestito da Hamas.
Guterres: il Libano non diventi come Gaza
E nella lotta tra il bene e il male, così indicato dai politici, il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres è nuovamente intervenuto chiedendo che il “Libano non diventi un’altra Gaza” e ha affermato che la “totale illegalità” e il “caos” a Gaza stanno impedendo la distribuzione degli aiuti umanitari all’interno dell’enclave, motivo per cui è necessario un cessate il fuoco immediato. Guterres ha rivelato che “la maggior parte dei camion con gli aiuti umanitari all’interno di Gaza sono stati saccheggiati perché questa è una guerra diversa da qualsiasi altra”. “Abbiamo attacchi, bombardamenti e poi le truppe si spostano in altri luoghi”, dice. “Hamas torna a essere quello originario e a Gaza regna il caos totale, e nella maggior parte del territorio non esiste alcuna autorità”. Aggiunge che “Israele non permette nemmeno alla cosiddetta polizia blu di scortare i nostri convogli perché si tratta di polizia locale legata all’amministrazione locale quindi l’illegalità è totale”. Il capo delle Nazioni Unite sottolinea inoltre che questi ostacoli pongono “estrema difficoltà” nella distribuzione degli aiuti. “Deve esserci un meccanismo, garantire che ci sia un minimo di legge e ordine che consenta la distribuzione degli aiuti ed è per questo che un cessate il fuoco è così necessario”.
Chi ha ucciso a Al-Mawasi?
Il Comitato Internazionale della Croce Rossa (Icrc) ha affermato che almeno 25 persone sono state uccise in un bombardamento che ha danneggiato il suo ufficio a Gaza, attorno al quale centinaia di palestinesi sfollati vivono in tende improvvisate. Il ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas, ha detto che ci sono stati anche 50 feriti nel bombardamento. Il ministero ha affermato che i bombardamenti israeliani di venerdì hanno “preso di mira le tende degli sfollati nell’area di Al-Mawasi”, designata come “zona sicura” umanitaria da Israele e dove migliaia di persone sono fuggite lì in seguito all’assalto israeliano alla città meridionale di Rafah. L’esercito israeliano (Idf), invece, ha dichiarato di non aver affatto colpito la zona di Al-Mawasi.